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Con “Play in the city” torna a Modena il gioco come esperienza educativa

Il gioco come linguaggio universale, spazio di incontro tra generazioni e strumento per educare a conoscere se stessi e gli altri. Giocare, infatti, significa esplorare, sperimentare, sbagliare e riprovare, in un contesto in cui regole, immaginazione e relazione si intrecciano.

È con questa consapevolezza che dal 21 al 23 novembre 2025 Modena ospita la prima edizione di “Play in The City – Festival della cultura ludica”. La manifestazione, evoluzione della storica rassegna modenese “Play” (dal 2025 a BolognaFiere per maggiori spazi e servizi), si svolge, gratuitamente, negli ambienti del Collegio e della Chiesa San Carlo e al Dipartimento di Giurisprudenza in via San Geminiano 3, con attività rivolte a scuole e famiglie, mettendo il gioco al centro come leva educativa e culturale.

La manifestazione è organizzata da Ludo Labo (realtà modenese che da oltre 15 anni organizza Play – Festival del Gioco), in collaborazione con l’assessorato alle Politiche educative e Rapporti con l’Università del Comune di Modena, Fondazione Collegio San Carlo e ModenaFiere; il supporto di Biblioteche comunali, Modena fa scuola e Tavolo provinciale del Buon Gioco dell’Ausl di Modena e il patrocinio di Unimore.

Il Festival è stato presentato lunedì 17 novembre in conferenza stampa, con la partecipazione di Federica Venturelli, assessora alle Politiche educative e Rapporti con l’Università, Glauco Babini, direttore artistico del Festival, Edith Barbieri, direttrice Fondazione Collegio San Carlo, Silvia Pozzi, project manager ModenaFiere e Nicolò Zanni, allenatore Modena Volley maschile B.

“Con Play in The City – sottolinea Federica Venturelli – vogliamo affermare con forza che il gioco è un diritto educativo fondamentale. Attraverso di esso, infatti, bambine e bambini imparano a collaborare, gestire le emozioni, affrontare le difficoltà creando relazioni significative. In un mondo in cui vediamo tanti diritti negati, fra cui quello al gioco – prosegue l’assessora – dedicare un festival alla cultura ludica significa ribadire che il gioco è un bene prezioso, da difendere e promuovere per tutti. Modena, grazie alla rete di scuole, associazioni e istituzioni culturali, vuole rendere questo approccio un tratto distintivo della propria comunità educativa”.

Il programma prende avvio venerdì 21, al Collegio San Carlo, in via San Carlo 5, con l’evento di lancio “Lo sport come gioco” (ore 21), una tavola rotonda che indaga le analogie tra pallavolo e gioco da tavolo come strumenti formativi. Il giornalista Fabrizio Monari dialoga con Nicolò Zanni, allenatore di Modena Volley, e Alfredo Genovese, fondatore della casa editrice Ghenos Games, per offrire uno sguardo originale su come gioco e sport plasmino la crescita, l’apprendimento e la cooperazione nelle giovani generazioni. La giornata di apertura propone, dal mattino, alla chiesa San Carlo, anche attività rivolte alle scuole, tra cui la Coppa Watson, gara di matematica a squadre per la scuola primaria.

Sabato 22 il festival entra nel vivo con un fitto calendario di attività aperte a famiglie, bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Tra gli appuntamenti più attesi: il percorso Play History, che esplora il dialogo tra gioco e narrazione storica (attivo anche domenica); il grande diorama giocabile del Castello di Gradara, che permette di vivere in prima persona un assedio medievale; l’Escape room scientifica Cryptolocked, ispirata al mistero della scomparsa di Majorana (attiva anche domenica) e Botanicus, il gioco vincitore del Gioco dell’Anno 2025, presentato dagli autori. Nel corso della giornata spazio anche alle due ludoteche — scientifica e inclusiva (attiva anche domenica) — allestite negli spazi della Fondazione Collegio San Carlo, oltre a dimostrazioni di giochi da tavolo, giochi di ruolo, laboratori creativi e iniziative dedicate al rapporto tra gioco, sostenibilità e biodiversità.

Si prosegue domenica 23 con esperienze ludiche e culturali che uniscono ricerca scientifica, storia e creatività. Tra le proposte di rilievo, il laboratorio “La valigia di Marco e Anna”, dedicato al gioco come risorsa nei contesti più fragili e ai processi di resilienza.

Il festival è arricchito anche da due mostre allestite al Dipartimento di Giurisprudenza: “40° Libro Game” che celebra, in modalità interattiva, i 40anni del libro game in Italia, e “Turno extra. Estensioni digitali del gioco da tavolo”, che presenta una selezione di giochi da tavolo che fanno un uso innovativo degli strumenti digitali.

Accanto al programma pubblico, Play in The City dedica ampio spazio alla formazione professionale con 24 interventi nel pomeriggio di venerdì 21, suddivisi in sei percorsi tematici: gioco e scienza, gioco e apprendimento, gioco e legalità, game design, gioco e psicologia, digital games. Le attività sono rivolte a insegnanti, educatori, operatori culturali e sociali, con rilascio di attestati riconosciuti. Per gli istituti scolastici modenesi, il festival è disponibile anche su MyMemo – itinerario 90.

A testimoniare la ricchezza della manifestazione contribuisce la presenza di 69 espositori: enti di ricerca, università, associazioni ludiche, musei, biblioteche, realtà educative e istituzioni culturali, che fanno di Modena un laboratorio nazionale sul gioco come strumento educativo e comunitario.

Il programma completo è disponibile sul sito playinthecity.it.

















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