martedì, 23 Settembre 2025
17 C
Comune di Sassuolo
HomeAppuntamentiSanta Teodosia di Scarlatti inaugura il Modena Belcanto Festival





Santa Teodosia di Scarlatti inaugura il Modena Belcanto Festival

Con Il martirio di Santa Teodosia, oratorio in musica a quattro voci di Alessandro Scarlatti, si inaugura la seconda edizione del Modena Belcanto Festival che dal 25 settembre si protrae sino al 12 ottobre, proponendo un calendario fitto di appuntamenti di estremo interesse e assai variegati.

Si parte, dunque dalle origini del Belcanto, da Alessandro Scarlatti, per celebrare, inoltre, i trecento anni dalla scomparsa del compositore. L’opera, di cui Modena conserva uno dei due manoscritti venne eseguita per la prima volta a Roma tra il 1863 e il ’64 e poi riproposta proprio nel capoluogo modenese nel 1685.

Interpreti di questo gioiello musicale, la Compagnia de Violini guidata da Alessandro Ciccolini, impegnato come Primo violino e direttore, e da Monica Piccinini impegnata nei panni di Santa Teodosia, accanto a Massimo Altieri nel ruolo di Arsenio, Marco Saccardin come Urbano e Valentina Ferrarese nei panni di Decio, servitore di Arsenio.

 

Santa Teodosia: la storia

Santa Teodosia è il primo oratorio di Alessandro Scarlatti (1660-1725), rappresentato a Modena nel 1685. L’anno successivo venne eseguito anche Il trionfo della Grazia, sempre su libretto del cardinale Benedetto Pamphilj. Questi lavori, insieme ad altri provenienti da Roma, rientrano nel programma di promozione musicale del duca Francesco II d’Este (1660-1694), che rese Modena un centro di grande vitalità culturale, ospitando in vent’anni 95 oratori, molti dei quali di origine romana, bolognese e veneziana.

La Santa Teodosia probabilmente circolò prima a Roma e giunse a Modena grazie a diversi possibili canali: l’intercessione del cardinale Pamphilj, il lavoro diplomatico dell’ambasciatore estense Ercole Panziroli o un interessamento diretto della madre di Francesco II, Laura Martinozzi, che pur non essendo una grande mecenate, mantenne legami con l’ambiente musicale romano. Oggi ne rimangono tre preziosi manoscritti: due a Modena (uno completo e una copia con le parti vocali) e uno a Parigi. Questa pluralità di fonti è rara per un oratorio secentesco e testimonia l’importanza che l’opera ebbe nelle stagioni estensi.

Il libretto rielabora liberamente la vicenda narrata da Eusebio di Cesarea: storicamente, Teodosia, giovanissima cristiana, subì il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano. Nel testo per musica, invece, la giovane viene condannata perché rifiuta l’amore di Arsenio, figlio del governatore Urbano. Malgrado le suppliche di Arsenio e gli interventi di Decio, Urbano resta inflessibile e decreta il martirio della Santa.

Le arie di Teodosia mostrano grande varietà e virtuosismo, fino a culminare nell’ultima aria «Spirti beati», ricca di cromatismi e dissonanze che esprimono insieme dolore e salvezza.

Un tratto caratteristico dell’opera è l’ampio uso di ariosi e brani d’insieme, più frequenti rispetto ad altri oratori contemporanei, che aumentano il coinvolgimento drammatico e mettono in risalto il contrasto tra le passioni dei personaggi.

Grazie alla varietà di forme musicali, al contrasto tra temi profani (amore) e sacri (martirio e fede), e alla forza espressiva delle arie, la Santa Teodosia rappresenta uno dei capolavori dell’oratorio secentesco e un tassello fondamentale delle celebri stagioni modenesi promosse da Francesco II d’Este.

Biglietteria del Teatro Comunale Pavarotti-Freni: biglietteria@teatrocomunalemodena.it – Tel. 059 2033010.

















Ultime notizie