Il Comitato interministeriale appositamente
istituito per l’approvazione del piano di riconversione degli impianti saccariferi dismessi ha varato ieri la direttiva per l’approvazione dei
progetti di riconversione, che le imprese saccarifere dovranno realizzare per ciascuno dei 13 stabilimenti chiusi in Italia a seguito della riforma dell’Ocm zucchero.
Alla riunione del comitato, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, hanno partecipato il ministro delle
Politiche agricole, alimentari e forestali Paolo De Castro, sottosegretari e dirigenti di diversi dicasteri e gli assessori all’Agricoltura delle Regioni interessate.
La direttiva stabilisce che, salvo motivate eccezioni, i progetti dovranno essere presentati entro i prossimi 90 giorni, corredati da un
accordo di riconversione produttiva con la Regione competente per territorio e con tutte le parti interessate, le amministrazioni e i soggetti pubblici coinvolti.
Il Comitato ha inoltre accolto tre richieste di modifica e integrazione del Piano nazionale per la riconversione presentate dall’assessore
all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni. La prima, inerente la sostituzione della proposta progettuale di realizzazione di un
impianto di produzione di bioetanolo a Ferrara, con quella di uno stabilimento per la produzione di contenitori alimentari biodegradabili in pura cellulosa a San Pietro in Casale (BO); la seconda, riguardante la modifica dei progetti del Gruppo Italia Zuccheri/CoproB relativi alle centrali a biomasse a Finale Emilia (MO) e a Ostellato (FE), che non sono stati considerati accettabili dalle istituzioni locali. Per questi ultimi progetti, Rabboni ha ottenuto dal ministro De Castro l’impegno a una
tempestiva riunione in sede nazionale con il Gruppo saccarifero interessato, che verrà chiamato a individuare nuovi progetti.
La terza richiesta si riferisce all’impegno che il ministero deve mettere in campo per raggiungere un’intesa di filiera o un contratto
quadro nazionale per il settore delle biomasse agricole ad uso energetico, analogamente a quanto è recentemente avvenuto, in tema di
biocarburanti, per il biodiesel. L’intesa o il contratto dovranno favorire il raggiungimento di accordi a livello locale tra gli agricoltori e le imprese di produzione agroenergetica, fattore
indispensabile per il concreto avvio di queste nuove filiere produttive.