Oggi il Teatro Storchi di Modena (ore 16) ospita, per la rassegna ‘La domenica non si va a scuola’, uno spettacolo importante dedicato all’infanzia: il Pinocchio del Teatro delle Briciole riallestito oggi in occasione del trentennale di Emilia Romagna Teatro Fondazione (al tempo coproduttore del lavoro) è sicuramente uno spettacolo nel quale la commistione tra burattini, forme, figure e attori lo rende unico nel suo genere.
In scena Pinocchio, mosso da attori vestiti di nero come nel teatro giapponese del buranku, vuole percorrere i sentieri del reale per poter abbandonare le sue spoglie burattinesche, ma viene sempre deviato nel suo cammino dalla fantasia che lo avvolge in un mondo di fiaba. D’altra parte, la casa di Geppetto, inscritta in un cerchio rotante di alberi al centro della scena, è un modesto teatrino: il luogo magico dove tutto può accadere, dove la fantasia incontra la realtà. Lì dentro Geppetto modella il ciocco di legno che diventerà suo figlio, ma sempre lì dentro, nel magico rettangolo dietro il sipario, ci saranno Mangiafuoco e le sue terrorizzate marionette, la trattoria del Gambero Rosso dove Pinocchio cena con il Gatto e la Volpe, l’arena del circo che ha comprato il burattino diventato ciuchino, il ventre oscuro della balena. La lucidissima drammaturgia di Bruno Stori ha badato a evidenziare i toni notturni, macabri, allarmanti del testo, felicemente sintetizzati nella memorabile battuta della Fata: “con certi comportamenti si finisce in carcere o all’ospedale”. Pinocchio ne viene fuori per quel che davvero è: una sorta di stralunato e ciclico viaggio infantile nelle trasformazioni catastrofiche della crescita.
Il Teatro delle Briciole
Il Teatro delle Briciole nasce nel 1976 a Reggio Emilia dove, da un gesto d’amore e insieme di ribellione per il teatro d’animazione, inizia a fondare la propria ricerca.
Nel 1979 si trasferisce a Parma dove, nel 1981, costituisce il primo Centro Stabile in Italia di Produzione, Programmazione e Ricerca Teatro Ragazzi e Giovani, poi divenuto Teatro Stabile di Innovazione. Nel 1987 la compagnia si trasferisce nel Teatro del Parco, all’interno del Parco Ducale, un ex edificio industriale recentemente ristrutturato e articolato in tre sale teatrali, attraversate ogni anno da oltre 30.000 spettatori. Un luogo rinnovato in spazi polifunzionali in cui si svolgono rassegne diverse pensate per pubblici di ogni età, un luogo operoso dove creazione e ospitalità si integrano in un progetto aperto e attento a tutte le discipline artistiche: il teatro, la danza, le arti visive, la poesia e il cinema a livello nazionale e internazionale.
Il Teatro delle Briciole si è imposto negli anni all’attenzione del pubblico e della critica attraverso una vasta ed articolata produzione di spettacoli rivolti all’infanzia, ai giovani ed al pubblico adulto, partecipando alle più importanti stagioni di teatro nazionali e internazionali e ottenendo importanti riconoscimenti europei. Inoltre, in questi anni il Teatro delle Briciole ha definito una ricca progettualità su precisi nuclei di indagine poetica quali lo spazio e la relazione con il pubblico, il teatro come iniziazione, il rapporto con la materia, la musica, la storia.
Nel 2007 dalla fusione tra Teatro delle Briciole Teatro Stabile di Innovazione, Cinema Edison e Società dei Concerti, già riuniti da qualche anno nel marchio di Solares Fondazione Culturale, nasce
Solares Fondazione delle Arti. Una nuova realtà culturale che intreccia a 360 gradi teatro, cinema, musica, arti figurative, con radici sempre più profonde nel territorio, capace al contempo di circuitare i suoi progetti in Italia e in Europa, facendo leva su importanti relazioni con centri culturali e personalità di spicco di altri paesi.
Quella che ha preso vita è un’impresa culturale con pochi raffronti in Italia, di modello europeo, con una spiccata identità multidisciplinare che supera i compartimenti ormai obsoleti tra le diverse discipline. Un polo produttivo articolato in due sedi (con più sale, due teatrali e una cinematografica, un’arena cinematografica estiva, sale prove), attento ai processi di trasformazione della società e dell’arte contemporanea, teso ad intercettarne le nuove domande, le nuove tendenze, a promuovere connessioni inedite tra i diversi linguaggi artistici, con uno sguardo particolare al mondo giovanile.