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Al via domani il Festivalfilosofia 2010: oltre 200 appuntamenti sulla Fortuna

Un tema di buon auspicio per il decennale del festivalfilosofia. E’ “fortuna”, infatti, la parola chiave dell’edizione 2010 che si svolge a Modena, Carpi e Sassuolo dal 17 al 19 settembre in 40 luoghi diversi delle tre città. Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, rassegne di film, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli appuntamenti sono quasi 200 e tutti gratuiti.

Il festival, che lo scorso anno ha registrato oltre 150 mila presenze, è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, i cui fondatori – ovvero i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Provincia di Modena, la Fondazione Collegio San Carlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – sono i soci storici che hanno partecipato alla realizzazione del festival fin dalla prima edizione. Piazze, chiese e cortili ospitano le oltre 50 lezioni magistrali del festival, che vede quest’anno tra i protagonisti Roberto Esposito, Massimo Cacciari, Emanuele Severino, il modenese Carlo Galli, Tullio Gregory, Salvatore Natoli, Angelo Panebianco, Michela Marzano, Piero Coda, Marcello Veneziani, Sergio Givone, Enzo Bianchi, Elena Esposito e Remo Bodei, supervisore scientifico del festival fin dalla prima edizione e ora Presidente del Comitato scientifico del Consorzio. Molti anche i filosofi stranieri, circa un quarto del totale, che vengono da ogni parte del mondo: tra loro i francesi Jean-Luc Nancy, Jean Pierre Dupuy, Francois Jullien e Marc Augé, che fa parte del comitato scientifico del Consorzio, i tedeschi Peter Sloterdijk, Jürgen Moltmann e Gerd Gigerenzer, l’americano Niles Eldredge e due sociologi che hanno trovato asilo in Gran Bretagna come il polacco Zygmunt Bauman e l’ungherese Frank Furedi.

Il programma delle lezioni magistrali si svolge all’insegna dell’esposizione contemporanea all’incertezza che contraddistingue sia l’esperienza degli individui – costretti a trovare rimedi biografici per problemi sistemici -, sia delle società, pressate da rischi di tipo ambientale, finanziario, sociale. Di tale incertezza – questo sembra essere un leitmotiv della filosofia contemporanea – si può fare non solo una diagnosi, ma anche buon uso. I grandi maestri convocati al festival si confronteranno pertanto con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee della fortuna, dal rapporto tra eccezione e ordine nella sfera politica, al carattere creativo dell’imprevisto, dalla teoria del rischio alle tecniche della sua calcolabilità, dal lavoro antropologico e simbolico delle culture per addomesticare il futuro all’esperienza dell’azzardo e della scommessa.

Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”: esperti eminenti commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema della fortuna, da Cicerone a Petrarca, da Machiavelli a Montaigne, da Spinoza e Leibniz a Voltaire, da Heidegger a Jonas, fino a Rawls.

Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo coinvolge la narrazione (con letture di Erri de Luca, Stefano Benni, Alessandro Haber, Paolo Nori), il teatro (con Paolo Rossi, Paolo Hendel, Paolo Villaggio), il cinema (tra i film proposti c’è anche una rassegna dedicata al personaggio di Fantozzi), la musica (con jazz, melodrammi, balletti), i libri, le iniziative per bambini e ragazzi.

Oltre trenta le mostre proposte in occasione del festival: due installazioni dell’artista giapponese Hidetoshi Nagasawa, la più grande retrospettiva italiana dedicata a Daido Moriyama, un omaggio a John Cage, una collettiva in cui 100 autori contemporanei presentano la loro riflessione sulla condizione “fortunata” dell’artista, un’esposizione di figurine su “il gioco delle sorti” – ovvero sul rapporto tra gli uomini e gli astri -, una dedicata agli “ex voto” e una rara installazione di Alessandro Bergonzoni.

E, accanto a pranzi e cene filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per settanta ristoranti ed enoteche delle tre città, nella notte di sabato 19 settembre è previsto il “Tiratardi”, con iniziative e aperture di gallerie e musei fino alle ore piccole.

Per realizzare questo immenso programma, il Consorzio per il festivalfilosofia può contare sull’apporto dei Soci (fra i quali spicca la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena) e sul consolidato supporto di un sistema di imprese, soprattutto territoriali, che si riconoscono nel progetto. Tre le categorie di sostenitori: in primo luogo i finanziatori istituzionali, che per l’edizione 2010 sono Camera di Commercio di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Regione Emilia-Romagna, e Confindustria Modena, segnale di una forte e positiva collaborazione tra il Consorzio e i principali soggetti pubblici e privati del territorio. Accanto a loro stanno sponsor come FER Ferrovie Emilia-Romagna, nel solco di una continua presenza al festival; Unicredit Banca, uno dei più importanti istituti italiani per il credito alle famiglie e alle piccole imprese; Gamma Due, azienda leader nel settore ceramico.

Come sponsor tecnici offriranno al festivalfilosofia i loro servizi la multiutility HERA, le forniture per ufficio Gavioli, Buonristoro, azienda concessionaria di distributori automatici, Mo.Mar, società di comunicazione visiva e allestimento mostre, e Santimone Comunicazione, specializzata nelle fornitura di impianti tecnologici.

CINQUANTA LEZIONI SUL BUON USO DELL’INCERTEZZA

Nelle piazze e nei cortili del festivalfilosofia si rifletterà su contingenza e rischio, probabilità e azzardo.

Esposti all’incertezza, gli individui devono imparare a convivere con destini personali aleatori e interamente privatizzati; pressate da rischi di vario tipo – ambientali, finanziari, sociali – le società devono ripensare i princìpi dell’agire collettivo e interrogarsi se sia possibile compiere scelte pienamente sicure e governabili. Il programma di lezioni magistrali del festivalfilosofia – che a Modena, Carpi e Sassuolo dal 17 al 19 settembre 2010 celebrerà il suo decennale – porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città celebri maestri del pensiero, che si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee della fortuna, dal rapporto tra eccezione e ordine nella sfera politica, al carattere creativo dell’imprevisto, dalla teoria del rischio alle tecniche della sua calcolabilità, dal lavoro antropologico e simbolico delle culture per addomesticare il futuro all’esperienza dell’azzardo e della scommessa.

