“La Regione nega a migliaia di giovani emiliano romagnole la somministrazione del vaccino trivalente per la prevenzione del Papilloma Virus, maggiore responsabile dell’insorgenza del tumore al collo dell’utero. E questo solo perché la ditta che quest’anno ha vinto il bando della Regione Emilia Romagna per la fornitura del vaccino, sarebbe in grado di fornire solo il vaccino bivalente e non il trivalente, come indicato e previsto dal Ministro della Sanità”. A denunciarlo con una specifica ed articolata interrogazione all’Assessore regionale alla sanità Giovanni Bissoni, è il Consigliere regionale del PDL Andrea Leoni.
“Con la decisione di somministrare comunque il vaccino bivalente che coprirebbe solo due tipologie di sierotipi di virus, anziché il trivalente, efficace contro 4 ceppi di virus e contro i condilomi, patologia trasmessa per via sessuale benigna ma di difficile risoluzione, la Regione si è assunta una grave responsabilità. L’Assessorato regionale alla sanità negherà di fatto a migliaia di bambine negli anni 1996 e 1997, chiamate quest’anno per la campagna di vaccinazione, una copertura dalle infezioni più completa ed analoga a quella garantita ad altre coetanee che vivono in altre regioni d’Italia e dell’Europa.
Non vorremmo che la differenza di trenta euro in meno di costo tra il vaccino bivalente e quello trivalente sia alla base della scelta dell’Assessorato alla sanità. Non si spiega inoltre il perché nonostante l’indicazione del Ministro della sanità Turco a somministrare il vaccino trivalente, utilizzato in tutti i Paesi d’Europa, la Regione Emilia Romagna non abbia aperto il bando solo alle ditte che, in caso di vittoria della gara, ne avrebbero potuto garantire la fornitura.
Siamo inoltre preoccupati, e pretendiamo risposte dalla Regione, dall’aumento dei casi di febbre alta e di cefalee segnalati a Modena e riguardanti le giovani modenesi che si sono già sottoposte alla nuova campagna di vaccinazione con vaccino bivalente, iniziata il 5 maggio scorso.
Su un tema così importante come la prevenzione tra le giovani generazioni dell’insorgenza del tumore al collo dell’utero non si possono commettere leggerezze e tanto meno ragionare con la logica del risparmio. Urge una risposta immediata alle migliaia di famiglie delle giovani a cui è stato somministrato e verrà somministrato un vaccino non completo come quello previsto ed il formale impegno dell’Amministrazione regionale affinché episodi del genere non si verifichino negli anni a venire”.