
Néa Quotidiano inaugura “Piastrelle Rotte”, rubrica dedicata alle inchieste sul territorio, con un’indagine che affronta da una prospettiva inedita – quella degli studenti delle scuole superiori sassolesi – uno dei temi più discussi degli ultimi mesi: la ‘moschea di Sassuolo’.
Per raccontare in che modo la questione venga percepita dalle nuove generazioni, la Redazione ha condotto un sondaggio rivolto agli alunni degli Istituti Superiori sassolesi, raccogliendo 443 risposte.
Dall’inchiesta emerge che l’83% dei giovani sassolesi ha sentito parlare della vicenda. Ciononostante, la profondità delle conoscenze non è proporzionale alla loro diffusione. La maggioranza degli intervistati, il 61,7%, dichiara di aver appreso le informazioni tramite conoscenti o parenti, mentre il 36,6% racconta di averle reperite attraverso i social o Internet. Solo l’1,7% dei rispondenti ha attinto alla stampa cartacea, segno di un evidente rapporto debole con l’informazione tradizionale.
Il dato mette in evidenza un problema significativo: gran parte delle notizie circola attraverso canali non verificati in cui il passaparola sostituisce il controllo delle fonti e in cui la narrazione tende facilmente a deformarsi. Emblematico è ciò che gli studenti riferiscono di aver sentito in merito: uno su due, il 52,4%, è convinto che sia in costruzione una seconda moschea. Solo il 28,4% conosce la situazione reale, ovvero che l’Associazione Islamica di Sassuolo – e non ancora la moschea – si è trasferita nei locali de “I Quadrati”. Circolano, inoltre, altre percezioni inesatte: l’11,5% ritiene che la moschea sia stata chiusa e il 7,7% pensa che sia stata spostata altrove.
La presenza di una così massiccia mole di informazioni distorte (il 71,6% dà risposte errate), le quali non possono essere lasciate in pasto a facili strumentalizzazioni in rete, evidenzia la necessità urgente di rafforzare il fact-checking locale. Sul piano emotivo, la questione non sembra generare una polarizzazione netta. Il 42,2% degli studenti si dichiara indifferente, mentre le posizioni opposte – soddisfazione da un lato e ansia o paura dall’altro – si dividono in modo quasi speculare, con percentuali rispettivamente del 30,3% e del 27,5%.
Questo suggerisce che i ragazzi non vivano il tema come un terreno di scontro, quanto piuttosto come uno spazio in cui prevale l’incertezza informativa più che un vero conflitto ideologico. Proprio per questo, risulta ancora più significativo il dato emerso sull’ultima domanda del sondaggio: il 63,9% degli intervistati ritiene che la comunità islamica sassolese abbia diritto a un luogo di culto in cui pregare.
La percezione della controparte – il 36,1% che ritiene che la comunità islamica non possieda tale diritto – rivela una fragilità nella comprensione dei diritti costituzionali (articolo 19 della Costituzione Italiana) e indica che l’assenza di informazioni chiare può incidere sulla visione stessa dei princìpi fondamentali della cittadinanza. Il sondaggio condotto mostra dunque l’urgente necessità di disporre, per i giovani sassolesi, di strumenti adeguati per distinguere tra fatti accertati e narrazioni distorte.
La ‘questione moschea’ rappresenta quindi un caso utile per comprendere da un lato come l’informazione si diffonda nel Distretto Ceramico e dall’altro quanto il percorso che essa compie possa influenzare la percezione della realtà. Da qui nasce la volontà di Néa di dare avvio a “Piastrelle Rotte”: un progetto che intende colmare il divario fra informazione e fatti, offrendo 1 Di cui il 68,6% proveniente da e-mail scolastiche certificate. spazio all’analisi, alla verifica e alla responsabilità giornalistica, con particolare attenzione alle nuove generazioni. Oggi più che mai, informare non significa solo riportare un fatto, ma contribuire a costruire gli strumenti per comprenderlo.