La questione della contingenza

La questione della fortuna rinvia in primo luogo allo statuto della contingenza (ciò che “ci tocca”) e al conseguente rapporto tra il possibile e il necessario. A Jean-Luc Nancy – voce tra le più significative della filosofia continentale – toccherà mostrare di cosa è fatta la “chance”, cioè apertura verso un Essere in sé fortuito, che sfugge a ogni proiezione di calcolabilità, e per il quale occorre porsi in una disposizione di accoglienza. Peter Sloterdijk – forse il più originale pensatore in scena – affronterà il tema dell’occasione in una grande diagnosi d’epoca, per mostrare come la modernità – nata nella celebrazione del rischio, dell’avventura, del viaggio e della scoperta – abbia subìto un ripiegamento nel segno delle assicurazioni e delle rassicurazioni. Massimo Cacciari prenderà di petto il tema della possibilità nel suo inquieto rapporto “amletico” con la decisione e la fatalità, mentre Sergio Givone e Maurizio Ferraris svolgeranno riflessioni sulla relazione tra possibile e necessario da ottiche distinte, la prima orientata alla questione morale della libertà e della colpa, la seconda dedicata al principio di necessità della realtà materiale.

Il contingente è ciò che tocca e dunque che trasforma. Ne consegue che il lavoro della contingenza chiama a un continuo ripristino di ordine per fare fronte al cambiamento e all’eccezione, come sul piano dell’ordine politico moderno mostrerà Carlo Galli. Tali tentativi di ricostruzione sono altrettante risposte alla paura che domina la condizione umana e sociale, come argomenterà Roberto Esposito. Questa incompiutezza dell’ordine contemporaneo può tramutarsi in occasione, e non a caso Salvatore Veca ne farà l’elogio.

Anche l’ordine economico è in questione: d’altronde “fortuna” è parente di “ricchezza” e di “abbondanza”. Come distribuire le ricchezze, ossia come compensare mediante apposite politiche la diseguaglianza delle fortune determinata dalla “lotteria del capitalismo”, è il tema della lezione di Massimo Pivetti, mentre Marcello De Cecco e Oscar Giannino, in un dibattito condotto dalla giornalista Maria Concetta Mattei, si confronteranno su un’altra valenza economica della fortuna, ossia se il mercato produca ordine ed equità in modo cieco e spontaneo (come se fosse esso stesso una dea bendata) o non debba invece essere governato da regole.

Dispositivo d’ordine per eccellenza, il campo enciclopedico ambisce a sistemare il sapere secondo un criterio ontologico che è tuttavia caratterizzato da una struttura paradossale, perché tale criterio viene rovesciato in un criterio alfabetico che restituisce alla consultazione accostamenti fortuiti: ne discuteranno in un grande dibattito condotto da Armando Torno Remo Bodei, Maurizio Ferraris, Tullio Gregory e Giovanni Reale.

La contingenza è anche ciò che tocca ai singoli. Ampio risalto verrà dunque dato al piano etico e antropologico su cui si gioca la partita della fortuna contemporanea. Zygmunt Bauman – il più influente filosofo sociale contemporaneo – ribadirà il paradosso nel quale sono presi gli individui della modernità “liquida”, costretti a cercare rimedi individuali e biografici per risolvere problemi sistemici. La tensione tra fato e libertà, tra norma e caso, è del resto coessenziale all’esperienza dell’umano (come argomenterà Emanuele Severino). E anche in ambito religioso la fede è spesso piena accettazione di “precarietà”, gratuita fiducia in Dio: ne parlerà Enzo Bianchi. Ciò nonostante le culture hanno messo a punto pratiche o sistemi d’interpretazione per rendere stabile l’instabile, come mostreranno Marino Niola (che analizzerà le forme della “superstizione” nella cultura contemporanea) e François Jullien (che presenterà il pensiero della trasformazione contenuto nei Ching, testo divinatorio fondamentale della cultura tradizionale cinese). La sfida al destino che si fa amore per il fato – argomento della lezione di Marcello Veneziani – non può far dimenticare che spesso vengono dati in sorte ruoli e condizioni che non rispecchiano il merito e la giustizia, come nel caso della condizione femminile, di cui parlerà Michela Marzano. È su questo piano che l’esperienza del contingente fa posto a una critica di ordine etico, per discutere i criteri della sorte morale (come nella tradizione anglosassone di cui è interprete Armando Massarenti) o per guardare, come farà Salvatore Natoli, all’imponderabile che governa la vita morale mettendo tragicamente a repentaglio l’ideale della misura. A una riflessione sulla possibilità del Bene e sul modo in cui fondare l’esperienza della felicità, dalla teorizzazione aristotelica fino agli esiti nichilistici dell’epoca contemporanea, è dedicata la lezione di Gustavo Zagrebelsky.

Rischio e responsabilità

Una seconda grande area in cui si riformula la questione della fortuna è quella del rischio, categoria che da ormai un trentennio contraddistingue le società contemporanee, anzi il destino globale degli Stati e del pianeta. Alla teoria del rischio in una delle sue più avanzate formulazioni sociologiche è dedicata la lezione di Raffaele De Giorgi, mentre Pier Paolo Portinaro e Frank Furedi discuteranno due importanti strategie di condotta per neutralizzare i rischi: il primo ricostruirà i princìpi dell’«etica della responsabilità», mentre il secondo discuterà criticamente il “principio di precauzione”.

La tematica del rischio e della catastrofe è sopraggiunta nelle scienze sociali partendo da una lunga carriera anche nelle scienze naturali. Jean-Pierre Dupuy – influente filosofo della scienza, docente a Parigi e Stanford – esporrà pertanto la sua teoria globale della catastrofe, mostrando le connessioni tra male naturale e male morale. Niles Eldredge, coautore con Stephen J. Gould della teoria degli equilibri punteggiati, presenterà a sua volta le estinzioni catastrofiche della biodiversità, oggi per la prima volta dovute a cause umane, come elemento caratterizzante dei processi evoluzionistici.

