“Attività di informazione e sensibilizzazione della popolazione, dalla gestione dei rifiuti per evitare che diventino risorse alimentari ai divieti di somministrazione di cibo, l’attenzione al rischio di attacchi e la prevenzione sugli animali domestici: sono alcuni tra gli elementi fondamentali che l’Amministrazione comunale può attuare per contenere i rischi legati alla presenza di animali selvatici in pianura, in particolare dei lupi, con la collaborazione della Regione e dei tecnici esperti del Wolf Apennine Centre, con i quali la Regione è convenzionata”.
Lo ha spiegato la vicesindaca e assessora alla Sanità e servizi connessi Francesca Maletti rispondendo a un’interrogazione sulla “presenza di lupi in pianura e di altri animali selvatici, sui rischi connessi e sulla gestione della fauna” presentata nei giorni scorsi in Consiglio comunale da Alberto Bignardi, del Partito Democratico. Il consigliere chiedeva conto di quali misure e iniziative intendesse adottare l’assessorato per “ridurre il rischio di incidenti stradali, per tutelare allevatori ed agricoltori, oltre alla stessa fauna selvatica, se siano previste campagne di informazione e strategie di prevenzione e contenimento”.
“Le amministrazioni locali, è doveroso specificarlo, non hanno alcuna competenza nella gestione della fauna selvatica – ha spiegato Maletti -. Il lupo è una specie protetta inserita nella Convenzione di Berna e nella Direttiva Habitat, pertanto le competenze sono del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per quanto riguarda la definizione delle strategie e la conservazione del lupo a livello nazionale, mentre le Regioni e le Province Autonome sono responsabili del monitoraggio sul territorio e dell’attuazione delle misure di conservazione, incluse le attività per mitigare i danni al bestiame e prevenire gli ibridi lupo-cane. Per quel che riguarda animali come caprioli o cervi, il Piano faunistico venatorio regionale prevede per il Comprensorio faunistico 1 (dove è inserito il Comune di Modena) obiettivi non conservativi per tutte le specie presenti. Sono quindi attivi piani di prelievo delle diverse specie presenti, realizzati sulla base di conteggi e valutazioni specifiche. In particolare, per quanto riguarda i cinghiali, all’interno del quadro delle misure previste per l’eradicazione della Peste Suina Africana dal territorio, è attualmente previsto come obiettivo regionale il contenimento massimo della specie”.
Per quanto riguarda gli aiuti diretti per allevatori e agricoltori, Maletti ha spiegato che “annualmente la Regione mette a disposizione importanti fondi per consentire loro di investire in misure di prevenzione, anche grazie al supporto dei tecnici dei competenti Settori agricoltura caccia e pesca. Ogni anno viene pubblicato, infatti, un bando dedicato alla prevenzione: sui 300mila euro disponibili, circa un quinto viene assegnato per prevenire gli attacchi dei lupi che, su scala nazionale, sono circa 3mila e 300 esemplari stimati. A ciò si aggiungono le risorse messe a disposizione tramite il Piano di sviluppo rurale che, negli ultimi anni, hanno raggiunto complessivamente circa cinque milioni di euro per la prevenzione su tutte le specie. Vengono destinate, inoltre, risorse per circa 90mila euro l’anno per contributi alle aziende colpite. I danni accertati in provincia di Modena per il 2024 ammontano a 9.628 euro, mentre per il 2025 (dato parziale) a 510 euro”.
“Sono inoltre in corso attività di aggiornamento, formazione e coordinamento con le diverse autorità che hanno competenza sul tema (Ausl territoriali, Polizie locali provinciali, Settori agricoltura caccia e pesca). Le Ausl e i Sacp, infatti, effettuano i sopralluoghi per supportare le aziende danneggiate da eventuali attacchi predatori nell’ottenimento di un contributo e migliorare, laddove possibile, la prevenzione fornendo supporto tecnico e accompagnando gli allevatori attraverso azioni specifiche, caso per caso” ha concluso Maletti.
Dal 2019 è disponibile un canale dedicato (mail DifesaLupo@regione.emilia-romagna.it; numero di telefono 051 6375090) per le segnalazioni e per le richieste di intervento. Nato inizialmente per gli allevatori, sta diventando un punto di riferimento anche per istituzioni (comprese le amministrazioni comunali) e cittadini.