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Acqua per l’agricoltura, non allarme ma gestione oculata

Irrigazione_ph_ArlottiCome sottolineato dai Consorzi di bonifica del nostro territorio e di quelli limitrofi, il livello del fiume Po, da cui arriva la gran parte dell’acqua per irrigare i nostri campi, è a livelli minimi, ma questo non impedisce l’attingimento dell’acqua necessaria a dissetare i nostri campi. “In questo periodo di notevole caldo – afferma il presidente della Cia di Reggio Emilia Antenore Cervi – l’intero sistema irriguo, con la collaborazione della Cia e delle altre sigle del mondo agricolo, è particolarmente impegnato a garantire agli agricoltori un rifornimento regolare di acqua, necessaria per tutte le colture attualmente in campo: mais, prato stabile e medica, vigna, pomodoro da industria, pero, melone e cocomero, barbabietola”.

“Come comunicato dai Consorzi, – aggiunge Cervi – per la salvaguardia del Po, che deve mantenere certe portate per frenare il ‘cuneo salino’ e per le problematiche connesse con gli impianti di sollevamento, il prelievo dal grande fiume a Boretto è sotto i livelli massimi possibili, a due terzi del potenziale e vi resterà, appunto per una gestione attenta del fiume e degli impianti, oltre che del territorio agricolo”.

“E’ chiaro a questo punto – afferma il presidente Cia – che per mantenere la situazione sotto controllo anche con il prolungarsi del periodo di caldo e siccità, che oltre al ruolo chiave dei Consorzi di bonifica e dei loro tecnici nello svolgere nel modo più corretto e tempestivo tutte le necessarie manovre idrauliche richieste dall’attuale situazione, diventa di fondamentale importanza la collaborazione degli agricoltori stessi”.

“Rivolgiamo quindi un invito – conclude – a tutti gli agricoltori perché contribuiscano in modo fattivo ad una gestione oculata della preziosa risorsa acqua: si rispettino quindi rigidamente i turni irrigui assegnati e si tenga costantemente sotto controllo l’erogazione dell’acqua, in modo da intervenire tempestivamente ad impedire ogni dispersione o perdita”.

Ovviamente, sottolinea la Cia reggiana, il discorso si riferisce alle aree della pianura servite dalla bonifica, diversa e più complicata è la situazione in collina e montagna e nell’alta pianura dove si fa ricorso ai pozzi per irrigare.
















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