La riduzione delle perdite del sistema acquedottistico, il progressivo riuso delle acque fognarie depurate per irrigare, l’estensione delle zone di tutela dei corsi d’acqua, nuove misure per ridurre le captazioni e un maggiore controllo degli spandimenti zootecnici a tutela delle falde. Sono questi, in sintesi, gli interventi a tutela della risorsa acqua sollecitati dal Consiglio provinciale di Modena con un documento approvato nella seduta di mercoledì 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
Hanno votato a favore la maggioranza di centro sinistra (Ds, Margherita, Verdi e Prc) astenuto il centrodestra (FI, An, Udc e Lega nord). Il documento impegna la Provincia di Modena ha intendere una serie di misure normative di tutela e interventi strutturali per il risanamento di fiumi e falde acquifere.
“Un elenco concreto – lo ha definito Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena – e un contributo alle azioni individuate dal piano provinciale per raggiungere il miglioramento degli standard di qualità delle acque superficiali e sotterranee”.
Nel pomeriggio il dibattito è stato preceduto dall’intervento di Ferruccio Giovanelli, presidente di Ato, il quale ha ricordato che nei prossimi anni serviranno investimenti superiori ai 100 milioni di euro per ridurre le perdite delle reti di distribuzione e per migliorare la gestione dell’acqua.
Durante la discussione Giovanna Bertolini (FI) ha motivato il voto di astensione sottolineando “l’inefficacia negli interventi effettuati finora, come dimostrano l’aumento dei nitrati nelle falde, gli eccessivi prelievi per l’irrigazione e la scarsa qualità delle acque dei fiumi”. Un giudizio ripreso da Dante Mazzi (FI) che ha chiesto “cosa è stato fatto dal 2003? Allora abbiamo discusso di questo stesso problema e sottoscritto un documento di impegni che poi è stato ampiamente disatteso”. Tomaso Tagliani (Udc) ha parlato di “scarsa attenzione da parte degli enti locali , come testimonia la vicenda dei lavori alle cascate del Bucamante”, mentre Cesare Falzoni (An) ha affermato che “sul tema dei nitrati e sullo spandimento dei liquami ci sono gravi inadempienze”. Giorgio Barbieri (Lega nord) ha concentrato il proprio intervento sui problemi della traversa di Castellarano definita “uno spreco, visto che ancora oggi gran parte delle imprese ceramiche per le loro lavorazioni, utilizzano le acque del sottosuolo, praticamente gratis”. Considerazione, questa, condivisa da Walter Telleri (Verdi) il quale ha chiesto anche una maggiore attenzione al problema dei nitrati e dei metalli pesanti nell’acqua. Giuseppe Vaccari (Ds) ha proposto di anticipare le scadenze previste per il raggiungimento di migliori standard di qualità, mentre Ivano Mantovani (Ds) sollecitato un intervento deciso per ridurre le perdite del sistema acquedottistico. Aldo Imperiale (Prc) ha sottolineato il tema della “gestione pubblica dell’acqua che deve esser sottratta alle logiche di mercato”. Un tema ripreso da Mauro Cavazzuti (Margherita): “l’acqua è un bene pubblico prezioso – ha detto – che non può essere regolato dal mercato. La tariffe devono coniugare equità e efficienza”. Sulle tariffe è intervenuta anche Elena Malaguti (Margherita) la quale ha chiesto un maggiore controllo sulle bollette e garanzie per le fasce sociali deboli.