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No Pmi no ri-parti: il Lapam Day per mettere al centro il valore della piccola e media impresa

lapam-day“Il territorio vive e l’economia riparte se c’è la micro, piccola e media impresa. No Pmi, no ri-parti”. E’ questo, in sintesi, il messaggio che Lapam Confartigianato Modena-Reggio Emilia lancia dal ‘Lapam day’ di sabato 12 novembre. Un evento promosso contemporaneamente in diverse località delle province di Modena e Reggio Emilia che vuole rappresentare un confronto costruttivo con gli amministratori dei comuni.

Nella provincia di Reggio Emilia le imprese da 1 a 9 addetti rappresentano il 94,6% del totale, salendo alla quota fino a 49 addetti la percentuale super il 99% (per la precisione il 99,2%). E’ del tutto evidente, quindi, come siano le micro, piccole e medie imprese a rappresentare la spina dorsale del tessuto economico e produttivo del ‘sistema Reggio’.

Dall’ultima rilevazione Unioncamere regionale, relativa al mese di giugno 2016, apprendiamo che in Emilia Romagna le imprese attive continuano a diminuire, oltre 2mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. Dall’inizio della crisi ad oggi sono diminuite di 20mila unità e solo nel manifatturiero si sono ridotte del 12%.

 

LE IMPRESE. Le imprese attive in provincia di Reggio Emilia calano bruscamente negli anni della crisi. Tra giugno 2008 e giugno 2016 il loro numero scende da 53.652 a 49.552, con un saldo negativo di ben 4.100 imprese, il 7,6% del totale. Un calo dovuto a un impoverimento dei settori manifatturieri, mentre, di contro, assistiamo ad un progressivo incremento di altri settori come il terziario/servizi sia rivolti alle imprese che alle persone. Siamo nel pieno di un cambiamento della struttura economica dei nostri distretti. Sosteniamo da sempre, che la manifattura debba rimanere la spina dorsale ed il nucleo portante della nostra economia distrettuale, ritenendo che sia nel nostro dna produttivo. Nella misura in cui il comparto manifatturiero saprà consolidare le proprie posizioni, favorirà anche la crescita del settore terziario nel suo complesso ed in particolare dei servizi connessi alla filiera produttiva.

Sempre da fonte camerale sappiamo che, dal primo gennaio al 30 settembre di quest’anno, sono nate 2.688 imprese, mentre 2.617 hanno cessato l’attività: il saldo, dunque, è positivo per 71 unità, con un tasso di sviluppo pari al +0,13%. Nel sistema imprenditoriale reggiano si registrano, così, deboli segnali di vitalità, in rallentamento rispetto ad un anno fa, quando il tasso di sviluppo dei primi 9 mesi si era attestato allo 0,4%. L’analisi del bilancio demografico evidenzia diversi settori importanti in decrescita per numero di imprese registrate, anche se in crescita in termini di produzione. Tra questi spicca il manifatturiero (7.806 imprese iscritte nel Registro Imprese al 30 settembre), con 103 imprese in meno dall’inizio dell’anno. Anche le costruzioni con un – 212 registrano un saldo negativo da inizio anno, attestandosi a 12.163 unità, così come le imprese del settore trasporti e magazzinaggio che registrano una flessione di 37 imprese (1.579 al 30 settembre) e le imprese nel settore del commercio che vede un saldo negativo di 32 imprese. Sostanzialmente stabile il settore agricoltura, che ha fatto registrare un modesto decremento (-14 imprese da inizio anno a quota 6.269).

Movimentazioni positive emergono invece nei settori inerenti le attività immobiliari (+ 42), i servizi di alloggio e ristorazione (+ 34) e le attività finanziarie e assicurative (+29).

