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Bologna: tre soggetti italiani arrestati dalla Polizia per furto pluriaggravato di orologi di pregio

La Squadra Mobile della Questura di Bologna, nella giornata di ieri, 10 dicembre,  ha rintracciato e sottoposto a misura cautelare carceraria tre soggetti nati a Napoli, rispettivamente di 47, 48 e 30 anni, gravemente indiziati di un furto pluriaggravato di preziosi e, uno di loro, di un secondo furto.

Le indagini sono partite a seguito del furto aggravato di orologi di pregio consumato a Bologna, in via Lombardia, nel pomeriggio del 2 ottobre 2024. La persona offesa, infatti, dopo essersi recato in una gioielleria del centro storico di Bologna per far valutare due orologi marca Rolex del valore complessivo di euro 40.000, recuperava la propria auto e si allontanava dal centro in direzione periferia con gli orologi di lusso custoditi dentro ad un sacchetto, appoggiato sul sedile del passeggero. All’improvviso, due uomini travisati con una potente moto da strada si affiancavano all’auto, ferma proprio in via Lombardia, e dopo aver sfondato il finestrino asportavano il sacchetto con dentro gli orologi, fuggendo a tutta velocità a bordo della potente motocicletta, sulla quale veniva applicata una targa contraffatta.

La vittima formalizzava denuncia querela nell’immediatezza dei fatti raccontando quanto descritto con dovizia di particolari, permettendo l’inizio dell’attività di indagine. Gli orologi asportati, un Rolex modello ‘Daytona’ e un Rolex modello ‘Date Just Wimbledon’, entrambi in oro giallo, oro rosa e acciaio, venivano rubati unitamente ad un astuccio marca Montblanc con denaro contante e altri oggetti, quali dei mocassini appena acquistati in centro.

La Squadra Mobile, in particolare la IV Sezione – Contrasto al Crimine Diffuso, conduceva l’attività investigativa e ricostruiva l’episodio, rilevando che i criminali, appostati fuori dalla gioielleria del centro, attraverso le vetrine, notavano la vittima all’interno del negozio mentre esponeva i propri orologi al negoziante per la valutazione. Attendendo l’uscita dall’attività commerciale, iniziavano un vero e proprio pedinamento, sempre con cappelli, occhiali scuri e viso coperto da sciarpe. Durante il pedinamento i tre indagati si parlavano attraverso telefoni cellulari e auricolari. Anche quando la vittima saliva in auto, il pedinamento continuava, grazie alla moto di grossa cilindrata e un’auto a noleggio di supporto.

Proprio dall’analisi di diverse ore di filmati delle telecamere di videosorveglianza poste lungo il tragitto, si riusciva ad individuare la targa dell’auto e quindi a inquadrare il volto dei rei, molto distante dal luogo in cui veniva commesso il furto.

Veniva individuato anche il luogo in cui i tre trasfertisti si appoggiavano per dormire, e dove il 30enne mostrava una carta di identità falsa al fine di effettuare la prenotazione celando la propria identità.

Le indagini proseguivano ed un componente della banda veniva individuato quale autore di un furto, consumato con le medesime modalità, nel settembre di quest’anno a Bologna. Le investigazioni, partendo dalle risultanze già acquisite, consentivano di individuare l’auto in uso alla banda; il mezzo veniva pedinato fino a Padova dove gli investigatori, coadiuvati dalla Squadra Mobile di quella città, riuscivano ad intervenire in flagranza di reato di tentata rapina aggravata di un orologio di pregio. Nel corso delle perquisizioni veniva rinvenuta, anche, la preziosa refurtiva provento del furto consumato il giorno prima a Bologna. Gli orologi, quindi, venivano restituiti all’avente diritto.

Nella giornata di ieri  i tre uomini, pluripregiudicati per reati contro al patrimonio, venivano rintracciati a Napoli e a Padova dove veniva poi eseguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Bologna su richiesta della Procura della Repubblica per il reato di furto aggravato dall’aver usato la violenza sulle cose, dall’aver commesso il fatto in più persone riunite e dall’aver cagionato un danno di rilevante entità. Per tutti i soggetti veniva contestata la recidiva specifica reiterata e infraquinquennale. Solo per il 30enne l’ordinanza veniva eseguita anche per il reato di cui all’art. 497bis cp., per aver utilizzato un documento falso per la registrazione presso l’Hotel.

Si rappresenta che si procede in ambito di indagini preliminari con la presunzione di innocenza dei destinatari della misura cautelare.

















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