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Pomodoro e uva: Cia, situazione che poteva essere evitata

“Sono più di due anni che denunciamo alle istituzioni ciò che si stava profilando nei comparti del pomodoro da industria e dell’uva da vino, dell’ortofrutta e dell’agricoltura in generale. La crisi era evitabile, gli agricoltori non fanno reddito e non sono in nessun modo responsabili di quanto sta succedendo. Le proteste sono legittime, ma ora servono decisioni repentine e soluzioni da parte di chi ha tenuto un atteggiamento miope ed a sottovalutato le nostre reiterate denuncie.” E’ quanto rileva la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alla crisi che sta attanagliando l’agricoltura.


Nell’attuale situazione non siamo tenuti ad esaminare o ad esprimere giudizi sui comportamenti individuali, ma sull’operato dell’intero Governo. E il Governo, purtroppo, nulla ha fatto per prevenire e scongiurare l’attuale situazione. Quindi non comprendiamo la posizione del Ministro Alemanno nei confronti di dirigenti della nostra Organizzazione che hanno solo tempestivamente denunciato la situazione di crisi.

Quando si verificano crisi di questa entità -prosegue la Cia- bisogna ammettere che vi è stata una grave mancanza di programmazione, ora alle porte ci sono le campagne produttive dell’olio d’oliva e dell’uva da tavola, e senza la dovuta attenzione e prevenzione nelle misure da adottare, da parte delle istituzioni preposte, ci troveremo a fare i conti con altri pesantissimi disagi da parte degli agricoltori.

C’è bisogno di regole di mercato -afferma la Cia- e di vincoli per la grande distribuzione organizzata, oltre che una seria concertazione con il mondo agricolo. E’ indispensabile altresì adottare e realizzare quelle scelte,da tempo individuate, per dare più certezze di mercato agli agricoltori e per ridurre i costi di produzione, effettuando al contempo i controlli sulle importazioni che oggi sono praticamente inesistenti.

In questo senso non è più rinviabile l’adozione di scelte finalizzate alla riduzione degli oneri previdenziali a carico delle aziende agricole e misure capaci di incidere sull’ aumento generalizzato dei fattori della produzione ad iniziare da quelli energetici.

Non accetteremo più -conclude la Cia- una politica agricola che arranca nelle emergenze e arriva sempre in ritardo sulle questioni decisive della nostra agricoltura. Così come non tollereremo le mere azioni speculative di quanti dovrebbero impegnarsi a dare risposte, invece di cavalcare il disagio degli agricoltori continuando a fare promesse e non mantenendo mai gli impegni presi, salvo poi negare le proprie responsabilità quando si presentano momenti critici.
















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