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Medicina: nel 2008 la varicella potrebbe scomparire

Nel 2008 la varicella, che ogni anno colpisce in Italia circa 400.000 bambini e 100.000 adulti,
potrebbe essere solo un brutto ricordo del passato, da raccontare a figli e nipoti, così com’è stato per pertosse, poliomielite e come sta avvenendo per il morbillo. E’ quanto emerge dagli studi appena conclusi che simulano gli effetti della vaccinazione antivaricella.


Autorizzato nel 2001 per la prima volta in Europa dal Ministero della Salute italiano, il vaccino è in uso già dal ’96 negli Stati Uniti dove in 7 anni è stato somministrato a 40 milioni di bambini riducendo del 90% la frequenza dell’ultima
malattia infettiva dell’infanzia.

”Se in Italia il vaccino venisse applicato in modo globale – afferma il professor Gaetano Maria Fara, Ordinario di Igiene all’Università di Roma La Sapienza – cioè immunizzando almeno
l’80% dei nuovi nati al primo anno d’età e il 50% dei dodicenni, nell’arco di 5, massimo 6 anni la varicella scomparirebbe rapidamente, in particolare tra i bambini più piccoli, e dopo 10 anni il risultato dovrebbe essere completamente consolidato”.

E la devolution sanitaria dovrebbe funzionare da volano, innestando un circuito virtuoso, come spiega Fara: ”se nelle regioni dove si vaccinerà globalmente si otterranno i risultati positivi attesi, cio’ costituirà fattore di trascinamento per le altre Regioni che tenderanno così ad adottare a loro volta la vaccinazione”.

Una gara a chi fa meglio, alimentata anche dal fatto, non secondario, che debellare la varicella non significa solo togliere di mezzo un virus a volte pericoloso (le complicanze, soprattutto neurologiche, colpiscono in Italia 20.000 persone l’anno, di cui 1.300 finiscono in ospedale per la gravità dei sintomi), ma anche ottenere un notevole risparmio
sulla spesa sanitaria nazionale.

La varicella è la più diffusa delle malattie infettive
tipiche dell’infanzia, è l’unica che non è mai diminuita, nè accenna a farlo ed è quella che si verifica con maggior regolarità nel nostro Paese. Colpisce il 5,5% dei bambini da 0 e 14 anni (400.000 casi/anno), soprattutto tra 2 e 5 anni, ma
può aggredire anche a 15-20 anni e in età più adulta (20% dei casi). Non si tratta di una malattia innocua: le complicanze tra 0 e 14 anni variano dal 3 al 5% dei casi. Per i 2/3 si tratta di
complicazioni neurologiche, per 1/3 infettive.
Gli adulti che non hanno avuto la varicella vengono contagiati solitamente dal figlio o dal nipote e hanno una frequenza più elevata di complicanze, in particolare di quelle neurologiche.

Il Ministero della Salute raccomanda per ora l’immunizzazione antivaricella agli adolescenti di 12 anni. Sulle vaccinazioni raccomandate, ma non obbligatorie, le Regioni possono però emanare indicazioni autonome.
La maggior parte delle Regioni inizierà nel 2004 con la vaccinazione a 12 anni che tutela gli adolescenti, allo scopo di evitare le complicanze più frequenti e importanti dell’età
più adulta. ”Vaccinare solo da 12 anni in su – precisa Fara – comporta però il fatto che la varicella continuerà a esistere perchè il serbatoio da 0 a 12 anni sarà sempre disponibile; mentre vaccinare anche i nuovi nati, invece, impedisce la
circolazione del virus”.

















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