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Tempo di crescere: parte da Finale Emilia il percorso formativo

Tempo di crescere: parte da Finale Emilia il percorso formativo

Da sabato 8 novembre 2025 a venerdì 7 febbraio 2026, il Sistema Bibliotecario dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord e il Comune di Mirandola, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e la collaborazione dell’Ausl di Modena, promuovono il percorso di formazione: “Chi ci guadagna di più? Cantando e leggendo esploriamo mondi, nutriamo la mente e cresciamo insieme”, pensato e organizzato nell’ambito del progetto distrettuale “Tempo di crescere”.

Si tratta di un programma di formazione e aggiornamento rivolto, in ogni sua parte, a operatori sanitari, educatori, bibliotecari e insegnanti, finalizzato a sostenere la crescita dei bambini e la genitorialità attraverso la lettura condivisa e le conoscenze recenti e aggiornate nel campo delle neuroscienze, della psicologia dello sviluppo e della letteratura per l’infanzia.

Il primo appuntamento del percorso è per sabato 8 novembre 2025, a partire dalle ore 9.30, presso il Nuovo Cinema Corso di corso Matteotti 5, a Finale Emilia.

Dopo i saluti del presidente UCMAN e sindaco di Finale, Claudio Poletti, introdurranno i lavori Anna Maria Davoli, pediatra, referente provinciale Nati per Leggere e Veronica Morselli, sindaca del Comune di San Possidonio e assessora del Sistema Bibliotecario UCMAN. Sono poi previsti gli interventi di Pier Francesco Ferrari, direttore di ricerca presso “Institut des Sciences Cognitives Marc Jeannerod”, CNRS, Lione, Lynne Murray, psicologa dello sviluppo, docente emerito alla University of Reading e Peter Cooper, psicopatologo, docente alla University of Reading.

Tra novembre e febbraio, il percorso di formazione prevede diversi altri appuntamenti, i primi già calendarizzati sono in programma venerdì 14 novembre, alla Biblioteca Pederiali di Finale Emilia e venerdì 5 dicembre alla biblioteca di San Felice sul Panaro.

Sul programma di formazione e aggiornamento, proponiamo di seguito una riflessione del Sistema Bibliotecario dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord che ne illustra molto bene le specificità.

 

“Chi ci guadagna di più? Perché questo titolo?

Le bibliotecarie sono approdate a questa domanda sperimentando, leggendo e riflettendo nel tempo sulle attività pensate e proposte nelle biblioteche del sistema area nord per bambini e adulti. Nessuna speciale novità, ma certe consapevolezze si acquisiscono piano piano, poi si avverte l’urgenza di condividerle.

Il programma nazionale Nati per Leggere, è da molti anni parte integrante delle nostre biblioteche pubbliche detentrici di ricche raccolte di libri e albi illustrati per i bambini e promotrici, insieme agli operatori sanitari, agli educatori, a insegnanti e volontari, di iniziative che danno vita ai libri sollecitando il coinvolgimento dei genitori.

Ed ecco il punto. Bruno Tognolini, poeta e filastrocchiere, in Leggimi forte, testo pubblicato nel 2006, invita i genitori a usare la voce con i propri figli: “hai un potere di umana magia nella voce- dice Tognolini a mamme e papà- unico eppure comune, perché ne sei avaro? Parla con lui, con lei, non negargli ciò che sai fare, che gli serve. E se non sai cosa dire ci sono sorgenti di parole giuste, che sono fatte per questo: leggi un libro”.

Parole giuste al momento giusto condivise in famiglia. Un gruppo di esperti periodicamente seleziona e propone nelle guide biennali Nati per Leggere libri e albi illustrati suggeriti a partire dalla gravidanza e adeguati alle fasi di crescita dei bambini, pensati per stimolarne e favorirne lo sviluppo cognitivo, linguistico e relazionale.

Relazionale: la relazione si nutre e si rafforza nella pratica della lettura condivisa innanzitutto in famiglia, in una condizione accogliente, rassicurante, ricca.

