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Ogm: Emilia R., mais contaminato sarà distrutto in campo

Il mais che risulterà contaminato da organismi geneticamente modificati sarà distrutto in campo.
La distruzione, però, non avverrà – come invece hanno indicato altre Regioni – solo sulla base degli accertamenti svolti dall’Ispettorato repressione frodi alimentari ma dovrà attendere l’esito del secondo controllo, quello delle Asl. Nel caso queste confermassero i risultati positivi dell’Ispettorato, si procederebbe alla distruzione del raccolto nei campi contaminati da organismi geneticamente modificati.

E’ quanto ha deciso la Regione Emilia-Romagna al termine dell’incontro con le organizzazioni agricole. ”E’ la decisione che riteniamo migliore per i bassi costi e i pochi rischi per eliminare un prodotto fuorilegge”, ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Guido Tampieri, il quale ha sottolineato la scelta della Regione di fare un doppio accertamento sulle partite di mais sospetto, chiedendo controanalisi per avere la certezza della presenza di Ogm.

Tampieri ha confermato la disponibilita’ della Regione a sostenere i produttori che chiederanno risarcimenti alle ditte sementiere fornitrici di seme contaminato da Ogm. A favore della distruzione in campo si è nettamente schierata la Coldiretti regionale, che già ieri aveva annunciato di volersi costituire parte civile a fianco delle proprie aziende danneggiate. ”La legge vieta sementi Ogm – ha detto il presidente Tonello – e non possiamo accettare che qualcuno pensi di fare il furbo e di non rispettare le norme, senza pagare”. Per una soluzione più elastica si sono invece pronunciate Cia e Confagricoltura, che hanno chiesto la possibilità di destinare il prodotto contaminato ad usi energetici (come è stato previsto anche in Lombardia) o per un stoccaggio in attesa di eventuali ulteriori analisi. Questa scelta, secondo le due organizzazioni, avrebbe forse permesso di recuperare almeno parte del reddito del prodotto che in caso di distruzione andrebbe perso, salvo risarcimento danni dalle ditte sementiere in caso di vittoria della causa in tribunale.

Già ieri la Giunta regionale aveva deciso il sequestro cautelativo dei terreni coltivati a mais con sementi contaminate e di quelli ‘sospetti’ per i quali sono giunte alle Asl le segnalazioni dei Servizi repressione frodi. Circa 125 ettari.
















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