La cattura del futuro

La questione del rischio, essendo connessa al governo degli effetti, si lega a un altro vasto quadro nel quale opera la fortuna, ossia l’apertura di futuro propria di ogni accadere. La modernità si è specializzata in tecniche di anticipazione del rischio tramite le quali si è creduto di addomesticarlo rendendolo calcolabile e statisticamente regolabile. Alle tecniche e discipline di “cattura” del futuro sono dedicate alcune lezioni in programma. Gerd Gigerenzer, scienziato cognitivo e direttore del Max Planck Institute di Berlino, si soffermerà sui vincoli emotivi e “viscerali” della decisione, mentre Elena Esposito mostrerà come ogni proiezione probabilistica, soprattutto nei mercati finanziari dei “futures”, comporti sempre un quadro “finzionale” orientato da aspettative di aspettative. Angelo Panebianco, operando su modelli diffusi nelle scienze sociali, analizzerà il rapporto tra cause ed effetti, spiegazione e previsione dei fenomeni, in una linea che rimette in gioco il tema dell’autonomia dell’azione, mentre Nicla Vassallo mostrerà come le tecniche di sapere possano produrre conoscenza anche mediante l’errore.

In una prospettiva più ampia, Marc Augé, membro del Comitato scientifico del Consorzio, proporrà di valorizzare anche nelle pratiche sociali il modello dell’ipotesi scientifica, dove si coniugano dubbio e speranza , superando i miti nostalgici o utopici. A Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia, toccherà il compito di delineare lo statuto filosofico della previsione, dove la questione del caso e della previsione interseca, da un lato, il rapporto tra libertà e necessità e, dall’altro, lo scarto di scala tra la percezione individuale e quella generale, statistica, della certezza.

Tra i campi dell’esperienza umana quello delle religioni ha fornito evidentemente massicci contributi per catturare il futuro. Jürgen Moltmann e Piero Coda, da prospettive teologiche e confessionali distinte, si soffermeranno sullo scarto antropologico e religioso tra elezione e grazia, tra principio speranza e dottrina delle predestinazione, discutendo se e quanto il futuro degli uomini sia disponibile alla loro scelta. In ottica più storica, Giorgio Stabile ricostruirà la storia di lunga durata della “ruota della Fortuna” come grande dispositivo concettuale e iconografico che, a partire dal mondo classico, ordina il tempo cosmico, storico ed esistenziale attorno all’idea di ciclicità. Sarà Giovanni Filoramo ad analizzare il contesto e i significati delle dottrine della Provvidenza nella fase di formazione della cultura teologica cristiana, mentre Giovanni Reale interpreterà il mito platonico di Er (narrato nella Repubblica), dove si discute la scelta dei «paradigmi di vita» operata sotto gli occhi della Moira, cioè del destino.

Gioco e creazione

Che il calcolo della probabilità spesso sia in scacco e si debba invece rapportarsi al futuro come proprio destino ben lo sanno i giocatori, specie quelli d’azzardo, sedotti dalle promesse della fortuna. Franco La Cecla seguirà questa esperienza ai tavoli da gioco e negli altri interstizi della vita quotidiana, come le sale per scommesse, dove la vertigine dell’azzardo indica come la posta in gioco sia, né più né meno, il venire all’essere o il piombare nel nulla. Marco Vozza si dedicherà invece a un’esperienza peculiare di avventura, di incontro azzardato dagli effetti imprevedibili, come è il caso dell’avventura amorosa. A una singolare promessa di fortuna, nel cuore stesso di un mondo apparentemente governato dalle gerarchie della risultanza statistica, si rivolgerà invece Milad Doueihi con una lezione sulla funzione “I am feeling lucky / Mi sento fortunato” del motore di ricerca Google.

Esplorando i confini tra arte e vita, tra opera e mondo, Massimo Carboni attraverserà le creazioni contemporanee per rilevare come il fortuito, l’indeterminato e il circostanziale divengano dimensione stessa dell’opera, ormai ricettiva di ciò che sta prima e fuori da essa.

Per tutti i nati con la camicia (di forza), il talentuoso attore-autore Alessandro Bergonzoni – in una vera e propria lezione magistrale – inseguirà la fortuna nei suoi paradossi linguistici più eloquenti e avventurosi, chiedendo «a tutti i nati con la camicia di forza di tornare innati, di puntare tutto sul tutto, di giocare senza sapere a cosa. Perché solo coi dadi tondi, le salite e le discese, si capirà se perdiamo o se le nostre guarnizioni tengono, a noi e al mondo».

La lezione dei classici

Completerà il programma filosofico la sezione “Lezione dei classici”, secondo la formula sperimentata con successo nel 2009 di convocare grandi interpreti del pensiero filosofico per discutere le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema della Fortuna.

Remo Bodei terrà una lezione sul De fato di Cicerone, vera e propria enciclopedia di dottrine morali antiche che ha non poco influenzato il pensiero dell’Occidente. Amedeo Quondam attirerà l’attenzione su un testo poco conosciuto di Francesco Petrarca, il De remediis utriusque fortunae, da cui si è sviluppata un’importante tradizione teorica sui codici culturali della fortuna e del merito. Carlo Galli leggerà Il principe di Machiavelli analizzando l’opposizione qui espressa tra virtù e fortuna. Tullio Gregory, membro del Comitato scientifico del Consorzio, commenterà i Saggi di Montaigne, forse il principale spartiacque nella cultura dello scetticismo e testo capitale della modernità. Maria Emanuela Scribano e Sergio Givone ricostruiranno due grandi sistemi filosofici del rapporto tra possibilità e necessità fioriti nell’epoca della ragione classica, rispettivamente l’Etica di Spinoza e i Saggi di teodicea di Leibniz, mentre Nicholas Cronk (Direttore della “Voltaire Foundation” di Oxford) discuterà Candido, ovvero l’ottimismo di Voltaire, l’opera nella quale l’intero sistema dell’armonia prestabilità viene sovvertito per via ironica e narrativa. In un percorso di avvicinamento al contemporaneo Antonio Gnoli si soffermerà sull’esperienza della finitezza e della contingenza teorizzata da Heidegger in Essere e tempo, mentre Pier Paolo Portinaro commenterà uno dei testi più influenti per la morale della responsabilità, ossia Il principio responsabilità di Hans Jonas. Gianfrancesco Zanetti leggerà Una teoria della giustizia di John Rawls, dove si propone forse la più influente teoria normativa contemporanea di giustizia distributiva.

