Oltre 2000 domande pervenute, per un investimento complessivo di oltre 300 milioni di euro a sostegno di 70 progetti. Sono questi i risultati del primo bando sui progetti di filiera del Piano regionale di sviluppo rurale dell’Emilia Romagna. “Terminiamo un anno molto difficile per l’agricoltura emiliano-romagnola con una buona notizia che puo’ segnare l’inizio di un anno migliore” ha commentato oggi a Bologna l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, specificando che la sfida lanciata da Viale Aldo Moro era quella volta “ad organizzarsi meglio nella filiera e il mondo agricolo ha risposto. E’ un successo – ha aggiunto Rabboni – che rivela la vitalita’ del nostro sistema, pur in questa fase di crisi”.
In particolare, il bando rappresenta la misura piu’ innovativa del Piano regionale in materia ed e’ un’iniziativa unica nel panorama nazionale. L’obiettivo, infatti, e’ quello di promuovere l’aggregazione, intorno ad un progetto comune, dell’intera filiera agricola, mettendo insieme chi produce, chi trasforma e chi commercializza. L’eccessiva frammentazione del comparto penalizza, infatti, sia chi produce, sia il consumatore finale e riduce la competitivita’ sui mercati internazionali dell’intero sistema.
Proprio per promuovere questo nuovo gioco di squadra, che rafforzi in particolare l’azienda agricola, il bando prevede come condizione stessa per accedere agli aiuti pubblici l’esistenza di un accordo formale e su un piano di reciprocita’ tra i diversi attori della filiera. Tale accordo, prevede ancora il bando, dovra’ restare in vita per almeno 3 anni dopo la fine dell’investimento.
L’importo medio delle iniziative proposte e’ di 4 milioni 285 mila euro. Un dato significativo che dimostra l’effettiva capacita’ di aggregazione del sistema regionale. Le domande, invece, sono distribuite in tutte il territorio regionale e in tutti i settori, a partire da quello lattiero-caseario, per il quale sono stati presentati ben 21 progetti di filiera e da quello dell’ortofrutta con 14 progetti.
Oltre la meta’ dei contributi sono andati, nello specifico, all’ammodernamento aziendale, ma significativo e’ anche il successo riportato dalla ricerca e dagli interventi di promozione. I limiti minimi e massimi di spesa del singolo progetto di filiera, infine, variano da 200 mila euro per settori minori, quali quello forestale e quello dei prodotti biologici, ad un massimo di 10 milioni di euro per i settori principali, quali il lattiero-caseario,l’ortofrutticolo, il vitivinicolo, carni bovine e suine.