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Muzarelli: Crisi idrica, le misure della Regione

Il Consiglio dei Ministri il 4 maggio scorso, in relazione al pericolo che la siccità degli ultimi mesi conduca ad una crisi idrica (e conseguentemente anche energetica) nella stagione estiva, ha deciso di avviare le procedure per lo stato di emergenza per le Regioni del centro-nord. In questi giorni Governo, Regione e Protezione Civile stanno definendo insieme il decreto operativo con l’obiettivo di governare in modo unitario e coordinato l’uso dell’acqua disponibile, l’ammodernamento della rete idrica, l’incremento dei controlli sui prelievi abusivi. La commissione regionale “Territorio Ambiente Mobilità” ha affrontato questa mattina, le problematiche relative alle esigenze e alle azioni da attivare.


Il presidente della commissione, Gian Carlo Muzzarelli in proposito, ha sottolineato:
“In Emilia-Romagna la situazione idrica attualmente non è allarmante, occorre proseguire con azioni forti per evitare emergenze. Oggi l’acqua in generale è una risorsa tutt’altro che garantita, ed ha assunto, e assumerà sempre di più, un valore straordinario, tanto da essere considerata a livello mondiale l’oro blu, più importante del petrolio; e’ per questo che l’Emilia-Romagna ha definito per legge che le risorse idriche sono un bene comune, pubblico e si è impegnata nel mantenere e nel garantirne la riproducibilità, al fine di salvaguardare le generazioni future. E’ quindi indispensabile affiancare a questa legislazione una assunzione di responsabilità sociale, prendendo atto dei cambiamenti climatici in corso e gestendo le risorse fondamentali con equilibrio.
La legge regionale 25/99 disciplina già l’organizzazione del servizio idrico integrato: in questa cornice, dobbiamo continuare a lavorare per assicurare e valorizzare l’acqua, bene pubblico per eccellenza, garantendo che non venga sprecata.
Il governo delle risorse che è pubblico, deve tutelarne la quantità necessaria e la qualità, e la gestione deve assicurarne qualità ed investimenti.
Occorre pertanto: partecipare al tavolo di coordinamento nazionale per definire la dimensione complessiva del prelievo dal fiume Po delle 4 regioni interessate; assicurare un coordinamento regionale per ottenere l’efficacia di tutti gli investimenti programmati sia sul fronte del piano idrico nazionale (con l’utilizzo dei 124 milioni di euro dati dal Governo ai consorzi di Bonifica), sia con i finanziamenti diretti della Regione ed il programma di emergenza da definirsi nell’ambito del decreto per migliorare le reti ed aumentare gli invasi golenali di uso pubblico.

Inoltre si devono ancora frenare le perdite, per le quali, grazie ai programmi delle ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) dal 2005 al 2007, si sono stanziati investimenti per 395 milioni di euro soprattutto da parte delle multiutility. In Emilia-Romagna, la percentuale delle perdite è scesa al 26% (contro una media nazionale del 42%) e deve ulteriormente calare con l’obiettivo, nei prossimi quattro anni, di giungere al 18%. Il ruolo delle multiutility in questo percorso è fondamentale, perché la loro azione può consentire un impegno economico forte, per un utilizzo più parsimonioso della risorsa acqua e per collaborare a realizzare i Piani di Conservazione già definiti dalla Regione. Dall’altro lato, altrettanto importante è operare sull’educazione al risparmio e ad un migliore utilizzo della risorsa, e garantire gli incentivi necessari perché le case dei nostri cittadini massimizzino l’efficienza, con un opportuno riutilizzo dell’acqua per usi non potabili: in sostanza, case più ecologiche e meno ‘energivore’.

Le azioni regionali inoltre prevedono, con il coinvolgimento del sistema agricolo e dei Consorzi di bonifica, una forte riduzione del consumo di acqua per usi irrigui, tra il 10 ed il 20%. Pertanto incentivando il risparmio e l’utilizzo delle tecnologie migliori è possibile ottenere una diminuzione dell’uso della risorsa, che è necessaria anche per mantenere la produzione elettrica. E’ pertanto, un contributo importante per il recupero di quei 6.600 Mw indicati dal Ministro Bersani come essenziali per evitare blackout, così come lo sono quegli accorgimenti che ogni cittadino può adottare per risparmiare acqua ed energia nell’interesse proprio e collettivo”.

















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