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Irpef: Spi-Cgil perchè a Modena non come a Reggio e Bologna?

I Sindacati confederali dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil di Modena hanno definito una piattaforma unitaria da presentare alle istituzioni
locali – Comuni, Distretti, Provincia, Azienda Usl – per affrontare le problematiche relative ai servizi sociali e sanitari con particolare attenzione alla popolazione anziana e alla tutela dei redditi dei
pensionati.


Su quest’ultimo aspetto, riferito alla necessità di non gravare ulteriormente sul potere d’acquisto delle pensioni – già pesantemente eroso
negli ultimi dieci anni – i sindacati dei pensionati ribadiscono la posizione di Cgil, Cisl e Uil che respinge la scelta della stragrande maggioranza dei comuni modenesi di aumentare l’addizionale Irpef, un aggravio del prelievo fiscale che nella sostanza porterà a vanificare i relativi benefici fiscali che i pensionati hanno ottenuto con la legge
Finanziaria nazionale.

Modena, stretta, fra Reggio e Bologna: tre approcci diversi, a conferma che le riserve e le contrarietà del sindacato modenese non sono campate in
aria!
Reggio, non applicherà nessun aumento alla addizionale comunale.
Bologna, ha deciso l’aumento ma – concertando con i sindacati – ha comunque “limitato il danno” introducendo una soglia di esenzione a 12.000 euro, con ulteriori esenzioni Ici per redditi bassi e il blocco delle tariffe comunali per i servizi alla persona per l’intero 2007, pur programmando
l’espansione di alcuni importanti servizi e strutture per gli anziani.
Perché allora non deve essere possibile e praticabile un percorso simile anche nella maggior parte degli Enti Locali modenesi definendo criteri di
esclusione dall’addizionale per i redditi medio-bassi?
I sindacati dei pensionati hanno definito un documento unitario che riassume le linee per la prossima fase di confronto e la contrattazione
sulle politiche sociali per gli anziani nella provincia: equità nel prelievo locale; ulteriore qualificazione della rete dei servizi sul
territorio; particolare attenzione e risorse verso la “non autosufficienza” e l’assistenza domiciliare; regole e procedure sempre più omogenee e trasparenti per la valutazione e presa in carico degli utenti, fino al controllo di qualità sulle prestazioni erogate in tutte le strutture per anziani pubbliche, in appalto e private.

Ancora oggi persistono, in ogni Distretto, diversità di comportamento che debbono essere superate.
Le Amministrazioni locali modenesi sono praticamente a metà percorso del loro mandato amministrativo. È una fase importante che consente un confronto proficuo con le rappresentanze sindacali per fare il punto
sull’attuazione dei Piani sociali di zona e per affrontare, con spirito innovativo, l’immissione delle consistenti risorse che arriveranno dalla
Regione (a seguito della addizionale regionale Irpef) per finanziare la rete dei servizi per gli anziani. Insomma, il tendenziale invecchiamento della popolazione non deve sorprendere nessuno, né va vissuto solo come un problema di costo, mentre va invece affrontato con più risorse e una migliore organizzazione ed integrazione dei servizi.
Su questi temi, i sindacati dei pensionati dovranno essere ascoltati.

(Franco Zavatti, Segretario provinciale Spi-Cgil Modena)
















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