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La Caritas diocesana di Reggio e Guastalla ha presentato oggi il Bilancio Sociale 2024

Caritas Reggio Emilia Mense Diffuse

La Caritas diocesana di Reggio Emilia-Guastalla pubblica il primo Bilancio Sociale, riferito al 2024, consegnando al territorio, alla Chiesa e alle Istituzioni dati e riflessioni relativi alla sua attività e all’ambito sociale.

“La presentazione del Bilancio Sociale” – afferma il Direttore della Caritas Andrea Gollini – “è per noi un passo importante di trasparenza e corresponsabilità, per rendere conto con chiarezza dell’operato della Caritas e per riflettere su come migliorare interventi e risposte a sostegno dei bisogni e delle povertà che incontriamo”.

La presentazione del documento è il culmine di un lungo lavoro, che nasce dal desiderio di fermarsi, pensare e raccontarsi. Nero su bianco, nel Bilancio Sociale, si trovano non solo i dati, ma soprattutto le relazioni che danno vita alla Caritas, con parrocchie, volontari, operatori, enti, associazioni e donatori che ogni giorno intrecciano impegno e solidarietà. È stato un percorso prezioso di consapevolezza e di condivisione, reso possibile anche grazie all’accompagnamento che la Caritas reggiano-guastallese ha ricevuto da Aiccon, Centro Studi promosso dall’Università di Bologna.

Il Bilancio Sociale restituisce la visione pastorale di una Caritas che non si limita ad aiutare, ma anima la comunità e promuove la testimonianza della carità. Si tratta di una rilettura riflessiva che passa da un racconto dei progetti a una valutazione delle linee di attività e dell’impatto sociale.

“Crediamo molto ad un approccio relazionale e antioppressivo e nel nostro lavoro quotidiano cerchiamo di metterlo in atto” – continua Gollini. “L’aiuto non è inteso come prestazione, ma come relazione di pari dignità, con un forte impegno per l’advocacy e la tutela dei diritti delle persone”.

Tutto il lavoro della Caritas diocesana è frutto di tante collaborazioni e di un lavoro in rete con la Chiesa, le Istituzioni pubbliche, le realtà del Terzo Settore, le aziende e cittadini.

Attraverso la lettura della pubblicazione si potrà notare come nel lavoro della Caritas ci sia un costante impegno per una ecologia integrale e attenzione alle dinamiche partecipative nella governance.

Particolarmente interessante è anche il capitolo che illustra le fonti di finanziamento. Negli ultimi anni si è fatto leva sulla diversificazione delle fonti per migliorare la sostenibilità economica. La costante ricerca di possibilità di finanziamento e la generosità di tanti privati e aziende sono la linfa principale per mantenere i servizi in essere e progettare innovazione e nuove risposte a nuovi bisogni.

I dati, in un Bilancio Sociale, non sono la sola fonte di ispirazione e oggetto di studio, ma rimangono un fondamentale importante da analizzare e dal quale partono e nascono le riflessioni principali.

Si tratta di dati aggregati fra tutte le varie attività della Caritas. Non c’è uno specifico ma ogni particolare si intreccia con gli altri per cercare di restituire un’immagine, una filosofia, un modo di muoversi unici.

 

Durante la presentazione, dopo i saluti istituzionali di Credem, sono intervenuti: il Vicario Generale della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla Monsignor Giovanni Rossi, il Segretario della Fondazione Pietro Manodori Riccardo Faietti, il Ricercatore di Aiccon Research Center Massimo Ronchini, il Direttore della Caritas di Reggio Emilia-Guastalla Andrea Gollini. Moderatore Edoardo Tincani, Direttore de La Libertà.

 

IL BILANCIO SOCIALE

Dati e Riflessioni

Il Bilancio Sociale 2024 della Caritas diocesana Reggio Emilia-Guastalla descrive la missione, l’organizzazione, i dati economici, le sfide e le attività principali svolte nell’anno.