L’OCCUPAZIONE. Nell’area della provincia di Reggio Emilia l’occupazione nelle imprese è garantita per il 19,7% dalle micro imprese fino a 9 addetti, per il 26,2% dalle piccole (fino a 49 addetti) e per il 19% dalle medie (fino a 250 addetti), con un totale del 64,9% dell’occupazione creata. Le micro, piccole e medie imprese di tutti i settori, rappresentano per le realtà indagate, il motore principale dell’occupazione privata. Oltre a creare lavoro per sé, gli artigiani, i commercianti, i piccoli imprenditori, creano lavoro per gli altri. Un lavoro stabile, radicato sul territorio che garantisce la distribuzione del reddito per sé e per i propri dipendenti.

IL VALORE AGGIUNTO. Per valore aggiunto l’Istat intende l’incremento di valore che l’attività d’impresa apporta al valore di beni e servizi acquistati per la produzione, mediante l’impiego dei propri fattori produttivi (ad esempio il capitale e il lavoro). I dati forniti da ERVET (agenzia regionale di valorizzazione economica del territorio) ci mostrano l’andamento evidenziando la perdita di valore in parte dovuto al calo del numero di imprese nel medesimo periodo, in parte dovuto ad altri fattori, basti pensare ai costi fissi per l’energia, al carico fiscale, alla crisi del mercato interno.

L’analisi della distribuzione del valore aggiunto prodotto dalle imprese, evidenzia che nella provincia di Reggio Emilia è per il 66,4% realizzato dalle micro e piccole imprese (fino a 49 addetti) e per l’11,6% dalle Medie imprese (da 50 a 250 addetti), con un totale del 78%, (dato Unioncamere nazionale elaborazione Confartigianato).

Nel periodo preso in considerazione (2007–2015) il valore aggiunto perso nella provincia di Reggio Emilia è pari a 1.493milioni di euro, con un calo dell 9,1% negli anni della crisi.

LA PROPOSTA. Questi dati evidenziano, in modo molto esplicito, come siano le micro, piccole e medie imprese a trainare l’economia e a cercare, faticosamente certo, di portarla fuori dalle secche di una crisi pesantissima. Ai comuni Lapam Confartigianato presenterà anche temi specifici, legati ai diversi territori, sui quali cercare di fare alleanza. Tra questi una richiesta che darebbe il segno di una attenzione particolare per questo mondo troppo spesso disconosciuto: la riduzione dell’Imu. Lapam chiede ai sindaci di applicare l’aliquota minima sugli immobili utilizzati dall’impresa, considerando il capannone, il negozio e l’ufficio, condotti direttamente come bene primari, finalizzato all’attività e senza alcun fine speculativo. Il capannone e il negozio stanno all’artigiano e al commerciante, come la prima casa sta alla famiglia.

 

Sabato 12 novembre in provincia di Reggio Emilia, sono cinque le sedi del Lapam Day

Sabato 12 novembre, dalle 10 alle 12, il Lapam Day si svolge contemporaneamente in cinque sedi della provincia di Reggio Emilia e in sei di quella di Modena.

Ecco dove si svolgono gli incontri reggiani: Reggio Emilia – Municipio, piazza Prampolini 1; Correggio – Municipio, corso Mazzini 33; Sant’Ilario d’Enza – Municipio, via Roma 84; Castellarano – Caffè della Rocchetta, via O. Respighi 1; Castelnovo ne’ Monti – Municipio, piazza Gramsci 1.

In ogni incontro i dirigenti Lapam incontreranno sindaci ed amministratori locali dei comuni interessati. In ogni sede, oltre al documento generale, verrà presentato un tema locale particolarmente importante per il territorio del Comune.

Lunedì 14 novembre, alle 18 presso Villa Cesi a Nonantola, si terrà un convegno di chiusura del Lapam Day. Dopo il saluto del segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi e l’intervento di Enrico Quintavalle, dell’ufficio studi Confartigianato, seguirà una  tavola rotonda, moderata dal giornalista di Radio 24 Enrico Pagliarini, con il segretario nazionale Confartigianato, Cesare Fumagalli e il professore di Economia aziendale alla Bocconi, Fabrizio Pezzani. Chiuderà i lavori il presidente generale Lapam Confartigianato, Erio Luigi Munari.
















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