Le associazioni imprenditoriali della provincia di Modena si sono riunite oggi pomeriggio per approfondire le problematiche correlate ai gravi eventi sismici che nel maggio scorso hanno colpito la provincia modenese. Nell’occasione hanno stilato un documento comune da sottoporre alle Istituzioni preposte che si riporta di seguito in modo integrale.
“Il terremoto che nel maggio scorso ha colpito la provincia di Modena interviene su una struttura sociale e produttiva con un tasso di imprenditorialità tra i più elevati a livello nazionale ed europeo.
Nei diciotto comuni modenesi indicati nel Decreto Ministeriale del 1.6.2012 hanno sede 25.302 imprese, di cui 4.257 del settore agricoltura, 4.808 del settore manifatturiero, 4.257 del settore costruzioni, 4.948 del settore commercio, 1.719 del settore attività immobiliari, 1.104 del settore alberghi mentre le restanti perlopiù appartengono al settore dei servizi (alle imprese ed alle persone). Da stime condotte è risultato che in quell’area si realizza tra l’1 ed il 2% del PIL nazionale.
Quanto prospettato non vuole avere finalità didascaliche ma semplicemente dare l’idea dell’impatto che il sisma ha provocato sul sistema economico territoriale; peraltro è vero che non tutte le aziende indicate hanno subito danni per effetto dell’evento calamitoso, dovendosi tuttavia considerare che i suoi effetti non si sono riverberati solo sulle imprese ivi ubicate ma anche su quelle aventi sede in altre zone della provincia – e non solo – legate alle prime da rapporti di subfornitura o comunque di natura commerciale.
In sostanza il terremoto ha interrotto intere filiere produttive, con conseguenze difficilmente valutabili nella loro effettiva portata nel breve periodo; sin da subito è in ogni caso emerso che le ripercussioni sarebbero state devastanti, innestandosi il terremoto in una situazione di crisi che – come è noto – sta minando l’economia già da diversi anni.
Evidenti anche gli effetti sotto il profilo sociale, tenuto conto che le imprese di quelle zone occupano e dunque consentono la sopravvivenza di migliaia di persone (e di famiglie).
Quello che immediatamente dopo le prime scosse è trasparito, è l’abnegazione, la voglia di ricominciare degli imprenditori – e più in generale dei cittadini – locali facendo emergere uno spirito quasi geneticamente indirizzato al “fare”.
A distanza di diversi mesi dagli eventi di maggiore magnitudo, si può tuttavia affermare che siamo entrati in una nuova fase, in cui si è acquisita consapevolezza che accadimenti similari possono capitare anche nelle nostre terre (prima si riteneva – evidentemente a torto – che ciò non potesse avvenire), si è accantonato l’approccio entropico dettato dall’emergenza e si sono maturate riflessioni di più ampia portata anche in chiave prospettica.
IN QUESTO CONTESTO È EMERSO IN MANIERA CHIARA ED INEQUIVOCABILE CHE LE IMPRESE, DA SOLE, NON RIUSCIRANNO A FAR FRONTE ALLE DIFFICOLTÀ IN ATTO, poiché la pur forte struttura sociale e produttiva, non è rimasta immune dai rischi della crisi economica globale che si ripercuote nel nostro Paese con gli effetti che tutti conosciamo (delocalizzazione, difficoltà di accesso al credito, pagamenti in sofferenza, alta tassazione, ecc.).
E proprio questa la ragione per cui le scriventi Associazioni sono intervenute, per farsi portatrici delle istanze delle imprese modenesi dei vari settori, per dare loro forza esercitando un ruolo di rappresentanza che, sulla scorta del principio di sussidiarietà costituzionalmente riconosciuto e garantito, è loro proprio.
Più segnatamente l’intendimento è quello di sottolineare che a fronte di eventi della portata di quello che ha interessato le nostre terre lo spirito di sacrificio non può bastare, essendo necessario il supporto delle Istituzioni, da intendersi nel senso più lato possibile, riferendosi cioè a tutti coloro che hanno competenze specifiche al riguardo.
Per questa ragione si è ritenuto di portare alla Vostra attenzione alcuni “titoli” ovvero priorità da valutare e perseguire, nell’interesse del sistema imprenditoriale, come di seguito evidenziati.
Si tratta di tematiche comuni a tutte le imprese dei diversi settori che caratterizzano l’area interessata, ancorché da valutarsi in ordine alla loro specificità.
Burocrazia
E’ indispensabile alleggerire le procedure di autorizzazione che interessano le imprese eliminando tutti gli adempimenti inutili. Le imprese modenesi saranno tanto più rapide nella ripresa della loro attività e nel superamento delle difficoltà in atto quanto meno burocrazia saranno obbligate ad osservare.
