sabato, 27 Aprile 2024
13 C
Comune di Sassuolo
HomeBolognaAi confini della scienza. L'alchimia nei fondi della biblioteca universitaria di Bologna





Ai confini della scienza. L’alchimia nei fondi della biblioteca universitaria di Bologna

BUBLa Biblioteca Universitaria di Bologna, perseguendo l’obiettivo istituzionale della valorizzazione del prezioso patrimonio che conserva, ha progettato e allestito una mostra di manoscritti e libri a stampa antichi di grande interesse storico e di notevole valore estetico, che meritano di essere conosciuti al di fuori della cerchia ristretta degli studi specialistici: si tratta delle opere di argomento alchemico, che la Biblioteca possiede in gran numero.

L’alchimia, cioè l’arte di purificare la materia mutando in oro i metalli vili, è un sapere antichissimo, largamente diffuso e praticato in Europa e in Italia per molti secoli, dal Medioevo a tutto il Seicento e oltre: fu proprio l’avvento dei Lumi a relegarlo pian piano ai margini della cultura ufficiale. Mentre la ricerca dell’oro tra alambicchi e formule indecifrabili può interessare oggi solo gli appassionati di esoterismo, la lunga storia di questa complessa dottrina e il meraviglioso repertorio iconografico che la tradusse in immagini, sono invece oggetto di un crescente interesse da parte degli storici dell’arte e del pubblico, come testimoniano la mostra che gli Uffizi hanno recentemente dedicato a L’alchimia e le arti e quella su La grande magia tuttora in corso nella nostra città presso il MAMbo.

La mostra della BUB coglie dunque questo risveglio d’interesse e lo alimenta offrendo ai visitatori un percorso che si snoda tra manoscritti e libri a stampa, dalle testimonianze più antiche all’ultima fioritura settecentesca. Nel primo codice esposto, ad esempio, troviamo un nome che ci riporta indietro di molti secoli: quello di una Maria sororis Moysis, tradizionalmente identificata con Myriam, sorella di Mosè; si tratta verosimilmente di una donna vissuta all’inizio del III secolo d.C., forse siciliana o copta, ed è la prima alchimista identificabile con un personaggio realmente vissuto e non con una figura mitica. Ma si è dato spazio anche alle grandi raccolte a stampa che tanto contribuirono alla conoscenza e alla diffusione dei testi alchemici, come la cinquecentesca Margarita nouella o i grandi volumi della Bibliotheca chemica di Manget, che videro la luce all’inizio del Settecento.

Ammirando opere derivate dalla tradizione araba e preziosi erbari, tra pagine di autori noti, come Raimondo Lullo, oppure quasi sconosciuti, i visitatori seguiranno l’evolversi di una concezione pratico-cosmologica di notevole spessore filosofico e saranno attratti – noi crediamo – soprattutto dalle bellissime immagini che illustrano metaforicamente teorie e procedimenti dell’arte alchemica; tra le più affascinanti segnaliamo le miniature della miscellanea manoscritta che contiene le opere di Nicolas Flamel, alchimista francese di fama leggendaria, e le splendide tavole dell’Amphitheatrum sapientiae aeternae, delizia di ogni bibliofilo e in primis di Umberto Eco.

Si ritiene utile evidenziare infine che questa mostra attinge a diversi fondi della Biblioteca Universitaria; molti manoscritti provengono dal «fondo Caprara», raccolto da un ignoto collezionista francese del XVII secolo, appartenuto poi al conte bolognese Carlo Attendoli Sforza Manzoli e donato alla Biblioteca dell’Istituto delle Scienze dalla sua erede, Vittoria Caprara, intorno al 1727; inoltre, a testimonianza dell’interesse che l’alchimia suscitò per secoli negli intellettuali, a prescindere dalla loro attività, troviamo esposti manoscritti e libri appartenuti al naturalista Ulisse Aldrovandi, allo scienziato Luigi Ferdinando Marsili, allo speziale Ubaldo Zanetti e persino a biblioteche conventuali: neppure la Chiesa, infatti, poteva ignorare i “figli di Ermete”, costantemente in bilico tra ortodossia ed eresia.

Interessarsi oggi all’alchimia significa dunque riscoprire un aspetto della nostra tradizione culturale di grande rilievo storico e artistico, il cui fascino è efficacemente testimoniato dai preziosi materiali della Biblioteca Universitaria.

La mostra è corredata dal Catalogo, che contiene ampie e approfondite schede curate dalle responsabili dei settori Manoscritti e Fondi antichi della BUB, Rita De Tata e Patrizia Moscatelli, e da un’introduzione, curata dalla direttrice, Biancastella Antonino, che guida il visitatore ad addentrarsi lungo un percorso affascinante e misterioso.

 

La Mostra, che inaugura giovedì 13 febbraio alle ore 17.00, sarà aperta nei seguenti orari: lunedì – venerdì 10.00-17.00, sabato 9.30- 13.00 Ingresso libero

13 febbraio – 3 maggio 2014: Atrio Aula Magna della Biblioteca Universitaria di Bologna Via Zamboni, 35

 

 
















Ultime notizie