Nel dicembre 1965 partiva a Bologna il primo screening per il tumore alla cervice uterina in Emilia-Romagna. Voluto fortemente dal professor Cesare Maltoni, quell’intuizione, avanti anni luce rispetto ai tempi, rappresentò un seme che oggi ha dato frutti eccezionali: sessant’anni dopo, infatti, l’Emilia-Romagna registra percentuali tra le più alte in Italia di adesione ai programmi di prevenzione ed è tra le regioni con i migliori dati di sopravvivenza a 5 anni dalle diagnosi di tumore.
La ricorrenza è stata celebrata in un convegno, dal titolo ‘Sessant’anni di Oncologia in Emilia-Romagna’, aperto ddall’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi. Tra i partecipanti anche Carmine Pinto, coordinatore della rete oncologica ed emano-oncologica dell’Emilia-Romagna, che in questi giorni festeggia i primi tre anni di vita, rendendo la propria struttura ancora più forte e radicata nel territorio.
Di tutto questo si parla anche nello speciale ‘Oltre il tumore: 60 anni di oncologia in Emilia-Romagna’, da oggi online sul portale della Regione. Un reportage che ripercorre questi sei decenni, a partire da un video con le voci dello stesso Pinto, di Maurizio Marangolo, ex primario di oncologia a Ravenna, della dottoressa Anna Myriam Perrone, del reparto di Ginecologia oncologica al Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, e di Laura Guerra, sua paziente. E ancora il ricordo di sette grandi maestri dell’oncologia regionale, a partire da Maltoni, tracciato da altrettanti medici di oggi e una panoramica sugli screening e sulla Rete regionale: i testi sono raccolti in un libretto scaricabile anche in versione pdf. Infine, è disponibile sul sito della Rete oncologica ed emato-oncologica un videotutorial per spiegare al pubblico specialista come cercare autonomamente, in Regione, nel Paese o nei Paesi dell’Unione Europea, tutti i centri che stanno conducendo studi clinici, anche oncologici, aperti all’arruolamento di pazienti. La mappa interattiva è stata lanciata da EMA nel 2022 insieme al Sistema di Informazione sugli Studi Clinici e da oggi la Regione Emilia-Romagna intende metterla a disposizione in modo fruibile per tutti i pazienti che ne avessero necessità.
“In questi 60 anni la lotta ai tumori ha compiuto passi da gigante e se solo fino a pochissimo tempo fa, una diagnosi tumorale spesso equivaleva a una sentenza definitiva, oggi non lo è più- ha sottolineato de Pascale-. L’oncologia, ormai, non significa più solo un’imprescindibile attività diagnostica e medica, ma anche la necessità di accogliere e dare fiducia al paziente, accompagnandolo in un percorso che sarà evidentemente duro e doloroso, ma che non affronterà mai da solo. In questo- ha proseguito il presidente della Regione-, l’Emilia-Romagna è da anni all’avanguardia: lo confermano i numeri di adesione agli screening e di sopravvivenza a 5 anni dalle diagnosi, ma anche lo stato di vivacità della rete ematologica e onco-ematologica che rappresenta un modello a livello nazionale. Per questo- ha concluso de Pascale-, continueremo a investire nella prevenzione, che riteniamo un ambito di intervento imprescindibile, che abbraccia tutte le politiche regionali e sarà uno dei tratti distintivi anche di questo mandato”.
“Oggi l’Emilia-Romagna rappresenta un laboratorio avanzato di innovazione sanitaria- ha spiegato Fabi-: dalle nuove frontiere della diagnostica alla costruzione dei percorsi multidisciplinari, dai registri tumori alle reti cliniche integrate, fino all’adozione di modelli organizzativi che oggi consideriamo acquisiti, ma che hanno richiesto, all’inizio, scelte lungimiranti e coraggiose. E’ una strada virtuosa che nasce da lontano- ha proseguito l’assessore- e che grazie all’adozione della rete regionale ci ha permesso di consolidare un modello innovativo di presa in carico, cura e assistenza, sempre più radicato nel territorio e costruito attorno alla persona. Una strada lungo la quale intendiamo continuare a investire, puntando sulla ricerca e sulle nuove opportunità di cura e mantenendo saldo il timore su un servizio che sia sempre in mano pubblica”.
La rete oncologica ed emato-oncologica regionale
In Emilia-Romagna, secondo i dati del Registro Tumori Regionale, si stimano circa 31mila nuovi casi di tumore per anno e 13.600 decessi. I tumori più frequenti nell’uomo sono quello alla prostata, al polmone e al colon-retto, quelli più frequenti nella donna il tumore alla mammella, al colon-retto e al polmone.
L’ampia copertura degli screening oncologici e l’accesso alle cure più appropriate e innovative per le pazienti e i pazienti oncologici in tutto il territorio hanno contribuito a un progressivo miglioramento della sopravvivenza dei pazienti oncologici. Se si considerano il numero osservato di morti causate da tumori dal 2007 al 2019, che risulta inferiore al numero atteso rispetto ai tassi medi degli anni precedenti, si possono valutare in circa 19mila le vite salvate. Nel periodo 2016-2020, la sopravvivenza a 5 anni per tutti i tumori maligni in Emilia-Romagna è di 63% per gli uomini (la media italiana è del 59%) e del 68% per le donne (media italiana 65%).
La prevenzione resta il primo approccio fondamentale per la cura dei tumori e la Regione Emilia-Romagna ha avviato venti anni fa lo screening gratuito del colon-retto e quasi trent’anni fa quelli del collo dell’utero e della mammella. Gli screening femminili hanno segnato un ulteriore miglioramento nell’ultimo anno: 73% per il tumore della mammella contro il 71% dell’anno precedente, 67% per i tumori della cervice uterina (rispetto al 66%), 53% per i tumori del colon-retto (dato stabile).


