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Lavoro sommerso: a Modena irregolari quasi 2 aziende su 3

“Combattere con determinazione il lavoro nero e l’evasione contributiva che rischiano di diventare elementi strutturali del mercato modenese del lavoro”. Lo afferma Pasquale Coscia, componente della segreteria provinciale della Cisl, commentando i risultati dell’attività ispettiva condotta a Modena nel primo trimestre 2007 dalla Direzione provinciale del Lavoro.

“Tra gennaio e marzo di quest’anno sono state ispezionate 156 aziende, 95 delle quali (pari al 61 per cento) sono risultate irregolari – rivela Coscia – Sono stati scoperti 1.760 lavoratori irregolari e 77 completamente in nero. Ciò che colpisce maggiormente è il confronto con il primo trimestre 2006, quando furono scoperte 37 aziende irregolari su 141 controllate, 287 lavoratori irregolari e 23 in nero. Insomma – dichiara l’esponente della Cisl – ci troviamo di fronte a un’autentica esplosione del lavoro sommerso, un fenomeno che oggi si riscontra soprattutto nel sistema di appalti e subappalti e che produce pesanti effetti sulle condizioni di lavoro e di sicurezza. Per non parlare dei riflessi preoccupanti anche sul piano sociale ed economico”.

Il fatto è che il lavoro irregolare va spesso di pari passo con l’aumento degli infortuni. Coscia ricorda che a Modena nel 2005 sono stati denunciati quasi 24 mila casi, mentre i decessi sono stati una dozzina; le vittime erano soprattutto giovani neo assunti e immigrati.
“Gli infortuni avvengono in prevalenza nei primi giorni di lavoro. Ciò è dovuto anche al fatto – spiega il sindacalista Cisl – che l’informazione e la formazione specifica sono spesso carenti o addirittura inesistenti, tanto che in alcuni settori produttivi (per esempio l’edilizia) non più del 20 per cento dei lavoratori è coinvolto nei percorsi formativi”.

Per Coscia c’è soprattutto bisogno di un’autentica cultura della legalità e della prevenzione, superando l’idea secondo cui la sicurezza rappresenta un costo aggiuntivo non sopportabile per essere competitivi. “È una concezione che considero irresponsabile e criminale – dice Coscia – Su questo aspetto chiamo in causa anche le associazioni d’impresa, le quali possono e devono svolgere una funzione importante di richiamo al rispetto delle regole nei confronti dei propri associati. In generale il sistema economico, a partire dagli enti pubblici, deve avvalersi solo delle aziende che certificano il rispetto delle misure di sicurezza e dei contratti di lavoro”.

Il segretario Cisl aggiunge che un piano di verifiche e controlli è senza dubbio fondamentale per sanzionare i furbi incalliti, “ma sappiamo che le risorse destinate a tale scopo sono carenti e la macchina va riorganizzata dopo anni in cui è stata deliberatamente lasciata in stato di abbandono soprattutto per responsabilità del precedente governo. Apprezziamo, pertanto, l’ordine del giorno approvato di recente dal consiglio provinciale di Modena, ma chiediamo – conclude Pasquale Coscia – che questi obiettivi siano perseguiti con azioni concrete e sostenuti con risorse adeguate”.
















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