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Bomporto: rapina e concorso in rapina aggravati dall’uso di armi, arrestato 41enne

Il 13 settembre 2025, su incarico della Procura della Repubblica, i Carabinieri della Stazione di Bomporto hanno eseguito una misura coercitiva di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Modena su richiesta del Pubblico Ministero, nei confronti di un uomo italiano di 41 anni.
L’indagato è accusato dei reati di rapina e concorso in rapina aggravati dall’uso di armi. I fatti risalgono al 30 giugno 2025, quando l’uomo, armato con un coltello da cucina con lama lunga 15 cm, si introdusse in un supermercato di Bomporto.
Dopo aver minacciato una cassiera puntandole l’arma, la costrinse a consegnare il denaro contenuto nel registratore di cassa, pari a 1.000 euro, per poi darsi alla fuga.
Successivamente, l’8 agosto 2025, l’indagato tornò nello stesso supermercato, questa volta agendo in concorso con un complice rimasto ignoto. I due si impadronirono del denaro di due registratori di cassa e di un blocchetto di monete del valore di 50 euro, dopo aver minacciato nuovamente la stessa cassiera. Durante la rapina, le imposero di rimanere immobile e in silenzio mentre veniva prelevato il denaro.
Al termine dellazione, l’indagato si allontanò a piedi insieme al complice che aveva svolto il ruolo di palo”.
Una terza rapina si verificò il 5 settembre 2025, sempre nello stesso supermercato. Anche in questa occasione, l’uomo minacciò la medesima cassiera con un coltello dalla lama di circa 12 cm e si appropriò del denaro contenuto in una cassa, per un valore di 1.000 euro.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno permesso di ricostruire la dinamica dei fatti attraverso l’analisi delle immagini della videosorveglianza del supermercato e dei possibili percorsi di fuga nelle zone limitrofe. Gli investigatori hanno identificato un uomo con caratteristiche fisiche specifiche e dettagli relativi al vestiario e agli accessori indossati al momento dei reati.
Le immagini hanno inoltre permesso di individuare un’autovettura spesso presente nelle vicinanze del luogo delle rapine, intestata a un soggetto che, tramite l’analisi dei suoi profili social, mostrava particolari identificativi come tatuaggi, abbigliamento e accessori corrispondenti a quelli captati dalle telecamere durante gli eventi criminosi.
La dettagliata testimonianza della cassiera vittima dei reati, insieme agli elementi raccolti dalle immagini della videosorveglianza, ha fornito gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato. Sulla base di queste evidenze, il Pubblico Ministero ha potuto richiedere al G.I.P. la misura coercitiva poi adottata. Si ricorda che l’indagato è da considerarsi presunto innocente fino a eventuale condanna definitiva.
















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