
La frana di Boccassuolo continua a essere monitorata 24 ore su 24. L’attenzione è massima, in particolare sul torrente Dragone, il cui alveo è minacciato dal movimento franoso che rischia di creare una diga naturale sul corso d’acqua: l’obiettivo è garantire il naturale deflusso delle acque, contrastando l’avanzare della colata. In base al report, aggiornato al 17 maggio, l’ultimo chilometro della frana prosegue verso valle con una velocità compresa fra 3 e 6 metri al giorno.
Personale dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, del Comune di Palagano, delle ditte incaricate e dell’Università di Modena e Reggio Emilia presidiano costantemente la zona, intervenendo a più livelli. Per agevolare il più possibile le operazioni, sono state realizzate alcune piste di cantiere sul lato sinistro del torrente, in modo da consentire il transito e lo spostamento dei mezzi e delle attrezzature. Sono in corso verifiche per farne anche sul lato destro. Prosegue, inoltre, il monitoraggio continuo dell’area tramite antenne GPS statiche e rilievi effettuati dal drone con sensori Lidar.
Oggi anche il presidente della Regione, Michele de Pascale, ha voluto verificare di persona la situazione. Al sopralluogo è stato accompagnato da Fabio Braglia, sindaco di Palagano e presidente della Provincia di Modena.
“Siamo davanti a un fenomeno che, da solo, sta creando un danno enorme a tutta questa zona- ha commentato de Pascale-. Ci sono stati interventi tempestivi da parte della Regione, del Comune e della Provincia; dal primo minuto abbiamo cercato di essere vicini alle comunità. Stiamo per attivare la misura del Cas, il Contributo di autonoma sistemazione regionale, per i cittadini che, purtroppo, hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Speriamo- ha aggiunto il presidente- che la dichiarazione di stato di emergenza nazionale possa essere accolta, e quindi di poter attingere anche a risorse nazionali, perché qui c’è tutta una stratificazione di interventi che dovranno essere fatti. Non appena sarà possibile, perché la frana è ancora in movimento, dobbiamo ripristinare una viabilità provvisoria, perché l’entità complessiva del fenomeno franoso la potremo percepire solo in un tempo un po’ più lungo. Solo quando la situazione si starà stabilizzata- ha concluso de Pascale- si potrà intervenire in modo strutturato e strutturale. C’è anche la necessità di aiutare e sostenere le imprese, soprattutto quelle agricole. Stiamo cercando in tutti i modi di aiutare il territorio”.
“Purtroppo la frana continua a scendere e a fare danni- ha ribadito Braglia-. L’attenzione della Regione che c’è stata finora è il motivo per cui siamo riusciti a mettere in campo delle ditte, dei mezzi, che hanno permesso di accompagnare la frana verso il fiume e fare in modo che non si ‘allargasse’, che non andasse a coinvolgere altre abitazioni. Abbiamo bisogno- ha ribadito il sindaco- di dare risposte alle persone, a quelle isolate, parzialmente isolate, all’azienda agricola e all’agriturismo, che hanno necessità di vedere uno spiraglio in fondo al tunnel. Il presidente de Pascale stamani è venuto con noi, abbiamo visitato insieme un po’ tutte le situazioni; l’impegno è fare squadra, per cercare di dare il prima possibile delle risposte. Abbiamo fatto richiesta per il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale; speriamo- ha concluso Braglia- di poter dare ai cittadini la speranza di veder ricostruito, un giorno, almeno il collegamento verso il capoluogo e la possibilità di vivere una vita normale”.
La frana, lunga 3,5 chilometri, si è staccata dal Monte Cantiere lo scorso 1^ aprile. Il fronte, largo tra i 100 e i 300 metri, ha tagliato quattro strade comunali e scalzato il ponte del Rio della Lezza e altri ponti minori. Tre i nuclei familiari residenti evacuati, con otto persone, mentre sono stati allontanati 10 nuclei non residenti (seconde case), per un totale di circa 20 persone. Una cinquantina le persone parzialmente isolate.