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Gli studenti tornano in piazza, sabato un corteo per le vie di Sassuolo

Dopo diversi anni torna a Sassuolo una manifestazione studentesca, indetta in concomitanza con lo sciopero del comparto scuola della Cgil. Ad organizzarla la Federazione degli studenti del Distretto ceramico, che ha tenuto il suo congresso fondativo appena due mesi fa. Ecco la dichiarazione del coordinatore Leonardo Peruzzi.

«La Federazione degli Studenti del Distretto Ceramico ha scelto di aderire alla giornata di mobilitazione nazionale indetta per sabato 24 novembre. Abbiamo scelto di scendere in piazza perché vogliamo una scuola pubblica, sicura e di qualità, capace di non lasciare indietro nessuno. Negli ultimi vent’anni scuola, università e ricerca sono state relegate in un angolo, processate e condannate per presunta inefficienza. Le università italiane hanno visto ridotte anno per anno le immatricolazioni, e gravissima è rimasta la dispersione scolastica, nel mezzogiorno e nelle periferie urbane soprattutto. Da scuola scappa chi in un futuro non riesce più a crederci. All’università non si iscrive più il ragazzo che non ha intenzione di investire così tanto a fronte di un mondo del lavoro incapace di valorizzare le sue intelligenze, la sua normalità, o che semplicemente lui e la sua famiglia non possono permettersi quell’investimento. Il prezzo delle disuguaglianze è nel conto della crisi sociale in atto, di un paese che ha processato Sapere e Lavoro condannando se stesso. Continuare a tagliare in questo campo non è la cura, significa aggravare la malattia. Le politiche di mero rigore del Governo Monti e i tagli agli enti locali compromettono le possibilità di spesa per l’edilizia scolastica; il diritto allo studio è inesistente; la didattica ferma all’autoritarismo della lezione frontale; i trasporti inefficienti. Deve cambiare tutto. Ma in piazza vogliamo portare i nostri valori: Uguaglianza, Solidarietà, Sapere, Lavoro, Libertà, Democrazia. Per un paese che condanna fermamente l’omofobia e dove un ragazzo di 15 anni non può suicidarsi quando si sente emarginato e strano soltanto perché era quello “dai vestiti rosa”. Per un paese che difende il valore della pace tra i popoli. Contro la disumana violenza che sta colpendo le terre palestinesi. Per quelle centinaia di bambini palestinesi morti sotto i raid israeliani e per quei ragazzi israeliani vittime della repressione dei loro stessi militari. L’accordo per una tregua militare non basta, Il 29 novembre la Palestina deve essere riconosciuta come stato osservatore dall’Onu. Scenderemo in piazza in mezzo ai nostri coetanei, tra i nostri compagni di classe, con i professori rivendicando quello che è il nostro ruolo nella società di oggi e di domani. Partigiani della conoscenza, costruttori di libertà».
















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