MOSTRE, SPETTACOLI, MUSICA, FILM E GIOCHI NEL SEGNO DELLA FORTUNA

150 eventi affiancano le lezioni magistrali del festivalfilosofia dal 17 al 19 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo. Gli appuntamenti, tutti gratuiti, affrontano la fortuna per immagini, musica e narrazioni

Un vasto programma artistico arricchisce il cuore di lezioni magistrali del festivalfilosofia. Dal 17 al 19 settembre Modena, Carpi e Sassuolo declinano il concetto di fortuna attraverso le varie forme dell’espressione artistica e culturale, individuale e collettiva. Un viaggio ricco e sorprendente che mette in mostra, in musica e in scena le facce diverse della sorte.

L’arte dell’improvvisazione e dell’accidentale

Immagini fortuite, frammenti di esperienze impermanenti lasciano la loro traccia nel lavoro dell’artista giapponese Daido Moriyama, tra le figure più interessanti della fotografia nipponica contemporanea. La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena gli dedica “Visioni del mondo”, una grande retrospettiva a cura di Filippo Maggia allestita nei rinnovati locali dell’ex ospedale Sant’Agostino. E’ una ricerca quotidiana senza fine quella che spinge Moriyama a realizzare migliaia e migliaia di scatti, per anni, per una vita intera: la mostra ne raccoglie 270, prodotti a partire dagli anni Sessanta, tra cui 30 pensati per l’occasione. Per il fotografo-cacciatore ogni cosa che si offre allo sguardo è degna di essere catturata: immagini tratte da riviste, poster, pubblicità, televisione si mescolano a quelle scattate dal vivo, perché non c’è distinzione tra realtà vissuta e realtà dell’immagine ed anzi è la seconda a rivelare la trama fortuita della prima.

“Eccezione come regola” è il titolo di ispirazione patafisica dello spettacolo di Paolo Rossi. Basta guardare le cose in maniera diversa: la patafisica – “scienza delle soluzioni immaginarie e delle leggi che regolano le eccezioni”, secondo la definizione di Alfred Jarry – ha questo suo metodo rigoroso per spiegare l’assurdità della sorte e la sua infondatezza. Ne sorgono monologhi comici e tragici, corrosivi e surreali, il meglio del ritrovato Paolo Rossi, grande nomade comico, in grado di coniugare teatro classico, intrattenimento circense e dimensione pop (Modena, Piazza Grande, sabato 18, ore 21).

Sei un artista fortunato? E’ la domanda posta via mail dalla Fondazione Fotografia di Modena a una selezione di 100 autori contemporanei; le risposte hanno preso la forma di piccoli testi, schizzi, fotografie. Raccolte nel volume “Are you a lucky artist?” edito da Skira per la cura di Francesca Lazzarini, sono esposte nella omonima mostra alla Biblioteca Civica d’Arte Poletti di Modena. Talvolta sono repliche ironiche, come quelle di Harold Offeh, che per l’occasione ha tentato la fortuna al “gratta e vinci”, o di Simon Cunnigham, che assimila la condizione dell’artista a quella di un gatto nero dalle nove vite. Talvolta sono invece terribilmente serie, come quella di Ai Wei Wei, l’artista cinese che ha riprodotto la propria radiografia cerebrale dopo aver subito un’aggressione da parte della polizia. Tutti stati di ordinaria eccezione, che rinviano allo statuto fragile e ingovernabile della “grazia” artistica.

Di deciso sapore “Fluxus” – una delle correnti artistiche più interessanti degli anni Sessanta, che rivendica il carattere artistico dei gesti più casuali – le proposte della Galleria Civica di Modena. Nella rassegna “Governare il caso” protagonista è l’improvvisazione: videoinstallazioni e performance vocali e musicali si susseguono a ripetizione nelle tre serate del festival, giungendo il sabato a invadere la notte; la voce di Mihail Karikis, i virtuosismi della chitarra sarda di Paolo Angeli e le performance-racconto di Massimo Furlan sono solo alcuni dei molti appuntamenti in programma (Modena, Chiostro del Palazzo Santa Margherita). Nelle sale della Galleria Civica, al primo piano del Palazzo, sarà allestito un omaggio a John Cage, il grande sperimentatore della musica novecentesca, eletto a nume tutelare dell’intero progetto: una serie di ritratti fotografici firmati da Roberto Masotti, e due video sulla sua figura, Open Cage, 2007 (realizzato dallo stesso Masotti con Alvin Curran, Gerardo Lamattina e Lino Greco) e Catch 44, prodotto nel 1971 da Nam June Paik. Per l’occasione verrà anche riproposto il documentario realizzato da Marco Guerra sulle due edizioni di Parole sui muri, precoce esempio di festival dedicato alla produzione artistica estemporanea, svoltosi a Fiumalbo nel 1967 e 1968.

– Ancora aroma “Fluxus” per la retrospettiva che la Galleria 42 contemporaneo di Modena dedica a Giuseppe Desiato, antesignano della Body Art e dell’arte performativa italiana. Grandi tele, fotografie, video, monumenti inutili realizzati con scatole raccattate, pezzi di bambole rotte, frutta finta da altarino popolare e ritagli da riviste di moda, all’insegna della precarietà e della provocazione intellettuale.

– Al festival con una mostra-installazione oltre che con una lezione magistrale, Alessandro Bergonzoni allestisce un reparto d’incubazione per Fortu-nati, cioè «quaderni, fogli e quadri-fogli, disegni e scrittura» – la sua – di cui gli spettatori potranno così vedere il sorgere (a Sassuolo, Galleria Paggeriarte).

Tutte le risorse del caso anche per AhAh, performance itinerante site-specific che si innesta direttamente nella città di Modena: i partecipanti saranno invitati uno alla volta a fare una ‘passeggiata’ per le vie della città accompagnati da alcuni danzatori con cui condivideranno la chance dell’incontro. Ideazione e cura di Cristina Rizzo per il gruppo di ricerca coreografica “CanI”.

E alla fatalità degli eventi che accompagnano lo stare al mondo, dove destino individuale e trasformazione del mondo esterno si corrispondono come in uno specchio è dedicata Your Chance, un originale evento espositivo con installazioni e performance realizzato da Alberta Pellacani e Barbara Corradini (Carpi, con performance la sera di sabato 18).

L’improvvisazione è anche uno dei tratti caratteristici della musica Jazz. In occasione del festival, Rossana Casale riunirà il suo storico quintetto per il concerto “Rossana Casale fluke Jazz Quintet”, dove fluke sta per “colpo di fortuna”, con un repertorio di standards che salderà l’energia del gruppo all’originale qualità vocale della cantante (Sassuolo, sabato 18, ore 22,30).

