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Legge montagna: il grido d’allarme del GAL Appennino bolognese

“A rischio dieci anni di investimenti e la coesione del territorio e della città metropolitana. Grave impatto per l’agricoltura”

immagine d’archivio fornita da GAL Appennino bolognese

Il GAL Appennino Bolognese, per voce del suo Presidente, esprime profonda preoccupazione in merito ai nuovi criteri di perimetrazione introdotti dalla Legge 131/2025. Se non corretta, la riforma Calderoli rischia di produrre un “effetto ghigliottina” su comuni che rappresentano il cuore pulsante della nostra programmazione rurale.

Lo sviluppo locale non si misura in altimetria. Il GAL opera da anni per accorciare le distanze tra la città metropolitana e le aree interne. La forza della nostra Strategia di Sviluppo Locale (SSL) risiede nella continuità territoriale: integrare la fascia collinare con l’alta montagna. Declassare i comuni appenninici della fascia intermedia basandosi su rigidi parametri di pendenza significa smantellare un sistema economico integrato che unisce agricoltura di qualità, turismo sostenibile e artigianato locale.

“Il rischio è quello di un territorio spezzato dal nuovo perimetro che esclude proprio quelle aree di cerniera che il GAL ha faticosamente integrato nei circuiti dei fondi europei LEADER – dichiara il Presidente Daniele Ruscigno -. Come GAL, non possiamo accettare una visione che premia solo le cime e dimentica le valli. Escludere questi territori dai benefici per le start-up giovanili o dai crediti d’imposta significa condannarli a diventare marginali nelle azioni per la montagna, perdendo la loro identità commerciale, agricola e turistica. Questa legge potrebbe creare paradossalmente una nuova tipologia di periferie svantaggiate: da quelle urbane a quelle montane. Invece di cucire i territori, li separa ulteriormente”.

Un danno anche agli investimenti in corso. I nuovi criteri mettono in discussione la coerenza dei bandi futuri. Se un comune esce dal perimetro “montano” della Legge 131, si potrebbe creare un cortocircuito normativo con le zone C e D del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) su cui si basa l’azione del GAL. Il rischio è una burocrazia schizofrenica dove un’impresa è “montana” per l’Europa ma “ordinaria” per lo Stato Italiano.

“Credo sia necessario introdurre adeguati criteri di marginalità, in cui la montanità possa essere calcolata, ad esempio, anche sull’indice di spopolamento e sulla carenza di servizi e infrastrutture primarie. Oltre ad inserire l’obbligo della coerenza con la zonizzazione LEADER per i comuni già facenti parte della strategia del GAL, che riconosce già diversi “livelli di montanità”, al fine di  garantire continuità ai progetti di sviluppo territoriale – conclude il Presidente. – Ricordiamoci sempre che la montagna è un ecosistema sociale, non una variabile statistica”.

“Un impatto diretto della nuova perimetrazione riguarda il comparto agricolo – sottolinea Franco Cima, Consigliere delegato della Città Metropolitana di Bologna all’agricoltura e ai rapporti con il Gal – che nelle aree collinari e di media montagna rappresenta non solo un settore produttivo, ma un presidio essenziale del territorio. Le aziende agricole di queste zone operano già in condizioni di svantaggio strutturale, con costi più elevati, frammentazione fondiaria e maggiori difficoltà di accesso ai servizi. L’eventuale esclusione di interi comuni dal perimetro montano comporterebbe la perdita di strumenti fondamentali di sostegno, incidendo negativamente sulla competitività delle imprese agricole, sul ricambio generazionale e sulla tenuta delle filiere locali. Verrebbero penalizzate in particolare le produzioni di qualità, l’agricoltura multifunzionale e le esperienze di integrazione tra agricoltura, turismo e tutela del paesaggio che costituiscono uno dei pilastri della Strategia di Sviluppo Locale del GAL”.

Indebolire l’agricoltura appenninica significa anche aumentare il rischio di abbandono dei terreni, con conseguenze dirette sulla sicurezza idrogeologica, sulla manutenzione del paesaggio e sulla resilienza ambientale dell’intero territorio metropolitano.

















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