Siglare un protocollo tra Comune di Modena, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza per rafforzare la lotta all’evasione fiscale, prevedendo, tra le diverse azioni, anche l’attivazione di uno sportello comunale per la legalità fiscale e lavorativa a supporto dei cittadini.
È questa la richiesta principale che il Consiglio comunale di Modena ha rivolto all’Amministrazione, approvando, nella seduta di lunedì 6 ottobre, la mozione presentata da Avs, M5s, Pd, Spazio democratico e Pri-Azione Sl. Il documento è stato approvato con il voto a favore dei proponenti e quello contrario di Fratelli d’Italia; assenti Pri-Azione Sl, Spazio democratico, Lega Modena, Forza Italia, Modena in ascolto, Modena per Modena e Modena Civica.
Illustrando la mozione, Martino Abrate (Avs) ha evidenziato come nel territorio modenese persistano fenomeni preoccupanti di lavoro nero, irregolarità lavorative ed evasione fiscale, con dati che rilevano un’alta incidenza di irregolarità nei settori del terziario, come peraltro certificano le segnalazioni del Nucleo Antievasione e Tributi Locali.
Il consigliere ha quindi sottolineato che la compromissione dei diritti fondamentali dei lavoratori e della loro sicurezza, i danni economici e la concorrenza sleale sono le conseguenze più importanti di questo fenomeno, che mina anche principi di giustizia sociale ed equità.
Ricordando che da tempo il Comune di Modena è impegnato nella promozione della cultura della legalità e del contrasto alle mafie, come attesta anche il Documento unico di programmazione (Dup), che per il 2025 contiene specifici interventi per contrastare sfruttamento lavorativo, lavoro nero e forme di violenza correlate, Abrate ha evidenziato l’importanza di adottare misure coordinate e incisive, che coinvolgano in maniera sinergica tutte le istituzioni competenti, proseguendo, per esempio, la collaborazione già intrapresa con la Guardia di Finanza per il monitoraggio dei fondi Pnrr e le convenzioni con Questura e Provincia per migliorare lo scambio di informazioni sui lavoratori irregolari.
Riferendosi anche a esperienze e buone pratiche di altri Comuni, la mozione chiede dunque di siglare un Protocollo d’intesa con Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza per rafforzare la lotta all’evasione e migliorare l’efficacia di segnalazioni qualificate. Il documento chiede anche di avviare campagne informative sul valore del lavoro regolare, potenziando i controlli sui settori maggiormente a rischio e sviluppando sistemi di monitoraggio dei dati e di istituire uno sportello comunale dove cittadini e lavoratori possano segnalare situazioni irregolari e ricevere assistenza. Inoltre, chiede di coinvolgere associazioni di categoria, sindacati e terzo settore nella definizione di strategie condivise, di prevedere sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano le regole, e di promuovere, invece, un riconoscimento pubblico per le attività rispettose delle normative.
L’approvazione del documento è stata anticipata da un dibattito aperto da Fratelli d’Italia, con Dario Franco che ha ribadito la netta condanna al lavoro nero, evidenziando come esso comporti “mancanza di sicurezza per i lavoratori, danni alle famiglie e illegalità”. Tuttavia, il consigliere ha espresso perplessità sulla mozione osservando che tende a mettere da parte “il ruolo fondamentale dei sindacati, che sono i principali attori nel controllo della regolarità lavorativa”. Elisa Rossini ha osservato che il problema del lavoro nero “è più ampio di quanto affrontato dalla mozione”, sottolineando che “le soluzioni devono prevedere maggiore flessibilità contrattuale e semplificazione burocratica”. Ha evidenziato che “Stato ed enti locali devono fornire strumenti adeguati a orientare e correggere il mercato del lavoro”, segnalando, inoltre, come il fenomeno delle cooperative e dei sistemi di appalti e subappalti sia, a suo parere, fonte frequente di irregolarità nel territorio.
Per il Pd, Gianluca Fanti ha sottolineato che il Comune, pur non avendo competenze specifiche, è chiamato a svolgere un ruolo di promozione della legalità. Ha indicato quindi il peso delle tasse, i controlli insufficienti e una certa accettazione culturale come cause principali del fenomeno: “La lotta al lavoro nero è un impegno collettivo essenziale per garantire un mercato del lavoro più equo e trasparente”. Per Fabia Giordano il lavoro sommerso rappresenta “una problematica cruciale che mina i diritti dei lavoratori e ha ripercussioni negative sull’intera comunità modenese”. Stefano Manicardi ha sostenuto che dietro al fenomeno dell’evasione c’è la volontà di frodare il sistema, e che i controlli statali sono “fondamentali non solo per prevenire abusi individuali, ma per tutelare l’interesse collettivo”.
Per Avs, Laura Ferrari ha evidenziato quelli che, a suo parere, sono i punti forti della mozione: dall’importanza del recupero dell’evasione fiscale, che coinvolge anche il Comune attraverso premialità dirette, alla proposta di una cooperazione più stretta con l’Agenzia delle Entrate per migliorare le segnalazioni. Martino Abrate ha espresso sorpresa per il richiamo alle cooperative come “possibili luoghi di illegalità”, precisando che la mozione si concentra sugli effetti del lavoro nero sui lavoratori.
Giovanni Silingardi (M5s) ha sottolineato che i contenuti della mozione “sono importanti ma non sufficienti”, spiegando che lo sfruttamento dei lavoratori non riguarda solo le realtà clandestine, ma anche la catena produttiva legale, in particolare “il sistema di subappalti che coinvolge anche grandi brand”. Ha osservato che “senza una struttura capace di impedire il ricorso a subappalti, punire singoli casi di illegalità rischia di lasciare intatto il sistema”.