Il mondo economico bolognese si unisce attorno al manifesto nazionale ‘Per salvare l’Italia’ lanciato da Confindustria, da’ il via ad una sottoscrizione tra gli imprenditori locali e promette di declinarlo a livello locale nei prossimi giorni. Un elenco di priorita’ e richieste che saranno presentate al Comune, gia’ in sede di udienze conoscitive per la definizione del bilancio di previsione. Questa in estrema sintesi l’inziativa presentata oggi nella sede dell’associazione degli industriali dai vertici locali di Agci, Cna, Confartigianato, Confcommercio Ascom, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop e Unindustria.
E’ l’intero arco economico bolognese a schierarsi in rappresentanza di 42.300 imprese associate che danno lavoro a circa 300 mila persone, pari al 50% della popolazione attiva locale. “Siamo il primo territorio che risponde all’iniziativa nazionale, evidentemente e’ nel nostro Dna” spiega il presidente di Unidustria Alberto Vacchi, che precisa “non vogliamo sostituirci al Governo, ma vogliamo supportare l’iniziativa nazionale e fare la nostra parte a livello sul territorio”.
Vacchi chiede, prima di tutto, “che siano liberate risorse per gli enti locali”, in modo tale da creare quella che il presidente di Legacoop Giampiero Calzolari chiama “sussidiarieta’ orizzontale, perche’ gli enti pubblici non possono piu’ farcela da soli”.
“Noi non abbiamo i soldi per comprare pagine dei giornali” esordisce Calzolari, facendo riferimento all’iniziativa di Diego Della Valle, “ma siamo tutti qui per far nostro un documento che e’ frutto di intelligenza, generosita’ e capacita’ di mediazione, qualita’ che sono assenti nella politica”.
“Da qui a 10 giorni raccoglieremo migliaia di firme in calce a quel documento e ne declineremo uno locale condiviso tra gli imprenditori responsabili” continua in numero uno di Legacoop, ricordando che l’iniziativa “non e’ contro la politica, ma per la politica e per rilanciare il territorio che fa in conti con un taglio di risorse pari a 79 milioni di euro, di cui 50 milioni di riduzione della spesa e 28 milioni di tagli ai trasferimenti”.
Quello che si e’ schierato oggi in via San Domenico e’ “un coordinamento che speriamo di mantenere anche quando l’emergenza sara’ passata” anticipa Calzolari convinto che “anche a Bologna serve coraggio e discontinuita’”. “Occorre un nuovo concerto, ma occorre che tutti suonino lo stesso spartito” avverte, precisando che serve “un grosso sforzo di concretezza”. Secondo Calzolari, in sostanza, “bisogna aprire i cantieri, per dare lavoro ed evitare il disastro sociale”. Ad esempio sul People Mover, la sopraelevata che dovrebbe collegare la stazione all’aeroporto (e magari arrivare fino alla Fiera come vorrebbe il numero uno dell’expo bolognese Duccio Campagnoli), per Calzolari “bisogna decidere, se lo si vuole fare, il Comune deve lasciare al proprio destino quanti dicono di ‘no’ a tutto, non dare piu’ spazio ai comitati e aprire i cantieri”.
Il presidente di Confartigianato Gianluca Muratori guarda al Piano strategico, piu’ volte annunciato dagli enti locali (dal Comune, dalla Regione e dalla Provincia) e pensa soprattutto alle piccole e medie imprese che, dice, “rischiano lo tzunami”. In generale, tutti concordano sulla necessita’ di un efficientamento della pubblica amministrazione, ma anche ad un nuovo ruolo dei privati nelle societa’ partecipate, con un ingresso in quelle attinenti ai settori di competenza, come ad esempio il Tpl per la Confocooperative che si e’ gia’ candidata a gestire i trasporti su gomma.
“Le istituzioni devono darci una mano anche sul fronte del credito” chiede Tiziano Girotti di Cna, per il quale serve “un cartello con le banche” volto a garantire l’accesso al credito e i finanziamenti all’impresa.”Individuare i settori che possono crescere e puntare su quelli, perche’ l’obiettivo e’ creare ricchezza e posti di lavoro”. Questo il sollecito del presidente di Confesercenti di Sergio Ferrari che cita “il turismo”, precisando “questo settore non e’ per niente in crisi e sta dando grandi soddisfazioni”. E ancora, “recuperare una cultura del lavoro” e’ l’invito di Massimo Motti di Agca che vede “inevitabile un rapporto di confronto con i sindacati”.
E mentre il presidente di Ascom Enrico Postacchini torna a suggerire un reinvestimento del ‘tesoretto’ degli enti bilaterali per ridare fiato ai settori che hanno contribuito a crearlo (come il commercio), Vacchi, rispondendo ai cronisti, conclude con un commento sul caso della Bruno Magli, il calzaturificio bolognese che sta per spostare la sua attivita’ commerciale a Milano, mettendo a rischio 90 posti di lavoro a Bologna. “In questo caso il sistema e’ arrivato lungo – ammette Vacchi – e’ un caso che deve insegnarci ad affrontare le cose prima che si verifichino, perche’ ora trovare delle soluzioni non sara’ facile”.