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Spilamberto: proiezione film ‘Il Vangelo Secondo Precario’

Un’iniziativa per parlare di lavoro atipico e precarietà. Di diritti e di tutele molto spesso negati dalle nuove forme di lavoro flessibile
introdotte dalla Legge 30 (tempo determinato, collaborazioni coordinate e continuative e a progetto, lavoro a chiamata, lavoro occasionale, ecc…).


È questo il tema dell’incontro previsto questa sera all’Istituto Comprensivo ‘Fabriani’ di Spilamberto promosso dal Sindacato Nuove Identità
di Lavoro NIdiL/Cgil, insieme alla Cgil di zona di Vignola e a diverse associazioni del volontariato locale.
L’iniziativa si apre alle ore 21 con la proiezione del film “Il Vangelo Secondo Precario. Storie di ordinaria precarietà” del regista Stefano Obino per la produzione di Stefano Cella. Il film – ambientato a Milano, con attori tutti alla prima esperienza – propone le storie di quattro giovani assunti con varie tipologie di lavoro flessibile, alle prese con problemi di sopravvivenza quotidiana, ‘mobbizzati’ dai loro superiori e
costretti a subire ricatti e maltrattamenti per il timore di perdere il posto.

Il film di Obino – finanziato grazie ad una campagna di raccolta fondi lanciata sul web a cui ha aderito anche NIdiL/Cgil nazionale – è già stato
proposto in anteprima nazionale lo scorso 24 ottobre in diversi circoli giovanili di Modena e provincia, in occasione della giornata nazionale di
mobilitazione contro la precarietà.

Dopo il film seguirà il dibattito con Valentina Montorsi responsabile di NIdiL/Cgil provinciale e la testimonianza di alcuni ragazzi che lavorano
con contratti precari. Una realtà in crescita nel mercato del lavoro che il Sindacato denuncia con preoccupazione per essere i contratti ‘atipici’ o
cosiddetti ‘flessibili’, le forme prevalenti delle nuove assunzioni anche nella nostra provincia. Si tratta di lavoratori giovani al primo ingresso, ma anche lavoratori meno giovani come dimostra l’età prevalente degli ‘atipici’, compresa fra i 30 e i 49 anni, che configura una vera e propria
realtà di lavoratori stabili nella precarietà.

















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