Ancora l’improvvisazione è il filo conduttore del concerto presentato dalla Gioventù Musicale Italiana, “La fortuna di Schumann e Chopin”, dove il pianista classico Carlo Balzaretti eseguirà alcuni brevi brani (rigorosamente estratti a sorte da un carnet definito) e Michele Di Toro, pianista jazz, tenuto all’oscuro del programma, dovrà improvvisare dopo ognuno di essi, in una “sfida” divertente e intellettualmente impegnativa commentata dal musicologo Maurizio Franco (Baluardo della Cittadella di Modena, sabato 18, ore 21).

Enrico Veronese e Marco Pecorari, due critici musicali e direttori artistici, per una notte si trasformano in dj e “da bendati” mettono su brani sui quali poi formulano un giudizio, con gli artisti frementi nella speranza di venire baciati dalla sorte della critica (a Carpi, sabato notte, ore 2,30).

– A metà strada tra improvvisazione e composizione si colloca Jan Bang, avventuriero autentico in cerca di fortuna, salito alla ribalta per aver dato vita a una nuova forma di musicalità dove contrappunto, musica sacra, composizione istantanea, jazz, folk ed elettronica si fondono senza pudori né etichette. Per l’occasione sarà accompagnato da Eivind Aarset, chitarrista fra i più originali e creativi del Nu-Jazz europeo (Carpi, sabato 18, ore 22,30).

– Un giorno perfetto, si sa, è la combinazione ben riuscita di miracoli ordinari, nei quali la varietà degli accidenti, l’immaginazione delle stelle, la convivenza dei contrari disegnano armonie sorprendenti: di questa emozione che accomuna la vertigine degli spazi siderali e l’esperienza delle giornate umane è interprete la cantautrice Cristina Donà (a Modena, sabato 18, ore 23,30).

– Tra le tendenze più significative della creazione musicale vi è la capacità di contaminare i generi, secondo un talento eclettico che combina una grande varietà di forme espressive e sa trovarvi un’armonia che coincide con la cifra stilistica dell’autore. Prove di tale capacità di attraversare i generi daranno Alberto Camerini (a Modena, sabato 18, ore 22,30), i Sad Day for Puppets (a Modena, venerdì 17, ore 23), i Driver and Driver (a Modena, sabato 18, ore 00,30), i Perturbazione, con il loro ultimo album Buongiorno buonafortuna (a Carpi, sabato 18, ore 22,30) e il d-j set di Ajello (a Carpi, sabato 18, ore 23,30).

La malasorte

“Fortuna” è in realtà termine neutro, potendo essere buona o cattiva, benevola o crudele. E’ sempre la seconda ad ispirare le storie, scritte o cantate che siano. La rassegna “Melò. Il dramma della sorte avversa” ripercorre le tappe del melodramma in una selezione di arie celeberrime: da Mozart (Don Giovanni, Così fan tutte, Le nozze di Figaro), che nonostante la sorte avversa sancisce il diritto alla felicità dei suoi personaggi, all’opera francese di fine ottocento (Carmen di Bizet, Werther di Massenet, Faust di Gounot), dove i personaggi sono in balìa di un fato senza speranza, fino al melodramma dell’800 italiano, dove la malasorte ha un posto fisso e quel che può andar male finisce sempre peggio (Falstaff e Macbetth di Verdi, Andrea Chenier di Giordano, Tosca e Bohème di Puccini). In ciascuna delle sere del festival, nel corso di spettacoli-aperitivo, i perfezionandi dell’Accademia di Mirella Freni confermeranno Modena “città del bel canto”. (Modena, Chiesa dell’artista, venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 settembre, alle 19.00).

La replica tragicomica al melodramma è fornita dall’epica del ragioniere più famoso d’Italia, Ugo Fantozzi, creato e interpretato da Paolo Villaggio negli anni Settanta. “Com’è umano lei!, l’esclamazione che punteggia le sue vessazioni quotidiane da parte dei superiori aziendali, dà il titolo alla rassegna cinematografica su questa maschera contemporanea ultra-umana, caparbia e risoluta tanto quanto la nuvoletta nera che immancabilmente lo tampina. (Carpi, sabato 18 settembre). E infine, sarà proprio lui, Paolo Villaggio in persona a raccontare vita e sorte del suo italianissimo e metafisico personaggio (Carpi, domenica 19 settembre).

“Meglio essere sfortunati ma saggi, che fortunati e stolti?”. La domanda, altrettanto metafisica, è sollevata, e comicamente risolta, da Paolo Hendel che per il festival torna a uno dei suoi temi preferiti: l’uomo e le sue fragilità, il suo sconsiderato bisogno d’amore. Da Epicuro al mago Otelma, da Platone a Neruda passando per l’Amedeo Minghi di “Trottolino amoroso”, sempre mescolando riflessioni immortali e storie di quotidiana umanità. Musiche originali di Ranieri Sessa eseguite dal vivo alla chitarra (Modena, domenica 19 settembre, ore 21,00).

Il cinema del grande regista polacco Krzysztof Kieslowski si misura con il caso e la sorte sia perché si sforza di dimostrare la possibilità di cogliere l’indeterminato, sia perché mette in racconto il tragico e paradossale divario tra le scelte degli individui e il potere di un dispositivo totalizzante – a un tempo metafisico e politico – che ne stritola la libertà d’azione: alle sue opere è dedicata un’ampia rassegna curata da Alberto Morsiani e Associazione Circuito Cinema (a Modena nei tre giorni).

Non diversamente dai personaggi del cinema di Kieslowski, innumerevoli vittime del fascismo e delle sue leggi razziali si sono misurati con tempi straordinari e hanno subito coercizione, deportazione, sterminio: a questa vicenda storica è dedicato il percorso A noi fu dato in sorte questo tempo, per il quale sono previste visite guidate presso l’Ex-Campo Fossoli (raggiungibile da Carpi con navette nei tre giorni).

Un destino di oppressione e sciagure che spesso si conclude con deportazioni spesso trascurate dall’informazione giornalistica è anche quello delle popolazioni migranti che dalle rotte dell’Africa tentano la “fortuna” in Italia: a questo conflitto tutto contemporaneo tra le scelte degli individui e la costrizione della società è dedicata la mostra fotografica di Simone Ferrarini, Nella buona e nella cattiva sorte (a Sassuolo, Magazzini Lab).

