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Cna: Piccole imprese con il vento in poppa

Comincia al meglio il 2007 per le imprese modenesi sino a 50 addetti, che nei primi tre mesi dell’anno hanno fatto segnare un aumento della produzione del +5,5% rispetto allo stesso periodo del 2006. Si tratta della miglior performance nel primo trimestre da cinque anni a questa parte, un risultato di poco inferiore a quello medio ottenuto dall’economia modenese (+6%) ma che conferma lo stato di grazia della nostra sistema produttivo.

Tiene il mercato interno, crescono gli ordini dall’estero. L’aumento della produzione si rispecchia in quello del fatturato, che si attesta al 7% (contro la crescita dell’8,7% marcata nel quarto trimestre 2006). La quota del fatturato estero continua a mantenersi elevata (11,2%), anche se inferiore, come peraltro è logico, a quella delle grandi industrie. Continuano a crescere gli ordini interni (+3,1%) anche se più elevato è il tasso di crescita degli ordinativi esteri (+3,5%), a conferma della vocazione all’export della nostra economia. L’occupazione torna in positivo (+0,1%), a differenza della grande industria (il dato medio provinciale si ferma infatti al -0,9%).
Cresce ancora la meccanica, in flessione il biomedicale.
L’analisi dell’andamento dei vari settori rispecchia anche la congiuntura stagionale. Ad esempio diminuisce la produzione nell’alimentare, come era prevedibile dopo i picchi raggiunti a fine anno. Cresce ancora la meccanica, è questo è, come al solito, un dato estremamente significativo per la nostra economia. Denuncia una flessione il biomedicale, peraltro dopo mesi di crescita imperiosa, mentre fa notizia la ripresa della maglieria, non solo per ciò che riguarda la produzione, ma anche per fatturato e ordini. I diversi parametri economici vedono le “grandi” leggermente più attive delle piccole, che, però, contribuiscono in misura maggiore all’occupazione. Di particolare rilievo è il balzo negli ordinativi esteri delle PMI, la cui crescita è superiore di oltre il 66% all’aumento registrato nel quarto trimestre 2006.
Alimentare. Flessione che non stupisce quella del settore alimentare, perché tipica del primo trimestre. Anzi, partendo proprio da questa constatazione risulta particolarmente significativa la tenuta del fatturato.
Maglieria. Alti e bassi per la maglieria, che ritorna a far segnare un segno più in tutti i parametri considerati. Anche in questo caso a trascinare il settore è l’export, con una quota di fatturato oltreconfine in crescita e che si attesta all’11,6%.
Abbigliamento. Questo comparto, che all’estero trova il 12,5% del proprio fatturato, si difende in modo evidente la differenza rispetto alla maglieria, che in questo trimestre ha avuto risultati incoraggianti, in modo particolare per ciò che riguarda il fatturato. Si tratta però di una ripresa con il fiato corto, almeno a giudicare dagli ordinativi.
Ceramica. Decisa ripresa per questo comparto, anche se si tratta di un risultato da prendere con le molle, in quanto rappresentativo di un’insieme poco numeroso di aziende concentrato nel cosiddetto terzo fuoco.
Prodotti in metallo. Si tratta del settore che rappresenta la parte meno “raffinata” della metalmeccanica (carpenteria metallica in genere) e che vede un rallentamento della crescita, anche se pur sempre di crescita si tratta. Peculiare è la riduzione delle esportazioni, rispecchiata anche dal fatturato estero, che passa dal 7,5 al 5,1%.
Macchine ed apparecchi meccanici.
Continua l’imperioso sviluppo del settore più importante per l’economia, sia per ciò che riguarda il suo “peso” rispetto agli altri settori, sia per la sua trasversalità territoriale. Rimane elevata anche la quota del fatturato estero (28,6%). Il primo trimestre, infatti, è da record: mai, almeno in questi ultimi cinque anni, la meccanica aveva ottenuto risultati come quelli marcati nei primi tre mesi del 2007. L’impressione è che gli imprenditori del settore abbiano saputo rimanere competitivi sviluppando una politica di investimenti che, evidentemente, hanno permesso conseguire risultati che possono essere ritenuti eccezionali.
Biomedicale. Rifiata un settore che in questi anni si è sempre mostrato tra i più dinamici. Un passaggio a vuoto da non cogliere come allarmismo, ma come segnale di attenzione. Cresce però l’export, da cui deriva il 21% del fatturato (addirittura il 35,2% se al conto si aggiunge la grande industria).
Mezzi di trasporto. Anche questo comparto, legato a doppio filo con la meccanica, denuncia una forte crescita. Da sempre poco propenso all’export (come dimostra peraltro la domanda estera, questa volta il settore vanta una quota di fatturato estero superiore al 15%. Buona anche la redditività.
Apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Conferma la sua dinamicità anche il segmento delle apparecchiature elettriche, da monitorare con attenzione sia per il suo peso economico che per la portata tecnologica. Del resto le cronache hanno già avuto modo di mettere in rilievo aziende modenesi leader in questo campo.

Le considerazioni di Cna
Dunque corre ancora la locomotiva modenese, e lo fa a ritmi mai raggiunti nel recente passato, osserva Luigi Mai. “E lo hanno fatto – continua il Presidente della Cna Modenese – al di là delle polemiche e degli ostacoli di un settore pubblico che ancora oggi non si dimostra amico di chi fa impresa”.
Una considerazione, questa, che secondo l’Associazione modenese è valida sia a livello locale che nazionale. In questo ambito il riferimento alle manovre fiscali è immediato. “Non è possibile da un lato decantare le lodi della piccola impresa e dall’altro aumentare continuamente le imposte che gravano su di essa, senza considerare i possibili effetti di questa manovra sugli investimenti”.
“Da una lato – insiste Mai – si chiede alle imprese di diventare grandi, dall’altro si stabiliscono norme per cui gli imprenditori non possono nemmeno più dedurre i terreni dove sorgono le imprese e le auto aziendali, che in molti casi costituiscono strumenti di lavoro a tutti gli effetti”.
A livello locale, rileva l’Associazione, si continua a fare i conti con una burocrazia sempre più opprimente e che la mancata attuazione di quel principio di sussidarietà che potrebbe risolversi in una maggiore efficienza e risparmi economici per alcune attività come la formazione.
“Partendo da questo presupposto – chiosa Luigi Mai – non deve stupire quella crisi della politica di cui tanto si sta parlando e che trova conferma con il calo dei votanti che aumenta ad ogni elezione, come accaduto anche nello scorso fine settimana ad esempio Novi”.

“Credo – conclude il Presidente Cna – che le cifre sopra riportate dimostrino che gli imprenditori la loro parte la recitino fino in fondo. Ci aspettiamo che gli stessi segnali arrivino da chi amministra la cosa pubblica, a tutti i livelli”.
















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