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Europa, l’Emilia-Romagna in campo per tenere alta la bandiera delle Regioni del Mediterraneo

Le Regioni del Mediterraneo rilanciano il proprio ruolo all’interno dell’Unione europea e l’importanza dell’Europa per lo sviluppo e per la pace. Questo il messaggio che giunge da Barcellona, dove è in corso di svolgimento il Forum Catalogna Mediterranea. A portare il contributo dell’Emilia-Romagna, l’assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi, intervenuto anche in qualità di vicepresidente della Commissione Intermediterranea della Conferenza delle Regioni marittime e periferiche.
In questa difficile fase per l’Europa – ha affermato- investire nella macroregione mediterranea vuole dire innanzitutto puntare su infrastrutture di ricerca, in particolare sui Big data, a partire dagli hub di Bologna e di Barcellona, pilastri fondamentali del sistema europeo di supercalcolo”.

E proprio in questa prospettiva, che assegna al progetto Big data dell’Emilia-Romagna un ruolo fondamentale per le politiche di sviluppo del Mediterraneo, l’assessore ha annunciato che nei prossimi giorni l’Emilia-Romagna sottoscriverà un accordo con la Regione di Catalogna. Con due obiettivi: sviluppare iniziative congiunte su Big data e intelligenza artificiale e realizzare la trasformazione digitale nelle rispettive Pubbliche Amministrazioni,p er renderle capaci di tenere il passo con l’industria 4.0.

In questo contesto, i rappresentanti delle Regioni hanno sottolineato la nuova centralità dell’Emilia-Romagna in Europa, e in particolare la Commissione intermediterranea ha espresso soddisfazione per la collocazione del Data center del Centro europeo per le previsioni meteo nel Sud Europa, a Bologna.
Una conquista che non porterà vantaggio solo all’Emilia-Romagna, perché – come ha ricordato l’assessore Bianchi – “le iniziative nel futuro polo di Bologna dovranno essere occasione per sviluppare le attività di impresa in tutte le aree del Mediterraneo, e nel contempo una solida base per lo sviluppo delle relazioni fra le nostre università, le nostre imprese e i nostri cittadini”.

Tre i settori verso i quali, secondo l’assessore, l’investimento europeo in ricerca dovrà puntare per il futuro: l’economia del mare – la cosiddetta Blu economy – il contrasto e la mitigazione del cambiamento climatico e la nuova economia digitale.
















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