L’amore a senso unico, figura universale della “coscienza infelice”, è personificato da una potentissima divinità indiana dal nome lungo e minaccioso “Amikinont’amanonamikit’ama”. Ideata da Stefano Benni nel racconto “Il destino sull’Isola di San Lorenzo” (da Il bar sotto il mare), di cui farà pubblica lettura, è il Dio degli amori non corrisposti, quello che “si diverte a combinare in infiniti incontri sbagliati tutte le possibili infelicità e le possibili disperazioni” (Carpi, sabato 18 settembre, ore 21,00).

Infermità, accidenti e malanni possono però annunciarsi anche senza ferire, passando tangenzialmente alla vita nella forma dello scampato pericolo. Una devozione secolare ne ha lasciato traccia in tavolette dipinte di “ex voto”, tributi di riconoscenza alla imperscrutabile e, nel caso, generosa provvidenza cristiana. Sassuolo dedica la mostra “PRG. Per grazia ricevuta”, allestita al Palazzo Ducale per la cura di Luca Silingardi, agli ex voto custoditi nella chiesa di San Francesco in Rocca. Per la prima volta esposte al pubblico, 52 tavolette dipinte, datate dal XVI al XIX secolo, sintetizzano in scene semplici ed efficaci lo scampato pericolo e la riconoscenza dei devoti .

“Non c’è suspance, né morale, né cause ed effetti”, citazione dal romanzo “Mattatoio n.5” di Kurt Vonnegut, titola invece la videoinstallazione di Diego Zuelli, proposta dalla galleria modenese Betta Frigieri e ispirata al senso di attesa e di incombenza della catastrofe totale. Un grosso meteorite si avvicina pericolosamente alla Terra e viene colto, da un’ottica siderale, nell’attimo prima del crash, sospeso sopra la distesa luminosa di una metropoli globale.

Crisi epocale e critica dell’odierna organizzazione sociale sono al centro della mostra di Stefano W. Pasquini, The End of the 90s and the Impressionists, dove l’ultimo decennio viene presentato nei suoi tratti di catastrofe incombente (a Sassuolo, Magazzini criminali).

A una ricerca di libertà tutta diversa – ossia libertà dalle gabbie di un fato che ha per nome fama – è dedicato il concerto degli Undead, specializzati in esecuzioni di brani di grandi artisti scomparsi (da Nick Drake a Johnny Cash a John Lennon), di cui lo spettacolo restituisce il profilo musicale e umano (Carpi, sabato 18, ore 00,30).

Ricerca d’autore sulla condizione umana, nel tentativo di farsi coraggio tra gli accidenti della vita anche quando le gambe non reggono e sono stanche, è anche quella del chitarrista e compositore Egle Sommacal (a Modena, domenica 19, ore 21).

Le sfumature accidentali o predestinate che governano il vivere quotidiano sono al centro dell’indagine degli artisti Peter Fischli e David Weiss. “The Way Things go” è il titolo della mostra a loro dedicata dalla galleria modenese Metronom e anche di uno dei due film esposti in mostra. La scena, priva di attori e di dialogo, è affidata agli oggetti: bottiglie, copertoni, bicchieri, scatole di cartone, pezzi di legno, candele, si muovono animati da una sorta di effetto domino a metà tra il disastro annunciato e il riuscito esperimento da laboratorio chimico.

Si espongono alle catastrofi, si assumono rischi, si aprono all’avventura del quotidiano: sono i celebri e sfortunati personaggi dei fumetti i protagonisti della mostra di Luigi Leonidi alla Galleria Amphisbaena di Modena “Paper faber fortunae suae”. La scelta iconografica dell’artista ricade, infatti, su soggetti come Paperino, perseguitati dal fallimento e dalla sventura. Tuttavia, mentre nel mondo disneyano i protagonisti agiscono tutelati dalla finzione, qui sono precipitati nella comune condizione umana.

E di questa condizione, come già avvertiva Machiavelli, è arbitra la Fortuna che può rovinare i costrutti dell’uomo come un fiume in piena se non si ergono argini virtuosi a resisterle. Fuor di metafora, il videodocumentario “Argini”, montato da repertori originali, testimonia la costante paura del fiume nella civiltà rurale del territorio carpigiano e la grande valenza – a un tempo materiale e simbolica – dell’opera lunga e collettiva di arginamento, che nel contenere la potenza della natura forgia anche l’ethos di una comunità solidale e cooperativa (Carpi, domenica 19, ore 21,00).

Azzardo e gioco

Ma è nell’attimo che la Fortuna, cieca e imprevedibile, viene sfidata dal giocatore. Ai tavoli del casino, nelle sale da scommesse o nelle tabaccherie delle lotterie istantanee, la vertigine dell’azzardo indica come la posta in gioco sia, né più né meno, il venire all’essere o il piombare nel nulla.

Di questa febbre adrenalinica è modello “Il giocatore” di Dostoevskij. Scritto in soli 26 giorni, per onorare un contratto capestro firmato per pagare i debiti di gioco, il romanzo intreccia la biografia dell’autore con quella del suo personaggio. Al centro la pallina della roulette e la severa sentenza del suo movimento che fa piazza pulita di ogni sistema di previsione. A dar voce alla storia sarà l’attore Alessandro Haber, che deve proprio a una figura di giocatore il successo cinematografico (Modena, venerdì 17, ore 21,30).

Un segreto di carte è anche al centro dell’intreccio de “La donna di picche” di Aleksandr Puškin, in cui il giovane Herman cerca con l’inganno di strappare a una vecchia contessa il segreto a lei rivelato da un occultista delle tre carte per vincere al gioco. Morta di spavento, lo spettro della contessa appare in seguito al giovane e gli rivela le prime due carte vincenti, mentre al terzo tiro esce la donna di picche… : leggerà brani della sua recente traduzione dell’opera lo scrittore Paolo Nori (Modena, sabato 18, ore 21).

Le luci ipnotiche delle slot machines diventano “Luci della malora” negli scatti di Luigi Ottani, esposti a Modena dalla Galleria Under House. Il fotografo cattura i giocatori all’opera, la leva della slot che si abbassa, i simboli che si susseguono nel monitor. Finchè la compulsione del gioco si trasforma in disperazione e la fortuna in malasorte.

