Un nuovo carburante che inquina meno del metano e potrebbe alimentare gli autobus circolanti in regione e parte dei veicoli privati. Si chiama idrometano (HCNG) ed è una miscela di metano e
idrogeno che sarà oggetto di una sperimentazione di cinque mesi realizzata da Regione Emilia-Romagna, Enea e Aster.
Il progetto valuterà in una fase successiva anche la possibilità di produrre l’idrogeno a partire da
biocarburanti e attraverso piccoli impianti sparsi sul
territorio in affiancamento ai distributori di metano.
A firmare la convenzione che dà il via allo studio di fattibilità sono stati oggi l’assessore regionale alla Mobilità e Trasporti Alfredo Peri, il responsabile del laboratorio Erg Energia della sede Enea di Bologna
Nicola Contrisciani e il presidente di A.S.T.E.R. Gabriele Falciasecca.
ENEA realizzerà lo studio – finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con un contributo di 33mila euro – per valutare con precisione i benefici ambientali derivanti dall’introduzione del nuovo carburante e dalle tecnologie messe in atto per produrlo in termini di abbattimento delle emissioni inquinanti.
A.S.T.E.R. sarà impegnata nella ricerca delle
risorse a livello nazionale e comunitario e attraverso compartecipazioni
di soggetti privati per mettere in pratica i sistemi sperimentati.
“Accanto alle misure strutturali e di regolamentazione del traffico – ha detto l’assessore Peri – la Regione, in collaborazione con ENEA e ASTER, realizzerà la prima ricerca applicativa sulla tecnologia legata all’uso dell’idrogeno. Vogliamo dimostrare che in una realtà molto motorizzata e
metanizzata come l’Emilia-Romagna è possibile l’uso combinato di idrogeno e metano, con la novità di produrre l’idrogeno direttamente
presso i distributori di metano, affrontando già il problema pratico del suo approvvigionamento. Sulla scorta dei risultati ci muoveremo per
cercare finanziamenti europei e la collaborazione di privati e industrie”.
Lo studio prenderà in esame l’utilizzo della miscela metano idrogeno come carburante per gli autobus circolanti in ambito urbano e suburbano nei
comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna e per una parte dei veicoli privati.
La sperimentazione si servirà di un autobus dotato delle necessarie strumentazioni per raccogliere e analizzare i dati sulle emissioni di scarico, i consumi, la velocità media e i chilometri percorsi. I risultati saranno proiettati sulla totalità del parco autobus circolante a metano (pari al 10% degli autobus della regione) e su parte dei veicoli privati, per valutare i benefici ambientali derivanti dall’utilizzo dell’idrometano, al posto del semplice gas naturale, sull’abbattimento delle emissioni inquinanti.
Per Gabriele Falciasecca “questo studio coniuga ricerca, innovazione e futuri benefici per i cittadini. E’ un contributo importante che la
ricerca può fornire per trovare soluzioni che riducano gli effetti nocivi dei trasporti”.
“Oltre a funzionare come additivo per migliorare
l’efficacia del motore – ha spiegato Nicola Contrisciani di ENEA – l’idrogeno miscelato al metano è una ottima occasione per contribuire ad
abbattere gli inquinanti”.
La miscela di idrogeno e metano inquina infatti meno del semplice gas naturale. Un esempio: l’utilizzo di un 5% di idrogeno in miscela con il metano riduce del 50% le emissioni di ossido di carbonio (CO) e ossidi di azoto (NOx), rispetto all’alimentazione degli stessi veicoli a metano. Miscelare dell’idrogeno al metano migliora notevolmente le
prestazioni ambientali dei motori a combustione interna. L’effetto non è solo riconducibile alla sostituzione di una parte del carburante fossile
con idrogeno, ma anche al fatto che la presenza di idrogeno nella miscela dà luogo ad una combustione più completa con meno inquinanti,
raggiungendo standard U.L.E.V. (Ultra Low Emission Vehicle).
Il progetto avviato dalla convenzione è innovativo anche sul fronte dell’approvvigionamento dell’idrogeno: ne è prevista la produzione
mediante un nuovo strumento per la trasformazione del vapore (un “reforming” catalitico a bassa temperatura), partendo dall’etanolo prodotto dalle barbabietole o da altre biomasse.
L’Emilia-Romagna è un territorio particolarmente adatto a questa sperimentazione, poiché la presenza di mezzi di trasporto a metano è già
consistente. L’eventuale adozione dell’idrometano (fino ad una presenza del 20% di idrogeno nella miscela) sarebbe inoltre attuabile con minime
modifiche ai motori dei veicoli già funzionanti a gas naturale.
L’Emilia-Romagna si configura quindi come “caso studio pilota” a livello nazionale dove sperimentare le tecnologie che vedono l’impiego della miscela idrogeno-metano nella mobilità sostenibile con produzione di idrogeno, in impianti distribuiti sul territorio e a partire da fonte rinnovabile.