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A luglio via al primo stralcio di lavori per la frana di Ca’ Lita (Baiso)

Previsti interventi di mitigazione per 2,5 milioni di euro

frana Cà Lita sopralluogo (Foto di Cristina Gaddi)

Opere di drenaggio, interventi strutturali, rallentatori di colata. A partire dal mese di luglio, prenderà il via il primo stralcio di una serie di lavori di mitigazione, per un totale di 2,5 milioni di euro, all’imponente frana di Ca’ Lita, a Baiso, sull’Appennino reggiano, riattivatasi dopo gli eccezionali eventi meteo di maggio 2023.

Qui si è svolto oggi un nuovo sopralluogo del presidente della Regione, Michele de Pascale. Ad accompagnarlo anche la sottosegretaria alla Presidenza, con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi. Presenti anche gli amministratori locali dei comuni coinvolti dalla frana: Fabio Spezzani, sindaco di Baiso, Fabrizio Corti, sindaco di Viano, Giuseppe Ruggi, sindaco di Carpineti. E ancora Giorgio Zanni, presidente della provincia di Reggio Emilia, e Matteo Nasciuti, sindaco di Scandiano e delegato alla Protezione civile per la Provincia di Reggio Emilia, oltre a rappresentanti della Protezione civile, Croce Rossa, Genio Civile, Consorzio Bonifica dell’Emilia Centrale: tutti organismi e associazioni che si sono occupati della frana nella fase di emergenza.

“Dopo gli eventi di maggio 2023 e l’immediato intervento di somma urgenza che ha visto l’asportazione di oltre 500mila metri cubi di materiale dal fronte della colata, si è proceduto con una serie di indagini, studi e monitoraggi- hanno ricordato de Pascale e Rontini-. Parliamo di tutta una serie di attività svolte anche con il supporto tecnico-scientifico dell’Università di Modena e Reggio Emilia e di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Dai risultati delle analisi svolte- hanno proseguito presidente e sottosegretaria- è emerso un orientamento a lavorare per una strategia di ‘convivenza controllata’ con il movimento franoso, attraverso la realizzazione di interventi tecnici, monitoraggio e piani di emergenza. Abbiamo attivato ogni forma di finanziamento possibile: ordinanze della struttura commissariale, fondi Fesr, fondi regionali. Ogni risorsa disponibile per far fronte a un tema, quello delle frane, che qui ha una dimensione enorme ma che è molto diffusa in tutto il nostro Appennino e che deve rimanere al centro dell’attenzione”, hanno concluso de Pascale e Rontini.

“Siamo di fronte a una frana molto profonda, plurisecolare, la più grande a livello europeo- ha sottolineato Mammi-. I lavori stanno andando avanti per la messa in sicurezza del territorio, in più si stanno facendo interventi strutturali al centro della frana per liberarla dall’acqua. Essere qui, oggi, è fondamentale per fare il punto della situazione. Dobbiamo intervenire su frane come questa, ripristinare la viabilità ma fare anche opere che servano per trattenere l’acqua, invasarla e gestirla nel migliore dei modi. Stiamo lavorando per fare invasi aziendali, per questo metteremo 2 milioni a favore delle aziende che li faranno in collina; parallelamente siamo impegnati anche per la creazione di grandi invasi, come quello della Val d’Enza”.

“Sembra una, ma sono ben cinque le frane che insistono su questa colata- ha ricordato il sindaco di Baiso, Spezzani-. Non solo, è anche necessario considerarle attive: tutto il movimento franoso non è fermo, si muove. Servono quindi risorse per far fronte alla situazione, per mantenere sempre alta l’attenzione”.

“La frana di Ca’ Lita necessita di investimenti importanti, risorse e sostegno tecnico- ha sottolineato il presidente della Provincia, Zanni-. Stiamo cercando di gestire, insieme al Comune e all’Agenzia regionale, questa frana, che non solo è la più importante del nostro territorio, ma anche una delle più importanti dell’Emilia-Romagna e dell’intero panorama nazionale”.

frana Cà Lita (Foto di Cristina Gaddi)

La frana

Uno sviluppo planimetrico complessivo di circa 2,7 chilometri, una profondità che varia tra gli oltre 50 metri della superficie di scivolamento al di sotto della Piana e i 10 metri in corrispondenza del restringimento della porzione mediana della colata. Sono le dimensioni della frana di Ca’ Lita, il cui grande corpo occupa quasi tutta la valle del Rio Cargnone, affluente del Secchia. Lo stesso, in realtà, è formato da numerose frane minori, che convergono sul fondovalle: il corpo franoso è, infatti, un sistema complesso costituito da quattro “rami”, dal volume totale, comprensivo della colata, calcolato in alcune decine di milioni di metri cubi di materiale.

A maggio 2023, con la riattivazione della frana, si è dovuto intervenire con una somma urgenza, a opera dell’Ufficio Territoriale di Reggio Emilia dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Con questo cantiere da 3 milioni di euro (finanziato attraverso l’ordinanza 6/2023) sono stati asportati oltre 500mila metri cubi di materiale dal fronte della colata ed è stato possibile limitare l’avanzata della frana fino al fondovalle, salvaguardando tutta una serie di realtà: le abitazioni in località Muraglione, la transitabilità della strada provinciale 486R, che è rimasta sempre garantita, e l’officiosità dell’alveo del fiume Secchia. Il materiale asportato è stato depositato in corrispondenza di un terrazzo alluvionale demaniale in sinistra idraulica del fiume Secchia; successivamente, è stato re-impiegato anche per interventi di ripristino di importanti erosioni alle sponde spondali del corso d’acqua.

Le opere previste

Dopo gli eventi alluvionali e la dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso le ordinanze del commissario straordinario alla ricostruzione sono state stanziate risorse importanti per intervenire nei territori colpiti. Tra le opere previste, sono compresi anche due stralci di lavori per la mitigazione del rischio connesso alla frana di Ca’ Lita (2,5 milioni con l’ordinanza 8/2023 e 1,8 milioni con l’ordinanza 33/2024). A queste risorse si aggiunge un ulteriore finanziamento (terzo stralcio) da 2 milioni di euro dei fondi PR FESR Emilia-Romagna Azione 2.4.2: l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, Ufficio Territoriale di Reggio Emilia, sarà soggetto attuatore. I cantieri dei primi interventi di mitigazione, finanziati con le ordinanze e piani sopra indicati, vedranno l’avvio a partire dal mese di luglio.

















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