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Dimissioni in bianco, Costi (PD): chiede “di porre termine a questa forma di ricatto delle lavoratrici”

Un atto di indirizzo per sconfiggere il fenomeno delle c.d. dimissioni in bianco, vale a dire la pratica di certi datori di lavoro di far sottoscrivere alla lavoratrice/lavoratore, al momento dell’assunzione, una lettera non datata di dimissioni che può essere usata in qualsiasi momento. Lo hanno presentato in Assemblea tutti i componenti di maggioranza della Commissione Pari opportunità, oggi riunita per discutere con gli assessori Muzzarelli e Bianchi dell’attuazione del Patto per la crescita.

“Si tratta in realtà di una pratica molto diffusa su tutto il territorio nazionale – dichiara la consigliera regionale Palma Costi – tanto che ne sono interessati circa 2 milioni di lavoratrici e lavoratori italiani, di cui il 60% sono donne in età fertile, che escono in questo modo dal mercato del lavoro in caso di gravidanza. E in Emilia-Romagna già nel 2007 erano rilevate 5.000 dimissioni in bianco (sono gli ultimi dati disponibili).”

“Dobbiamo fare tutti la nostra parte per porre termine a questo abuso, soprattutto perchĂ© determina un ulteriore spreco della risorsa del lavoro femminile che rende sempre piĂą difficile raggiungere l’obiettivo europeo di Lisbona del 60% di occupazione delle donne, obiettivo che a sua volta – conclude la Costi – secondo la Banca d’Italia, produrrebbe un incremento del Pil del 7% rappresentando un fattore di sviluppo a cui non è pensabile rinunciare in tempo di crisi.”

Interpretando anche le iniziative politiche e istituzionali di questo periodo a livello locale, la Risoluzione chiede alla Giunta della Regione di farsi promotrice presso il Governo nazionale affinchĂ© rapidamente, nell’ambito della riforma del mercato del lavoro, sia trovata una soluzione al problema mediante il ripristino o la introduzione di nuove misure che permettano ai lavoratori e alle lavoratrici di esercitare i loro diritti senza dover subire il ricatto della firma di dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione; e di verificare e quantificare la presenza del fenomeno in Emilia-Romagna, nonchĂ© a contrastarlo attraverso strumenti idonei di competenza che, in coerenza con il dettato del recente “Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, assicurino in particolare alle donne un migliore e paritario accesso al mercato del lavoro e un’occupazione femminile di qualitĂ .
















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