All’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, grazie ad avanzate tecnologie che impiegano nuove metodiche di biologia molecolare e di miniaturizzazione, la ricerca nel campo dei saggi immunodiagnostici sta compiendo importanti passi avanti. Mediante la tecnologia del microarray è, infatti, possibile depositare in aree ristrette, quali la superficie di un vetrino da microscopio chimicamente attivato, matrici ordinate di centinaia di biomolecole (acidi nucleici, proteine, carboidrati e lipidi).
Questa tecnologia possiede pertanto le potenzialità per lo sviluppo di saggi immunodiagnostici in cui possono essere eseguiti simultaneamente, sullo stesso campione biologico (siero o altro), un numero estremamente elevato di reazioni immunoenzimatiche.
A questa nuova tecnologia è dedicato uno specifico workshop su “Microarray proteici:principi e applicazioni”, organizzato dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e patrocinato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che si tiene oggi a partire dalle ore 9.30 presso l’Aula T01 del Centro Servizi Didattici della Facoltà di Medicina e Chirurgia (Via del Pozzo, 71) a Modena. L’iniziativa scaturisce da una collaborazione tra il gruppo di ricerca, coordinato dalla prof. Elisabetta Blasi con i proff. Andrea Crisanti dell’Imperial College di Londra e Francesco Bistoni dell’Università degli Studi di Perugia, che a questo riguardo stanno portando avanti uno studio sui “Microarray proteici nella sierodiagnosi di patologie infettive e nella ricerca diretta di agenti patogeni”.
L’occasione della giornata di studi e favorirà un confronto sui principi generali e sulle straordinarie potenzialità applicative della tecnologia dei microarray proteici nell’attività di diagnosi di numerose patologie. Gli sviluppi di questa tecnologia guardano infatti ad orizzonti estremamente interessanti nel campo della applicazione clinica soprattutto nella identificazione di correlazioni tra molecole e agenti che possono essere responsabili di varie forme di patologie, allergie, malattie autoimmuni, neoplasie.
Quello dei microarray proteici è un sistema miniaturizzato che permette di analizzare piccolissime parti di campioni (componenti del sangue, batteri, proteine) studiando l’interazione tra questi e altre molecole. L’Ateneo emiliano, in linea con i laboratori di Londra e Perugia, si è dotato della strumentazione necessaria allo svolgimento delle attività previste dal progetto e grazie al contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, il Laboratorio di Microbiologia Molecolare del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica ha acquisito recentemente un sistema robotizzato per la preparazione di vetrini microarray e un lettore laser confocale.


