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A San Benedetto Val di Sambro, dopo l’intervento della Regione tornano a funzionare le condotte sotterranee del 1994

Un intervento efficace, che ha superato la prova delle piogge di questi ultimi giorni

A San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino bolognese, in località Ca’ di Sotto, dove da ottobre 2024 si è riattivata una delle frane più grandi dell’Emilia-Romagna, le condotte sotterranee storiche – posizionate nel 1994 per portare l’acqua in eccesso a valle e gravemente compromesse l’anno scorso – hanno ripreso a funzionare dopo l’intervento svolto dalla Regione, garantendo così lo scarico e riducendo il rischio di innalzamento dei livelli dell’invaso.

Il Settore Sicurezza territoriale e Protezione civile – Distretto Reno sta completando, infatti, i lavori per la messa in sicurezza del Sambro: con la ripresa lo scorso autunno, dopo circa 30 anni di quiescenza, del movimento franoso, che ha interrotto il corso naturale del torrente e creato un invaso a monte, sono in fase di ultimazione le opere per ripristinare la continuità idraulica del corso d’acqua.

“La prova dell’efficacia dell’intervento realizzato è arrivata in occasione delle recenti piogge che hanno interessato la parte montana dei bacini di Reno, Setta e Sambro- ha commentato la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini-. Questo risultato è particolarmente significativo perché il recupero delle ‘antiche’ condotte, posizionate trent’anni fa e gravemente compromesse lo scorso autunno, non era affatto scontato. Le piogge- ha concluso Rontini- hanno di fatto ‘collaudato’ il sistema, confermando la bontà delle scelte progettuali”.

Gli interventi

Tra i lavori più rilevanti, il recupero delle condotte sotterranee storiche, danneggiate e sepolte dalla frana, rappresenta un obiettivo strategico raggiunto. Sono state necessarie indagini che hanno sfruttato la conducibilità elettrica dei condotti per individuare le tubazioni, sepolte sotto metri e metri di terreno di frana, scavi mirati e la posa di nuove sezioni per ristabilire il collegamento funzionale.

Questo ripristino si inserisce in un piano più ampio, avviato tempestivamente nella fase di emergenza attraverso l’utilizzo di motopompe ed elettropompe per garantire temporaneamente il deflusso dell’acqua. Deflusso oggi assicurato dal sistema delle condotte, che sfrutta il principio dei vasi comunicanti e consente lo smaltimento senza costi energetici, con portate superiori rispetto alle pompe.

Nel piano rientra la realizzazione dello sfioratore di superficie, operativo in caso di portate eccezionali: lo smaltimento sarà assicurato anche da questo canale a cielo aperto che convoglierà l’acqua non transitabile nelle condotte, già funzionante ma in fase di completamento e consolidamento.

A oggi, la sola Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile ha investito oltre 1,4 milioni di euro per mitigare gli effetti del movimento franoso e mettere in sicurezza l’area. A ciò si aggiungono i lavori del Comune di San Benedetto Val di Sambro per 480mila euro (finanziati con risorse erogate sulla base di ex articoli 10 sempre da parte dell’Agenzia) e ulteriori 590mila euro con i Piani di Protezione civile avviati a ottobre. Tutte le opere sono state condotte in stretta sinergia con quelle regionali, nell’ambito di un programma complessivo di 3,14 milioni di euro dedicato alla sicurezza idraulica e alla stabilizzazione del versante. Le attività proseguono con indagini e studi approfonditi sul fenomeno franoso e con il completamento della regimazione delle acque del corpo di frana per limitare l’infiltrazione delle precipitazioni negli strati sottostanti.

 

















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