La rotondità della palla segnala anche nei giochi di competizione, come lo sono gli sport, il ruolo immancabile della nostra dea, anche quando, come nel caso della pallavolo, il meccanismo di gioco sembra ferreo, governato da schemi geometrici e mosse degne di una grande partita a scacchi. Wainer Vaccari gli dedica “Elevation”, una intera mostra ispirata al volley, dove l’eroismo dei gesti e dei corpi viene colto proprio negli attimi estremi di sfida al movimento vorticoso e indifferente della palla (Modena, Chiesa di San Paolo, in collaborazione con il Comitato Organizzatore dei mondiali di Pallavolo).

Quando alle infinite combinazioni di un mazzo di carte si aggiunge la casualità del lancio dei dadi si ottiene Magic, The Gathering, recente e popolarissimo “gioco di ruolo” di ambientazione fantasy. Il Magic ha regole semplici ma variazioni pressoché infinite grazie ad un numero incredibile di carte collezionabili, che possono di volta in volta dettare o sovvertire le regole della partita. Sassuolo gli riserva un torneo gratuito (sabato 18 settembre, a partire dalle 10.00).

Giochi d’acrobazia, equilibrismi e divagazioni sulla contingenza della vita nella maschera agrodolce del clown sono materia dello spettacolo Passato di clown e delle clownerie di strada Movimenti in equilibrio dei Fratelli Ochner (a Sassuolo, domenica, ore 11, 15,30, 17).

Vivacità musicale sparsa a piene mani, in un continuo di saliscendi ritmici per ascoltatori che vogliono farsi contagiare dalla ridarella dei musicisti anche nel concerto degli Heike Has the Giggles (Carpi, sabato 18, ore 1,30).

Apertura all’azzardo e al nuovo si riscontra anche nelle esperienze di viaggio, dove la sfida della sorte si realizza andando incontro all’ignoto o abbandonandosi alla passione per l’avventura, spesso mossa da un intento di seduzione e di possesso. È questo il caso di Casanova, protagonista dell’omonimo spettacolo di danza realizzato da Aterballetto, che in un intreccio drammaturgico nel segno della memoria di avventure trascorse reinterpreta coreograficamente la vita del grande seduttore (coreografie di Eugenio Scigliano, Sassuolo, domenica 19, ore 21).

Viaggio e vagabondaggio, sfida audace della sorte, andata per mari che si mette a poppa ogni certezza economica e sociale e accetta il rischio di esperienze dove ogni proporzione abituale viene scardinata: sono i temi dei Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift trasposti da Laura Serri nella mostra I giardini di Lilliput (Sassuolo, Criminali Open Space).

E Settemilamiglialontano hanno anche viaggiato artisti fotografi e operatori video che in sella a una motocicletta hanno attraversato terre, paesaggi, culture, in cerca non di risposte, ma di conoscenza della varietà del mondo (a Sassuolo, Tik.farm presso la Cavallerizza Ducale).

Un “diario di bordo” cromatico di luoghi e incontri, voli e volti, nei quali avventura e viaggio emergono dalla memoria si ritrova anche in Forse una via, mostra dell’artista Paolo Valle (Modena, Galleria PuntoArte).

Così anche per il viaggio avventuroso sulle tracce di Lenny Pescara, cantautore disperso negli States, che costituisce uno dei temi guida della collettiva La fortuna come caso (Modena, Galleria Spazio fisico).

Catturare il futuro

La continua apertura di scenari imprevedibili introduce ricorrenti tentativi di addomesticare il futuro. Il rapporto costantemente rinnovato tra gli uomini e gli astri rientra nell’aspirazione di guadagnare rappresentazioni mentali ordinate e “ritratti del cielo” nei quali proiettare i propri destini. È il tema della mostra “Il gioco delle sorti”, presso il Museo della Figurina di Modena. Un’ampia scelta di figurine dall’iconografia a motivo astrale indica la persistenza e la diffusione di motivi mitologici connessi all’influsso delle costellazioni e dello zodiaco sulle sorti umane, anche in un medium come la figurina, prodotto ad alta tiratura e dalla destinazione pubblicitaria.

Gli fa da contraltare “La fortuna nelle collezioni estensi”, un’esposizione di codici e stampe dal XV al XIX secolo allestita nelle sale della Biblioteca Estense Universitaria di Modena. Aspetto cruciale della vita di Corte, compresa quella estense, l’interrogazione degli astri per trarne oroscopi si mostra qui nei suoi tratti nobiliari, in particolare con gli oroscopi formulati per personaggi come Ercole II, Alfonso II e il cardinale Ippolito II.

Divinazione delle Sibille e utilizzo del telaio come improbabile strumento di lettura del futuro sono al centro anche della serie di installazioni dal titolo complessivo La grande danza, opere di Lisa Castellani ispirate ai motivi iconografici del Palazzo Schifanoia di Ferrara (Carpi, Galleria Abitart).

Analogo interesse per le forme della divinazione e della chiaroveggenza si riscontra anche ne Lo sguardo della Strega, installazione di Valentina Maddalena Lugli che insegue le figure, soprattutto femminili, della cattura di un futuro incerto, come la Papessa, l’Imperatrice e la Luna (Carpi, Laboratorio d’Arte).

All’originario istinto apotropaico e immunizzante è dedicata la mostra Micromondi, nella quale Stefano Alinari propone i suoi gioielli magici, talismani che assolvono la doppia funzione di ornare e proteggere (Modena, Galleria Mies).

Da sempre fondale dei pronostici, al Cielo e al suo ruolo nella previsione delle sorti è dedicata la mostra La forma delle nuvole di Aldo Meschiari, che ripercorre il connubio tra le nuvole e la Fortuna dalle sue origini astrali e divinatorie ai suoi esiti scientifici e statistici nella meteorologia (Carpi, Galleria d’Arte Soho).

La ricerca dei pronostici è attività massimamente consolatoria, ma non per questo è anche necessariamente veridica, anzi spesso è mistificatrice. Erri De Luca – romanziere, poeta e traduttore che molto ha studiato i sistemi di combinazione e interpretazione dell’ordine cosmico, come nella tradizione cabalistica ebraica – dedicherà una serata di letture a narrare, appunto, «le pretese infondate di farsi spifferare il futuro dai segni, la scomodità di essere senza destino previsto» (venerdì 17, a Carpi alle 21,30).

