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Sanità in Appennino: si lavora per garantire l’assistenza e la sicurezza delle cure

L’Azienda USL di Modena, in collaborazione con la Conferenza territoriale socio-sanitaria e con il coinvolgimento attivo anche delle associazioni di volontariato, sta portando avanti un importante percorso di analisi e revisione del sistema di gestione delle emergenze e delle urgenze sul territorio provinciale. Il mandato condiviso in CTSS è quello di renderlo più efficiente in termini di utilizzo – cioè rendimento delle risorse mediche e infermieristiche affidate al territorio – anche in una ottica di sostenibilità, stante le difficoltà di reperimento di personale in questo settore, mantenendo la qualità e la sicurezza delle cure.

In questo contesto si inserisce la proposta per la sanità territoriale sull’alto Appennino modenese, con l’obiettivo prioritario di tutelare e valorizzare il ruolo del Pronto Soccorso di Pavullo, elemento centrale della rete di emergenza del Frignano e punto di riferimento imprescindibile per i cittadini, e della rete del 118 che ha mezzi dislocati su tutto il territorio dell’Appennino.

Il lavoro, costruito attraverso tavoli distrettuali e provinciali, in cui erano presenti professionisti sanitari, amministratori, associazioni di volontariato e rappresentanze dei cittadini, e ha portato alla definizione di un primo quadro di azioni condivise, che sarà formalizzato nelle prossime settimane. L’azione legata all’Alto Frignano viene anticipata rispetto a tale termine, per la necessità di gestire la scadenza di un accordo con i medici convenzionati, già prorogato in passato al 30 giugno 2025, e che comunque rientrerà nella valutazione complessiva del progetto definitivo della CTSS e degli organi preposti.

 

Le sfide principali

La proposta nasce dalla necessità di affrontare alcune criticità strutturali, comuni a tutto il territorio regionale e nazionale: carenza di professionisti, sottofinanziamento del sistema sanitario, uso eccessivo del Pronto Soccorso per casi di bassa gravità. Anche recarsi autonomamente in Pronto Soccorso in caso di reale emergenza, invece di contattare il 118, può rappresentare una criticità e un rischio evitabile per il paziente, un altro fattore, questo, oggetto di analisi per arrivare ad un più appropriato utilizzo dei servizi.

L’obiettivo è dunque un migliore utilizzo e valorizzazione delle professionalità del personale, una migliore distribuzione delle risorse non necessarie nel sistema di emergenza territoriale, oltre alla riduzione degli accessi al PS per bisogni non gravi che potrebbero essere meglio gestiti dai medici di medicina generale o tramite la Continuità assistenziale.

 

Le soluzioni in campo

Il nuovo modello mira a una più efficiente distribuzione delle risorse e a un rafforzamento della medicina territoriale attraverso:

L’evoluzione, a partire dall’autunno 2025, dell’attuale CAU di Fanano in due distinti Ambulatori di Bassa Complessità, gestiti dai Medici di Medicina Generale, nelle aree di Fanano-Sestola-Montecreto e Pievepelago-Riolunato-Fiumalbo, con tecnologie specialistiche (ecografi, elettrocardiografi, spirometri) e accesso anche per i turisti, in modo da offrire un servizio di maggiore prossimità in queste due aree. Questi ambulatori garantiranno una apertura diretta H12 e la possibilità di percorsi di risposta dedicati senza il passaggio dal Pronto Soccorso. Nelle restanti ore è previsto l’utilizzo di professionisti di continuità assistenziale.

Si tratta di uno dei nuovi elementi della programmazione per assicurare la gestione delle problematiche non gravi, urgenti e non (la bassa complessità) da parte del sistema della medicina generale e pediatria di libera scelta, attraverso le nuove Aggregazioni Funzionali Territoriali che prevedono il ruolo unico. Si assicurerà anche la copertura della domiciliarità, sia con i professionisti medici che infermieristici.

L’ampliamento a partire dai prossimi mesi delle possibilità di intervento dell’elisoccorso anche in condizioni meteorologiche complesse, grazie a nuovi protocolli operativi con le rotte PBN (Performance-Based Navigation).

L’adozione progressiva di strumenti di telemedicina per garantire assistenza specialistica a distanza e alleggerire il ricorso agli ospedali, soprattutto per quei pazienti che necessitano di visite frequenti o che hanno difficoltà a spostarsi dalla propria abitazione.

Dal 1° luglio all’autunno 2025 sarà attivo un periodo transitorio con il mantenimento, per i bisogni urgenti non gravi, del CAU di Fanano e del servizio di Pievepelago nei giorni feriali, dalle 8 alle 20 e, compatibilmente con le risorse mediche disponibili, una copertura di area Fanano-Pievepelago della Continuità assistenziale dalle 20 alle 8 nei giorni feriali e nelle 24 ore nei prefestivi e festivi, con accesso tramite il numero unico gratuito 800 032 032.

Dalla Centrale operativa provinciale il medico può rispondere direttamente al bisogno, senza necessità di spostamento per il paziente (può essere ad esempio una ricetta, un certificato, una richiesta di valutazione su sintomatologie che non richiedono spostamenti da casa), mentre nei casi in cui è necessario, il medico stesso al telefono dispone già il contatto con il medico più vicino al cittadino.

“A tutti sono chiare le specificità della montagna – dichiara il Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena Mattia Altini -, le caratteristiche che la rendono unica, quali le maggiori distanze geografiche e la necessità di favorire i professionisti che decidono di operare in questi contesti. Fra l’altro è ben noto che nei periodi estivi il numero di assistiti aumenta e siamo impegnati nel gestirlo. Il modello a cui tendere, che si integra a quello degli ambulatori a bassa complessità, è quello del Virtual Hospital, un modello innovativo di assistenza sanitaria che utilizza tecnologie digitali e telemedicina per fornire cure a distanza, senza che i pazienti debbano recarsi fisicamente in ospedale e nelle strutture specialistiche”.

















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