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Lunedì 5 giugno ‘Giornata mondiale dell’ambiente’

Aumentare entro il 2010 la quota di territorio modenese protetto dall’attuale sette per cento al 10 per cento. L’obiettivo è contenuto in un documento sulla tutela del patrimonio animale e vegetale modenese che sarà discusso dal Consiglio provinciale in programma domani, lunedì 5 giugno (dalle ore 9 alle 13), nella sede del Parco dei Sassi di Roccamalatina, in occasione della ‘Giornata mondiale dell’ambiente’, quest’anno dedicata alla tutela della biodiversità.

“L’ampliamento delle aree protette – sostiene Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena – oltre a garantire un più corretto equilibrio del territorio e lo sviluppo turistico, ci permetterà di migliorare la tutela di diverse specie animali e di piante a rischio estinzione”.

Nel modenese, infatti, secondo un “lista rossa” stilata dai tecnici del servizio Faunistico della Provincia, nel modenese risulta a rischio estinzione circa un terzo delle 120 specie di fauna vertebrata più significativa; nella lista spiccano l’aquila reale, il lupo, il falco pellegrino, la puzzola, l’upupa, la testuggine palustre e il pesce Scazzone, tra gli invertebrati a rischio c’è il gambero di fiume, mentre in pianura diventa sempre più raro il rospo comune.

Come rileva Caldana “la scomparsa di queste specie rappresenterebbe un grave impoverimento del nostro patrimonio naturale e sarebbe un segnale negativo dello stato di salute dell’ambiente”.

Nei piani della Provincia, oasi e parchi saranno collegati tra loro tramite veri e propri “corridoi ecologici” per consentire il passaggio degli animali, creando una rete ecologica provinciale che in futuro potrà collegarsi a progetti simili a livello europeo.

Previsti anche la creazione di un Osservatorio faunistico, con compiti di monitoraggio, studio e valorizzazione, e il recupero del patrimonio legato all’agrobiodiversità animale e vegetale attraverso la produzione del parmiggiano reggiano con solo latte della razza bovina “bianca modenese”, la reintroduzione della gallina modenese, quasi estinta, della mela campanina e delle more. Obiettivi questi che saranno realizzati anche attraverso la creazione di una rete di “agricoltori custodi” della biodiversità che asse portante sul quale sarà costitutito il Conservatorio provinciale dell’agrobiodiversità.
















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