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Sassuolo: ripristino delle condizioni di vivibilità di uno stabile degradato

A seguito di un sopralluogo effettuato dalla Polizia Municipale di Sassuolo, unitamente ai Vigili del Fuoco, personale dell’Azienda Usl e dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sassuolo, è stata verificata una situazione di degrado abitativo e di pericolosità di un casolare rustico ubicato in via Regina Pacis.

Lo stabile era stato già oggetto di verifiche negli anni passati, che avevano portato a denunce penali senza tuttavia risolvere la situazione di abuso tutt’ora presente; si tratta infatti di una serie di locali, circa 20, abusivamente trasformati in appartamenti ed occupati da circa una trentina di persone tra cui alcuni minori.

Il sopralluogo ha accertato che in tutti i locali mancano le condizioni minime sia di tipo edilizio che di tipo igienico/sanitario tali da consentire una permanenza stabile di persone al loro interno. Di questi, due locali presentano inoltre condizioni di pericolosità per gli occupanti in quanto, oltre a non possedere i requisiti di abitabilità, possono creare problemi per l’incolumità e la salute degli occupanti: sono state infatti rinvenute al loro interno stufe a legna senza gli opportuni scarichi, bomboloni del gas artigianalmente istallati ed impianti elettrici non a norma. Sulla scorta del sopralluogo effettuato sono stati attivati due distinti procedimenti che, a diverso titolo e con diverse tempistiche, porteranno allo sgombero dei locali e al ripristino edilizio degli stessi.

Il primo procedimento, di natura prettamente edilizia, consiste nel concordare con i proprietari e gli inquilini un percorso graduale di sgombero e di demolizione delle opere abusive realizzate all’interno dei locali; il secondo procedimento, improntato a tematiche di sicurezza, comporterà in tempi brevi l’allontanamento degli occupanti dai due locali definiti a rischio sia dagli accertamenti eseguiti dai vigili del fuoco che dai riscontri forniti dall’azienda Usl.

Per quanto riguarda l’aspetto sociale, le famiglie residenti in quei locali, in parte italiani ed in parte extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno, si procederà sulla falsariga di quanto fatto con i residenti di via Adda 77 trovando soluzioni alternative qualora non fossero in grado di reperirle personalmente.

















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