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Sassuolo: l’adozione del Piano Strutturale Comunale

Con l’adozione del Piano Strutturale Comunale, al via l’iter di approvazione dei nuovi strumenti
urbanistici: “con questo documento – dichiarano Graziano Pattuzzi e Giancarlo Diamanti –
tracciamo le linee per il nuovo assetto della città, per le nuove scelte di trasformazione e per le
regole di tutela e valorizzazione del territorio
”.

Il lavoro svolto nei mesi scorsi – spiegano – si è rivelato indispensabile: esso infatti ha consentito di risolvere alcune questioni nodali, già nel 2003 al centro dell’attenzione della Giunta. Questioni che riguardano le scelte strategiche e le regole per la progressiva trasformazione di un territorio che presenta gravi situazioni di sofferenza e disagio”.

Pieno accordo raggiunto quindi sulle scelte di riqualificazione, sulle scelte da compiere in ambito sociale, su quelle relative alla tutela e alla qualificazione ambientale, alla rete commerciale al dettaglio. “L’ultimo anno – aggiunge il Sindaco – ci ha visti impegnati in un confronto intenso con tutti i soggetti interessati: era assolutamente necessario concludere i percorsi di concertazione già avviati e ancora non conclusi nell’aprile 2004. Il percorso dettato dalla nuova legge regionale urbanistica valorizza infatti in modo sostanziale la partecipazione come strumento per arrivare ad un’adozione condivisa dei nuovi strumenti: è questo forse l’elemento di maggiore novità rispetto al passato. Un elemento di novità che rappresenta per il Comune un’opportunità straordinariamente
preziosa per gettare le basi dello sviluppo futuro della città
”.

Un percorso partecipativo che, ovviamente, proseguirà nei prossimi mesi, nel periodo che va
dall’adozione all’approvazione del PSC e del RUE, il Regolamento urbanistico edilizio. I cittadini e
tutti coloro che sono interessati al nuovo progetto di Piano, potranno prenderne visione e potranno
fare osservazioni nei 60 giorni successivi l’adozione. Il RUE contiene la disciplina generale delle tipologie e delle modalità attuative degli interventi di trasformazione e delle destinazioni d’uso. In sintesi: tutte le norme di dettaglio attinenti alle attività di costruzione, di trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie, relative ad ogni singola proprietà immobiliare.

L’idea di città che sostiene tutte le scelte del Piano è quella di un forte investimento sulla
riqualificazione della struttura urbana esistente, sul rafforzamento dei poli dell’identità storicoculturale
e socioeconomica, sulla qualificazione dell’offerta ambientale e di servizi e sull’integrazione della città con il territorio. Per quanto riguarda la riqualificazione, il PSC non prevede aree di espansione. Tutte le scelte urbanistiche sono finalizzate alla riqualificazione urbana, attraverso 18 vasti ambiti di intervento: uno di interesse sovracomunale (l’area dell’Ex Cisa
Cerdisa), cinque di riqualificazione diffusa e recupero urbano, tra cui Braida, il quartiere artigianale di Via Radici in Piano e l’area di Quattroponti, nove di trasformazione urbanistica, come la zona dell’ex Ragno, della Marazzi e di Mezzavia, e tre di riqualificazione ambientale, vale a dire Montegibbio, Via Emilia Romagna e Vallurbana.

Che cosa prevede il Piano strutturale comunale
Il modello insediativo che progressivamente verrà attuato negli ambiti da riqualificare è per molti
aspetti opposto rispetto a quello oggi presente (alta densità edilizia, elevatissima
impermeabilizzazione dei suoli, scarsa dotazione di verde, servizi e infrastrutture): ogni ambito è
governato da una scheda di assetto urbanistico e da criteri perequativi, che consentiranno in sede
di Piano Attuativo Comunale (POC) di definire con i soggetti attuatori interventi di qualità urbanistica ed edilizia e di promuovere forme di risparmio energetico e di qualità ecologica. La bassa concentrazione edilizia, da attuarsi col nuovo piano, è resa possibile, in termini di fattibilità
economica, dalla valorizzazione degli usi che il PSC prevede entro gli ambiti. Il nuovo Piano si
fonda su un modello attuativo perequativo e compensativo generalizzato in tutte le trasformazioni, finalizzato all’acquisizione delle aree necessarie per soddisfare fabbisogni pubblici.

Il PSC definisce un obiettivo minimo imprescindibile di realizzazione di superficie verde permeabile all’interno degli ambiti da riqualificare, pari al 30% dell’intera superficie di ciascun ambito. Gli interventi previsti negli ambiti da riqualificare verranno attuati attraverso l’applicazione delle
prescrizioni contenute nel PSC e nel POC relative alla cessione gratuita di aree, alla bonifica e
messa in sicurezza dei suoli, all’adeguamento delle reti infrastrutturali, alla sistemazione di spazi di
uso pubblico, alla realizzazione di nuove infrastrutture, oltre all’attuazione convenzionata di
interventi di edilizia abitativa.

Il PSC mette l’Amministrazione Comunale in grado di governare nel suo complesso il problema
della casa attraverso strumenti efficaci di acquisizione, programmazione, convenzionamento,
applicabili all’intera gamma delle modalità insediative. Il progetto di PSC destina obbligatoriamente alle politiche della casa una quota rilevante dell’offerta residenziale: una pre-condizione utile alla messa in campo di strategie di intervento e politiche abitative realmente efficaci.
















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