A titolo esemplificativo, si segnala, che solo a distanza di cinque mesi dalle prime scosse si è avuto certezza in ordine alle modalità con cui dovranno essere presentate le domande di contributo da parte delle imprese che hanno subito danni ed i costi che verranno finanziati. Le imprese hanno bisogno di tempi brevi e certi, hanno bisogno di concentrare tutte le loro risorse sul ripristino ed il rilancio delle proprie attività e non possono nel modo più assoluto permettersi ulteriori costi dovuti ad inutili adempimenti burocratici che sarebbero difficilmente accettati. Affermiamo ciò alla luce dell’esperienza in ordine alle richieste di indennizzo per le abitazioni con danni B e C, che ci consegna un eccessivo appesantimento burocratico tanto da rendere quasi impraticabile l’iter di accesso alle domande di indennizzo.
Ovviamente si auspica che tutto quanto indicato nel relativo provvedimento della Regione venga realizzato ed attuato così come previsto, anche se sin da ora si segnala che i tempi appaiono del tutto incongrui.
Imposte e tasse
E’ necessario che le imprese possano operare nei prossimi mesi avendo certezza in ordine all’assetto che dovranno rispettare nel medio periodo per quanto concerne gli adempimenti fiscali.
Un sistema politico che parta dai bisogni reali delle imprese e dei cittadini colpiti da un evento terribile come il terremoto, non può chiedere il pagamento delle imposte prima di aver erogato i contributi a risarcimento dei danni subiti. Invece in merito alle sospensioni e proroghe sino ad oggi operate è di tutta evidenza che si è proceduto “a singhiozzo”; per tale ragione si chiede che si stabilisca una sospensione e/o proroga almeno sino al 30.6.2013 per il pagamento di imposte e tributi vari, prevedendo sin d’ora che gli importi vengano recuperati senza interessi e stabilendo le modalità di rateizzazione. Per le imprese che non hanno subito danni diretti chiediamo quindi una dilazione in 5 anni, mentre per le imprese che hanno subito danni riteniamo necessaria una rateizzazione in 10 anni. Chiediamo inoltre che per le imprese colpite sia istituita una fiscalità di vantaggio che potrebbe sostanziarsi nella defiscalizzazione e decontribuzione che, indicativamente, in un triennio andrà progressivamente ad esaurirsi.
Questo territorio ha in bisogno di un urgente rilancio da un punto di vista economico che, come sempre accade, si potrà ottenere solo attraverso degli investimenti.
Quest’area se è vero che rappresenta quasi il 2% di PIL, è altrettanto vero che ha sempre garantito un gettito di risorse per lo Stato (Erariali e Contributive) di una certa rilevanza. Ora questo gettito occorre rimanga per qualche anno in questo territorio attraverso il meccanismo delle Zone Franche Urbane (ZFU) per due semplici motivi:
1) perché tali agevolazioni per qualche anno possono frenare aziende che altrimenti potrebbero decidere di spostarsi, potrebbe attirare nuove aziende e nuovi investimenti che andrebbero a rafforzare l’area economicamente creando quel volano economico positivo che ci porterebbe ad avere più produzione, più occupazione, più reddito, più consumi, più terziario, e benefici in tutto il territorio e per il sistema Paese.
2) perché lo Stato si trova di fronte ad un bivio: scegliere di investire rinunciando per qualche anno ad una parte del gettito finalizzato ad averlo (anche in misura maggiore) nel futuro, o rinunciare per sempre al gettito del passato nella consapevolezza che in questo territorio caleranno aziende, occupazione, reddito, consumi e conseguentemente il gettito fiscale sarà vicino al 50% rispetto al passato.
In sostanza chiediamo che la leva fiscale venga utilizzata per costruire un sistema di sostegno alla ripartenza delle imprese.
Rispetto al DL 174 del 10 ottobre la previsione di pagare con finanziamento bancario propone un’oggettiva farraginosità ed impatta ancora una volta sulla burocrazia che pesa sulle imprese. Per questo ci sentiamo di reiterare la richiesta di proroga al 30/06/2013.
Al mondo agricolo infine va riconosciuta un’adeguata proroga per l’accatastamento dei fabbricati rurali, atteso che i tecnici a ciò preposti, ingegneri, geometri, agronomi, sono oggi pressoché totalmente impegnati, e lo saranno ancora per diverso tempo, nei lavori di valutazione dei danni e ricostruzione ed altresì va riconosciuta un’eventuale defiscalizzazione o credito d’imposta derivante dall’iva pagata per l’acquisto dei mezzi di produzione danneggiati e scorte e non recuperabile con il regime speciale iva agricolo.
Banche
In un contesto come l’attuale è vitale il ruolo del sistema bancario. Si è perfettamente consapevoli che le difficoltà in atto si stanno riverberando negativamente su tutti i soggetti economici e dunque anche sulle banche, tuttavia queste ultime non possono abdicare al ruolo di soggetti erogatori di credito che è loro proprio. D’altra parte la mancanza di liquidità – e dunque l’accesso al credito – rappresenta oggi uno dei problemi principali a cui si può porre rimedio solo con il supporto degli Istituti di credito. Con ciò non si intende sostenere che non occorra essere selettivi, essendo tuttavia necessario che venga data fiducia alle imprese, soprattutto a quelle che sempre hanno onorato i loro impegni; solo così sarà possibile che queste ultime restituiscano alla comunità in termini di beni e servizi le risultanze dell’attività svolta, con evidenti benefici per l’economia nel suo complesso.
