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‘Ndrangheta, confermate le condanne in Cassazione: 3 fratelli nuovamente arrestati dai Carabinieri, uno di questi a Fiorano

20141017I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Modena, collaborati dai colleghi di Cosenza, hanno dato esecuzione nella giornata odierna agli ordini per la carcerazione emessi dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna, nei confronti di tre fratelli.

Si tratta di Davide Pelaggi, classe 1968, rintracciato in Fiorano Modenese, condannato alla pena definitiva della reclusione di anni 8 e gg 15; Emanuele Pelaggi, classe 1962, rintracciato in Crosia (CS), condannato alla pena definitiva della reclusione di anni 5 e mesi 4; Paolo Pelaggi, classe 1974, attualmente detenuto per altra causa presso il carcere di Voghera, condannato alla pena definitiva della reclusione di 9 anni e mesi 4.

agenzia_entrate_attentatoI tre si sarebbero resi responsabili – spiega la nota dei Carabinieri – a vario titolo per il periodo 2004/2008, del reato di reimpiego di denaro della cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto (KR), attuato mediante societĂ  del modenese, nonchĂ© reati fallimentari e tributari, una tentata estorsione ed il danneggiamento della sede dell’Agenzia delle Entrate di Sassuolo, mediante collocamento di un ordigno a base di pentrite, fatto esplodere la notte del 26 luglio 2006.

Le indagini – continua la nota –  hanno consentito di appurare che il denaro era stato affidato ai fratelli dai vertici della cosca Arena, affinchĂ© fosse impiegato nelle attivitĂ  da loro gestite tramite due societĂ , una S.P.A. ed una S.R.L., nonchĂ© di dimostrare che gli indagati gestivano un sistema di false fatture che garantiva compensi pari a circa il 6-7% dell’importo fatturato per ogni operazione, consentendo così alle loro aziende di incrementare in pochissimi anni il volume di affari di decine di milioni di euro.

Nel corso dell’operazione denominata “Point Break” erano stati sequestrati cinque immobili, due autovetture, conti correnti in Italia ed in Svizzera, nonché società riconducibili agli imputati per un valore complessivo quantificabile in circa 5 mln di euro, beni che ora verranno confiscati.

La condanna in secondo grado, che giunge a pochi giorni di distanza da quelle inferte lo scorso 3 ottobre dal G.U.P. di Bologna allo stesso Paolo Pelaggi, alla moglie D.C. e F.G. per un secondo filone dell’indagine relativo alla tentata estorsione in danno di un imprenditore appartenente al clan dei casalesi, è stata confermata dalla Sentenza della Corte Suprema di Cassazione dello scorso 15 ottobre che ha rigettato il ricorso presentato dagli imputati, rendendo esecutive le pene inflitte dalla Corte d’Appello di Bologna.

 

 
















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