 

Chi Siamo e la Rete

La Caritas diocesana Reggio Emilia-Guastalla è l’organismo pastorale della Diocesi, fondato nel 1977, con l’obiettivo di promuovere la testimonianza comunitaria della carità e focalizzarsi sulla funzione pedagogica e sull’attenzione agli ultimi.

L’ente gestore formale è la Compagnia del SS. Sacramento – Caritas Reggiana – Missioni Diocesane. Opera in stretta sinergia e collaborazione con una rete di partner:

  • Associazione Nuovamente Odv: promuove l’inclusione lavorativa e sociale attraverso il riutilizzo di beni donati, con quattro sedi sul territorio diocesano.
  • Cooperativa San Giovanni Bosco: collabora nell’area dell’accoglienza residenziale, richiedenti asilo e nel progetto di Housing First.
  • Associazione Querce di Mamre Odv: garantisce servizi socio-sanitari gratuiti per persone prive di accesso al Servizio Sanitario Nazionale, sviluppando l’esperienza pluriennale dell’Ambulatorio Caritas (attivo dal 1998).

 

Le Sfide e i Dati sulla Povertà

Il contesto reggiano presenta due forme di povertà: la grave emarginazione adulta (intercettata dalla Caritas diocesana) e la povertà delle famiglie (intercettata maggiormente dalle Caritas parrocchiali presenti sul territorio).

  • Grave Emarginazione Adulta. Nel 2024, 513 persone su 808 (oltre il 63%) incontrate dai servizi diocesani versavano in condizioni di grave esclusione abitativa (classificazione ETHOS), con il 50,9% classificate come “senza tetto”.
    • Questa popolazione è composta prevalentemente da uomini adulti soli (88,7% maschi).
    • Un dato critico è che il 72,9% di queste persone non risulta in carico a nessun servizio istituzionale.
  • Fragilità Relazionale. In entrambe le fasce di povertà, la solitudine è un tratto trasversale: 517 persone su 808 (oltre il 64%) vivono sole o prive di reti significative.
  • Povertà delle Famiglie. Riguarda famiglie con fragilità economiche, lavorative e abitative, spesso esposte al rischio di indebitamento (fenomeno dei working poor).

 

Come Operiamo e i Dati Economici

L’azione della Caritas è guidata dall’aiuto relazionale (Relational Social Work – RSW) e dal Poverty-Aware Paradigm (PAP), che vede la persona come soggetto attivo e l’aiuto come relazione paritaria, contrastando l’assistenzialismo.

Risorse Umane

La Caritas diocesana conta su 420 persone tra dipendenti e volontari.

  • Volontari: 390 volontari (non conteggiando quelli parrocchiali), di cui 298 hanno offerto un contributo stabile nel 2024. L’età media è 46 anni.
  • Dipendenti: 30 dipendenti (15 uomini e 15 donne), con un’età media di 45,7 anni. Hanno partecipato a 838 ore formative nel 2024.

Fonti di Finanziamento (Funding Mix 2024)

La Caritas si basa su un mix di finanziamento diversificato per garantire stabilità e autonomia. La ripartizione delle entrate è la seguente:

  • 8×1000 diocesano: 38,3% (quota in calo strutturale nel triennio, -19.2%)
  • Offerte da Privati: 22% (quota in aumento significativo nel triennio)
  • Fondazioni Private: 20,7% (quota in aumento costante nel triennio, +13.5%)
  • Enti Pubblici: 7,8%
  • 5×1000: 3,7% (quota in crescita progressiva nel triennio)

Destinazione delle Risorse

La maggior parte dei fondi è investita direttamente nelle attività di accompagnamento.

  • Mense e Aiuti Alimentari: 39%
  • Ascolto e Accompagnamento: 24,6%
  • Progetti di Accoglienza: 21,9%

 

Le Opere e i Servizi

L’azione si concentra su tre direzioni principali: ascolto e accompagnamento, supporto al territorio, e promozione della cultura della solidarietà.

