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Coldiretti: scongiurato per l’estate il rischio siccità

Per questa estate in Italia dovrebbe essere scongiurato il rischio di un allarme siccità grazie alle intense e diffuse piogge del periodo invernale e primaverile che stanno assicurando riserve idriche adeguate per garantire nelle città e nelle campagne la disponibilità d’acqua.

La buona notizia viene dalla Coldiretti in occasione dell’improvvisa ondata di maltempo fuori stagione che ha rovinato il lungo ponte dei vacanzieri ma anche il raccolto di molti imprenditori agricoli con danni per colpa della grandine, degli allagamenti e dei repentini abbassamenti di temperatura.
Secondo le rilevazioni fatte dall’Anbi – riferisce la Coldiretti – le altezze idrometriche dei grandi laghi alpini rientrano nelle medie pluriennali mentre appare piu’ che sufficiente lo stato di riempimento di acqua dei principali bacini e serbatoi utilizzati per l’irrigazione.

Le abbondanti nevicate invernali e l’elevata piovosità sembra aver garantito – sostiene la Coldiretti -una disponibilità idrica adeguata ad affrontare l’estate dopo anni di ripetuti allarmi determinati dalla mancanza di acqua per le coltivazioni, anche se una valutazione piu’ completa sarà possibile solo a fine giugno a causa dell’accentuata variabilità climatica.
Aumento dell’intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive sono infatti alcuni dei principali cambiamenti climatici in atto che – continua la Coldiretti – sono destinati a produrre effetti strutturali sull’attività agricola.

I cambiamenti climatici in corso, ed in particolare la più elevata frequenza con la quale si manifestano gli eventi estremi – continua la Coldiretti – determinano un sensibile aumento dei rischi erosivi che devono essere considerati una delle cause principali di degradazione della fertilità del suolo in quanto determinano una riduzione dell’infiltrazione, della capacità di immagazzinamento dell’acqua ed una perdita di elementi nutritivi che si traduce in un habitat meno favorevole alla crescita delle piante.
Si tratta di processi – conclude la Coldiretti – che rappresentano una nuova sfida per l’impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.
















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