Per la prima volta un sindaco di Sassuolo ha preso la parola agli European Ceramic Days, introdotto pubblicamente dalla Presidente dell’EPCF (European Policy Ceramics Forum) Elisabetta Gualmini. Non un appuntamento qualunque: è uno dei motori della manifattura italiana – e uno dei distretti industriali più strutturati d’Europa – che sceglie di dialogare direttamente con chi, a Bruxelles, scrive le regole del gioco. E la prima regola da rivedere, urgentemente, è quella della tassazione Ets, che sta bloccando gli investimenti e zavorra la competitività, rendendo più debole la piastrella sassolese rispetto alla concorrenza, sleale, di Cina e India.
Matteo Mesini è arrivato nella capitale europea con un messaggio che non lascia margini di ambiguità: “L’Europa non può permettersi di perdere la sua manifattura. Occorrono regole nuove e per scriverle bisogna conoscere e capire il territorio” ha detto il Sindaco, rivolgendo un appello alla leadership europea: “Venite a Sassuolo per definire insieme alle imprese e ai lavoratori norme più efficaci: è qui che nasce il vero Made in Europe”.
Il sindaco ha richiamato un dato che fotografa la dimensione del distretto: la ceramica di Sassuolo dà lavoro a circa 40 mila persone, tra diretti e indotto. Ma non è solo una cifra: significa decine di migliaia di famiglie, una comunità intera che ruota attorno a una filiera industriale solida, capace di produrre valore economico e coesione sociale.
Tutto parte da Sassuolo, dove è nata la piastrella industriale moderna: un mix di creatività, tecnica e capacità produttiva che oggi concentra l’80% della ceramica italiana.
“Questo patrimonio industriale, sociale e culturale – ha osservato Mesini – non è soltanto italiano. È europeo. E l’Europa ha il dovere di tutelarlo”.
La direzione è chiara: difendere la ceramica non significa inseguire nostalgie industriali, ma proteggere un asset strategico. È geopolitica economica. È salvaguardare uno dei pilastri del Made in Italy e, soprattutto, del Made in Europe: tecnologia, qualità, competizione globale costruita su innovazione e regole, non su chi punta al ribasso sacrificando diritti e responsabilità.
Il paradosso è noto: le imprese europee devono rispettare standard ambientali sempre più elevati, mentre molti competitor extra-UE non hanno vincoli comparabili. Risultato? Norme nate per migliorare l’ambiente possono finire per spostare la produzione dove quegli standard non esistono.
Per Mesini la priorità è netta: “Serve un’Europa che difenda la sua manifattura. Che protegga i settori esposti alla concorrenza sleale. Che sostenga chi investe davvero in sostenibilità. Il sistema di tassazione ETS, oggi, va ripensato. Non chiediamo privilegi: chiediamo regole eque”.
Il sindaco ha ricordato che la ceramica italiana ed europea è già la più sostenibile al mondo: efficienza energetica, uso di rinnovabili, recupero del calore, riduzione degli sprechi. Eppure il sistema ETS continua a pesare in modo sproporzionato su settori energivori come la ceramica, sottraendo risorse che potrebbero essere destinate a innovazione, digitalizzazione, nuove competenze e nuovi posti di lavoro.
Il suo intervento si è chiuso con un invito diretto alle istituzioni europee: “Venite a Sassuolo. Venite a vedere cosa significa un distretto autenticamente europeo: imprese, lavoratori, sindacati, scuole e istituzioni che collaborano. Un modello che funziona. Un patrimonio che l’Europa deve avere il coraggio di proteggere”.
L’Assessore Federico Ferrari ha posto l’attenzione sul tema della trasparenza e della tutela del mercato interno: “Il settore ceramico europeo soffre una concorrenza sleale crescente da parte di Paesi extra-UE – ha affermato – che non rispettano gli stessi standard ambientali, di sicurezza o salariali. È indispensabile che i consumatori europei possano conoscere con chiarezza l’origine dei prodotti. L’obbligo di marchiatura Made In per le piastrelle è una misura di equità e di difesa della qualità. Le nostre imprese rispettano le norme ambientali più avanzate al mondo e garantiscono sicurezza, contratti, welfare e salari adeguati. Non si può accettare che prodotti a basso costo, ottenuti con standard inaccettabili, arrivino sul mercato europeo senza alcuna indicazione chiara al consumatore. La tracciabilità è un diritto e un elemento essenziale di concorrenza leale”.


