In giornata odierna, su disposizione della direzione generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, sono stati condotti più accurati accertamenti circa i rapporti di collaborazione intrattenuti dalla struttura ospedaliera con Ossitalia S.a.s., l’azienda coinvolta nella tragica vicenda dell’Ospedale di Castellaneta.
E’ emerso che gli ultimi contatti avuti risalgono al 2002 e che non si riferiscono a un impianto ove sia presente protossido d’azoto, bensì a un impianto che distribuisce aria compressa, ossigeno e vuoto all’interno della palazzina che ospita il reparto di Malattie infettive.
Nel dettaglio, la fornitura ha riguardato un impianto di distribuzione gas medicali e vuoto endocavitario comprendente aria compressa medicale a 8 bar, aria compressa medicale a 4 bar, ossigeno e vuoto.
L’impianto è stato regolarmente collaudato con atti di collaudo finale in data 9 aprile 2002.
Dall’entrata in funzione dell’impianto, ovvero da cinque anni, il Policlinico ha provveduto a far eseguire regolarmente la manutenzione dell’impianto, avvalendosi di una ditta in appalto specializzata e certificata.
L’Ossitalia non è mai intervenuta per la manutenzione dell’impianto, affidata fin dall’inizio della sua attività alla ditta Siram S.p.A di Milano, che si avvale della ditta certificata Cermedical di Calderara di Reno.
Non si sono mai manifestati eventi o problematiche particolari da segnalare.
Ribadiamo, come già dichiarato nella giornata di domenica dalla direzione generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, che tutti gli impianti di protossido d’azoto sono stati disattivati da tempo all’interno della struttura ospedaliera.