Le principali Opere Segno attive sul territorio diocesano sono:

  • Centri di Ascolto presenti nel territorio diocesano (CdA): 50
  • Distribuzioni Alimenti presenti nel territorio diocesano: 49
  • Distribuzioni Aiuti Materiali presenti nel territorio diocesano: 38
  • Accoglienze: 24
  • Mense Diffuse: 7
  • Empori: 4
  • Progetto Nuovamente: 4
  • Locande Accoglienza: 3
  • Housing First: 3
  • Ambulatorio (Querce di Mamre): 1

 

Riflessioni sulle Sfide Interne e Strategiche

Queste riflessioni riguardano le sfide che interrogano direttamente la missione Caritas all’interno della comunità ecclesiale e del contesto sociale reggiano.

  • Invecchiamento progressivo del volontariato. Nonostante la crescita dei gruppi giovanili, la struttura di volontariato stabile sta invecchiando, ponendo interrogativi sulla sostenibilità futura dei servizi.
  • Calo della partecipazione comunitaria. Si registra un indebolimento del tessuto associativo in molte parrocchie e un calo del senso di corresponsabilità. Ciò comporta il rischio di delegare le attività caritative a pochi attori istituzionalizzati.
  • Rischio di delega specialistica. C’è il rischio che l’azione Caritas venga percepita come il “compito di addetti ai lavori”, anziché come espressione corale della comunità cristiana, nonostante l’accompagnamento relazionale richieda un forte coinvolgimento comunitario.
  • Povertà normalizzata e nuove marginalità. Il contesto è caratterizzato dalla “normalizzazione delle povertà” (secondo la definizione di Caritas Italiana). Questa compresenza impone alla Caritas uno sguardo socio-pastorale capace di cogliere sia le marginalità più visibili (grave esclusione) sia quelle più silenziose e sommerse (vulnerabilità diffusa in contesti di benessere).

 

Riflessioni Metodologiche e Organizzative

Queste riflessioni definiscono il modo in cui la Caritas opera e si organizza per mantenere la coerenza con la propria missione.

  • Centralità del paradigma relazionale. L’azione Caritas è radicata in un approccio relazionale e anti-oppressivo al lavoro sociale. Il paradigma non vede la persona solo come portatrice di bisogni, ma come soggetto capace di risorse e relazioni.
    • L’aiuto è concepito come una relazione paritaria e co-costruita, non una prestazione unidirezionale.
    • L’azione non si esaurisce nell’accompagnamento individuale, ma include l’Advocacy per dare voce a chi non ha voce e contrastare le cause strutturali della povertà.
  • Modello organizzativo dell’Ospedale da Campo. L’organizzazione si ispira a questa immagine (ben descritta da Papa Francesco) per essere una struttura leggera e flessibile, capace di adattarsi rapidamente ai bisogni emergenti e di stare vicina alle ferite più profonde.
  • Organizzazione al servizio della carità. La Caritas non persegue una logica di semplice efficienza gestionale, ma costruisce modalità organizzative che generano relazioni generative e corresponsabilità diffusa, dove sia chi aiuta sia chi è aiutato è un soggetto attivo nel percorso.
  • Funding Mix bilanciato. La Caritas ha adottato una scelta strategica consapevole per la sostenibilità economica, basata su un funding mix plurale. Questo serve a ridurre la dipendenza da singole fonti di finanziamento (come l’8×1000) e a garantire stabilità e autonomia per intervenire anche su bisogni emergenti difficilmente finanziabili.
  • Valorizzazione delle risorse intangibili. L’utilizzo dell’ecosistema relazionale è uno strumento per valorizzare le molteplici forme di contributo, incluse le risorse immateriali e relazionali come le reti e la legittimazione, e per individuare margini di evoluzione verso livelli più avanzati di corresponsabilità.
















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