Una relazione che inizia dal pancione, come dimostrano le evidenze scientifiche nell’ambito della psicologia dello sviluppo e delle neuroscienze sociali che innervano il programma Nati per Leggere.

Il bambino nella pancia risponde alla voce materna, manifestando modificazioni del ritmo cardiaco e attivazione di diverse aree del cervello, alcune delle quali coinvolte nell’esperienza affettiva. Non solo, le esperienze in gravidanza favoriscono l’attivazione di circuiti neurali tali per cui i neonati piangono con la prosodia del linguaggio nativo sperimentato in gravidanza.

Gli esperti ricercatori e docenti nell’ambito delle neuroscienze Massimo Ammaniti e Pier Francesco Ferrari nel loro libro “Il corpo non dimentica. L’io motorio e lo sviluppo della relazionalità” affermano che “la voce materna accompagna i figli fin dalla gravidanza e costituisce una guida che li indirizzerà nel corso della loro vita”.

La relazione tra genitore e figlio inizia quindi precocemente lasciando impronte indelebili nelle epoche di vita successive.

La voce dunque parla, canta, sollecita il bambino fin dal pancione, interagisce con il neonato associando gesti alle parole, “parole giuste” di libri giusti che nutrono la relazione, inducendo genitori e figli a reiterare nel tempo l’appagante, stimolante esperienza pedagogica di condivisione della lettura.

Molti studi e ricerche, tra cui spicca il ricco e interessantissimo lavoro di Lynne Murray, ci dicono che leggere insieme, puntando alla qualità dell’esperienza, offre una miriade di opportunità alla relazione adulto bambino.

I bambini nella relazione vivono uno stato di beatitudine, nella lettura condivisa con l’adulto vivono un rapporto di intimità, di confidenza, di fiducia e di scambio. Assaporano un tempo prodigioso che richiede all’adulto di essere presente al 100%.

E questa esperienza, soprattutto quando inizia il tempo delle domande, diventa per gli adulti l’occasione, come afferma Chandra Livia Candiani, per esplorare sé stessi per smascherare le proprie rigidità interiori, per recuperare la freschezza dello sguardo.

I quesiti dei bambini possono essere tanti, diversi, mai definitivi ed è un privilegio accompagnarli nel loro processo di scoperta e di crescita, ma è altrettanto un’occasione vantaggiosa per l’adulto che ha la possibilità di “riattivare dentro di sé la capacità di mettersi in discussione”, di mantenere aperta la propria sorgente, di sbloccare quella frescura al centro del petto, che, come scrive Silvia Vecchini, nei bambini è viva e foriera di creatività e di immaginazione.

Quindi, riepilogando, nella lettura condivisa chi ci guadagna di più?

Gabriella Caramore nel suo saggio: “Come un bambino. Saggio sulla vita piccola” afferma: “L’infanzia è di per sé una condizione antagonista del mondo adulto. Rappresenta l’alterità rispetto al mondo che ordinariamente si struttura su fondamenta di interesse, di profitto, di sicurezze, di pregiudizi. Se proviamo ad ascoltare le parole (e le domande) dell’infanzia, a sostenere lo sguardo che i bambini ci rivolgono, dobbiamo vedere che l’infanzia rappresenta una critica feroce al mondo adulto e alla sua mediocrità, alla sua arrendevolezza all’abitudine, alle convenzioni, alle menzogne, alle pigrizie”.

Quindi in una relazione che l’adulto avvia e nel tempo consolida con il bambino/a utilizzando strumenti densi di echi educativi come i libri che agiscono su corpo, cuore e cervello, chi ci guadagna di più? A chi è offerta l’opportunità di recuperare quella frescura al centro del petto, quella sorgente inaridita e da tempo silente che senza “i maestri bambini” rimarrebbe tale?

È tempo per noi adulti, genitori e professionisti, di adottare un atteggiamento umile, di ascoltare l’infanzia, di essere pronti e disponibili a smascherarci, è il nostro tempo di rinascere e di crescere insieme ai bambini”.

 

















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