Nessun destino può essere previsto perché la vita accade, nel senso etimologico che i suoi eventi ci cadono addosso, come dadi lanciati da un giocatore. I mille volti dell’accadimento e dei suoi sistemi d’interpretazione e addomesticamento – dalla ruota del Dharma alla divinazione dell’I-Ching, dalla personificazione iconografica alla chiaroveggenza – sono rielaborati dagli artisti che partecipano alla mostra “ac_cadere”, in programma presso la galleria modenese Arte Ekyp.

Oltre a essere oggetto di previsione il futuro, per esempio quello del pianeta, andrebbe anche costruito. Ci proverà “ConsumAbile”, un gioco di abilità per tutti, proposto dalle Aziende Sanitarie modenesi e dalla Regione Emilia Romagna, in cui non si vince né si perde ma si impara a “stare al mondo”. I partecipanti si cimenteranno in un lancio di dadi giganti, ma senza azzardo: la posta in gioco sarà la conoscenza dei comportamenti sostenibili per tutelare se stessi, gli altri e la terra di cui siamo ospiti. (Modena, sabato 18 settembre dalle 16.00 alle 19.30).

L’orizzonte del futuro si sposta incessantemente sul bordo del tempo nell’esperienza dell’attesa, e non c’è figura contemporanea più calzante di Godot per rappresentare questa condizione. In Aspettando Godot. L’ergastolo bianco, liberamente ispirato all’opera di Beckett, i ricoverati dell’Ospedale psichiatrico-giudiziario di Reggio Emilia con il loro Laboratorio teatrale portano in scena dialoghi che ben esprimono la profonda connessione tra la connessione del personaggio teatrale e la loro, realissima (a Modena, sabato e domenica, ore 20).

Infine, vi è un avvenire che è passato, un futuro anteriore che, prima di adesso, veniva immaginato e si è fatto via via presente e quindi passato. Questa freccia del tempo, nella quale gli accidenti e le varietà sembrano prendere retrospettivamente una loro forma compiuta, si incarna anche nel destino delle generazioni, come fa vedere la mostra Opere e fati di Ascanio Tacconi (Modena, Studio Vetusta).

Le figure della fortuna

L’ampio campionario di rappresentazioni iconografiche della Fortuna – tanto le sue personificazioni, quanto le immagini che ne simboleggiano l’operare – viene saggiato in diverse attività dei tre giorni.

Con due installazioni, rispettivamente nell’Atrio del Palazzo dei Musei e presso i Musei Civici, dal titolo generale Dormiveglia, Hidetoshi Nagasawa reinterpreta in modo contemporaneo e con sguardo da lontano il tratto di equilibrio e di sospensione che caratterizza l’iconografia tradizionale di Fortuna. Installazioni quasi “anti-gravitazionali”, nelle due opere esposte emerge, come nota la critica Rosalba Pajano, «leggerezza ed equilibrio del momento in cui gli elementi che le compongono si dispongono nello spazio dandosi l’un l’altro positura, rango, esistenza individuale» (Modena, Palazzo dei Musei).

La mostra “Dea fortuna” al Museo Civico di Carpi presenta viceversa vari motivi iconologici, parzialmente corrispondenti alla Tavola 48 dell’Atlante della memoria in cui il celebre storico dell’arte Aby Warburg aveva organizzato un percorso tematico sulle raffigurazioni della Fortuna. Dalla “Ruota della Fortuna” di codici miniati e manoscritti medievali, sino alla complessa allegoria cinquecentesca di Agnolo Bronzino, la Fortuna si rivela in un susseguirsi di figure alate, velate o in equilibrio su una sfera, con il lungo ciuffo che dalla nuca sventola davanti alla fronte, libero al vento oppure “acciuffato” da qualche fortunato.

Al ciuffo della divinità Occasia, regolatrice delle soluzioni aleatorie e delle coincidenze improbabili, è dedicato l’incontro di poesia Acciuffare l’occasione, proposto dal Laboratorio di Poesia, con Valerio Magrelli, il cui ironico e acrobatico poetare è intessuto di intelligenza scettica e di suggestioni sull’occasione (Modena, sabato 18, ore 15).

Presso la Galleria Estense di Modena, sono visitabili, tra i vari pezzi pregiati delle collezioni permanenti, anche due opere particolarmente a tema, ovvero l’opera seicentesca di Lionello Spada “La Buona Ventura”, dove prevale il motivo della lettura della mano, e “Il caso”, una copia da Girolamo da Carpi risalente alla prima metà del ‘500 (in occasione del festival la Galleria osserva orari di apertura straordinaria).

Agli sfarzi rinascimentali si ispira anche Le bandiere della Fortuna, un intervento di Public Art curato da Betta Frigieri e Luca Panaro in cui quattordici bandiere bianche ospiteranno reinterpretazioni dell’iconografia di Fortuna ad opera di altrettanti artisti contemporanei, tra cui Karin Andersen e Bertozzi&Casoni (Carpi, Cortile d’Onore del Palazzo dei Pio).

Nell’anticamera dell’Appartamento del Duca sita nel Palazzo Ducale di Sassuolo i visitatori potranno ammirare, anche in questo caso per una preziosa coincidenza con il tema del festival, la “Camera della fortuna”, caratterizzata dall’affresco seicentesco di Jean Boulanger che decora il soffitto rappresentando la Fortuna bendata che fa cadere felicità e sventure dall’albero della vita. Per il festival Magda Siti e Stefano Vercelli leggeranno brani ispirati alla Camera e tratti principalmente dalle Storie di Erodoto che narrano le vite di Creso e Ciro (in occasione del festival il Palazzo Ducale osserva orari di apertura straordinaria; letture in programma venerdì 17, ore 21).

La fortuna è cieca e instabile anche nell’interpretazione contemporanea dell’artista Stefano Ricci, le cui opere sono esposte presso la galleria galleria D406 di Modena nella mostra “Come guidare la macchina cieca”. Disegni di grandissime dimensioni hanno per protagonista un’improbabile e smarrita dea bendata che si muove tra fili sospesi e sfere rotolanti, tanto da apparire più sopraffatta e vinta dagli eventi che capace di determinarli.

Di una fortuna inseparabile dall’atto del vedere, che propaga i suoi occhi in ogni parte del corpo e sfugge a ogni bendatura, è piena la mostra Good Luck, Look Luck di Giuseppe Mastromatteo, che si interroga sul controllo percettivo della sorte (Modena, Galleria San Salvatore Art Project).
















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