E’ inoltre indispensabile che venga data concreta attuazione agli accordi siglati tra Banche e Regione Emilia Romagna per evitare che restino mere dichiarazioni d’intenti (non è proprio tollerabile che l’imprenditore che si reca presso uno sportello bancario per poter accedere a finanziamenti di cui alle convenzioni predette si senta rispondere che ciò non è possibile per l’assenza dei moduli idonei a tale fine).
Infrastrutture
Un contributo alla ricostruzione ed al rilancio dell’economia delle aree geografiche colpite, può venire dalla realizzazione delle infrastrutture programmate e previste da tempo. Infatti nei territori colpiti dal sisma sono in via di realizzazione, in quanto già assegnate a società costituite per la loro realizzazione, due importanti infrastrutture: la nuova autostrada “Cispadana” e la riqualificazione ad autostrada della “Ferrara-Porto Garibaldi”. E’ inoltre in corso di aggiudicazione tramite gara, la realizzazione della bretella autostradale Sassuolo-Campogalliano, nonché la prevista realizzazione della terza corsia dell’A22. Questo insieme di interventi infrastrutturali, che rientrano nell’ambito della programmazione regionale prevista dal PRIT, rappresentano uno degli strumenti che Regione e territori locali si sono dati per garantire lo sviluppo e la qualificazione delle attività produttive e civili della Regione nel suo insieme, anche in una ottica nazionale. Oggi, alla luce del dramma sociale e produttivo, causato dal sisma, tali strumenti diventano una leva potente per il recupero, la ricostruzione e il rilancio di queste zone. Si tratta quindi di progetti importantissimi per il nostro territorio, anche e soprattutto per le imprese ubicate nelle zone maggiormente colpite dal sisma ed è indispensabile che non subiscano ritardi per effetto degli eventi calamitosi; sia in una ottica di breve periodo, in quanto la loro fisica realizzazione consente di muovere sul territorio, in breve tempo, risorse e lavoro, sia in una ottica di medio-lungo periodo, consentendo un rafforzamento e una qualificazione strategica delle condizioni logistiche e infrastrutturali per il mantenimento e lo sviluppo degli attuali insediamenti produttivi.
Per queste ragioni è opportuno mettere in campo una serie di iniziative legislative e organizzative che riescano a tenere insieme il momento dell’emergenza e quello del rilancio. E’ indispensabile da subito, predisporre anche quei provvedimenti e quelle azioni che consentano di non interrompere la realizzazione delle infrastrutture previste, nell’ottica prima descritta.
Ricostruzione
Pur nella tragicità della situazione che si è venuta a creare, la ricostruzione che necessariamente nei prossimi anni interesserà tutte le zone colpite dal sisma potrà rappresentare una grande occasione di riqualificazione territoriale. La riqualificazione passa necessariamente attraverso opere realizzate da imprese affidabili in grado di operare secondo criteri di economicità e che puntano alla qualità, conoscendo inoltre il contesto in cui sono chiamate ad intervenire.
Si chiede pertanto che, ovviamente nel rispetto della libera concorrenza e del principio della parità di trattamento, i bandi che verranno strutturati ai fini predetti tengano conto delle esposte esigenze.
La ricostruzione deve essere concepita fin dalle prime fasi nell’ambito di una legislazione che preveda strumenti programmatici innovativi da adottare a livello Regionale. Occorre una revisione delle norme che consenta rapidamente la redazione ed approvazione di piani comprensoriali di ricostruzione con una normativa speciale e dedicata, completamente orientata al consolidamento, ammodernamento e qualificazione della base produttiva facendo perno sulla programmazione comunale. Tale semplificazione normativa dovrà riguardare la ricostruzione e la rinascita dei centri storici, al fine di assicurare il massimo recupero possibile del patrimonio edilizio in tempi brevi, facilitando tutte le opportunità di rigenerazione delle funzioni in grado di ricostruire la vitalità dei tessuti urbani. In tal senso ci sentiamo di riproporre la necessità di un decreto specifico che faciliti e velocizzi la ricostruzione dei centri storici.
Chiarezza e trasparenza
In chiusura il tema della chiarezza e della trasparenza che deve caratterizzare trasversalmente ogni azione ed intervento nei riguardi delle imprese e dei cittadini colpiti dal sisma.
Tutti coloro che operano in quest’ambito debbono fornire messaggi chiari e comprensibili, di modo che non vi possano essere margini di discrezionalità nell’applicazione delle diverse normative”.
(ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE – Confcooperative, Lega Coop e AGCI, APMI MODENA – CONFIMI, CIA MODENA, CNA MODENA, COLDIRETTI MODENA, CONFAGRICOLTURA MODENA, CONFCOMMERCIO MODENA, CONFINDUSTRIA MODENA, CONFESERCENTI MODENA, COPAGRI MODENA, FAM – FAMIGLIA ARTIGIANA MODENESE, LAPAM CONFARTIGIANATO MODENA)


