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Blitz anti contraffazione a Reggio Emilia: la Finanza individua deposito e sequestra 1.000 capi d’abbigliamento

Un’operazione a vasto raggio e con risultati importanti, quella conclusa proprio alla vigilia delle fiere di San Prospero e di Santa Caterina, dal Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, che ha consentito di togliere dal mercato circa 1.000 tra capi di abbigliamento e accessori di prestigiose griffe, i quali, se immessi sul mercato, avrebbero consentito di realizzare profitti illeciti per oltre 30.000 euro.
Come di consueto, nei giorni che precedono la fiera di San Prospero, patrono di Reggio Emilia, allo scopo di prevenire il commercio ambulante abusivo, la Guardia di Finanza reggiana, ha incentivato le attività di controllo economico
del territorio e l’attività di intelligence allo scopo di individuare i traffici illeciti di merci contraffatte.
In effetti l’odierna operazione si inquadra nello stesso filone investigativo che ha portato al sequestro, appena due giorni fa in località Brescello e sempre a cura del Gruppo Guardia di Finanza di Reggio Emilia, di altra ingente partita di merci recanti marchi contraffatti, del valore di circa 10.000 euro.
Le pattuglie dislocate sul territorio e le investigazioni su soggetti sospetti hanno indotto i Finanzieri del Gruppo di Reggio Emilia a concentrare la loro attenzione a Sant’Ilario d’Enza e la successiva irruzione in un’abitazione adibita a deposito ha consentito di individuare quantitativi ingenti di merce, tutta recante
marchi contraffatti.

25 portafogli, 20 pochette, 130 borsette, 55 piumini, 230 paia di scarpe, 70 paia di occhiali oltre a centinaia di cinte, maglie, pantaloni, accessori di vario genere, delle più prestigiose griffe (PRADA, BURBERRY, GUCCI, LOUIS VITTON, FENDI, ARMANI, NIKE, ADIDAS, DIOR, ecc.) erano infatti stipati all’interno di borsoni, pronti per essere presi in consegna da venditori
ambulanti che dovevano porli in vendita in occasione degli imminenti eventi fieristici di Reggio Emilia, Guastalla e Scandiano.
Il tipo di materiale e le modalità di custodia inducono a ritenere che lo stesso materiale, se posto in commercio, poteva essere altresì nocivo alla salute, essendo carente dei più elementari standard prescritti in tema di sicurezza dei prodotti.
All’interno dell’abitazione – deposito, due cittadini di origini senegalesi erano intenti al confezionamento dei borsoni e, con ogni probabilità, essi stessi avrebbero curato la commercializzazione del materiale. Entrambi sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per la detenzione di merci recanti marchi
contraffatti.
Uno di essi, un 24enne sprovvisto di documenti, aveva ricevuto diniego dello status di rifugiato ma, avendo fatto ricorso avverso tale provvedimento, è in attesa della definizione della sua posizione; mentre l’altro, ancora minorenne, è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna e non si esclude l’affidamento ai servizi sociali.
Tutto il materiale è stato sequestrato e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
















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