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Sette nuovi dottori di ricerca (Phd) in “Reggio Childhood Studies”

Ieri la discussione delle tesi al Centro Internazionale Malaguzzi

Phd Reggio Childhood Studies – Debbie Steel, Massimiliano Massimelli, Marcella Colacino, Werther Giannini, Sofya Koamrova, Faustino Rizzo, Cristiana Prestianni

Sette nuovi dottori di ricerca in Reggio Childhood Studies and Longlife Learning dopo la discussione delle tesi avvenuta ieri al Centro internazionale Loris Malaguzzi per il corso Phd di Desu – Unimore e Fondazione Reggio Children. I primi quattro dottori erano stati celebrati nel novembre scorso in Sala Tricolore. Italia, Nuova Zelanda e Russia sono i paesi di origine dei nuovi dottori, iscritti al 35° e 36° ciclo, che si sono laureati ieri. I temi di ricerca spaziano nella contemporaneità, da Scuola Diffusa all’inclusione sociale nei musei, al bisogno educativo speciale dei minori appartenenti a famiglie di mafia alla ricerca su come i bambini vivano i diversi processi di apprendimento. Prestigiosi gli atenei nazionali e internazionali coinvolti attraverso i relatori, da Unimore a Milano-Bicocca ad Harvard.

Inaugurato nel 2019 il dottorato industriale Reggio Childhood Studies di Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia, diretto dalla professoressa Annamaria Contini, e di Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi, presieduta da Carla Rinaldi, si muove infatti su uno scenario internazionale e vede la città di Reggio Emilia e la sua esperienza educativa nella prima infanzia come contesto di riferimento da cui far partire ricerche negli ambiti più diversi.

L’esame finale di Dottorato si è tenuto alla sala “Kuwait” del Centro Internazionale Loris Malaguzzi. In Commissione Giudicatrice Carla Bagnoli, Università di Modena e Reggio Emilia, coordinatrice del corso, Luisa Zecca, Università di Milano Bicocca, Federica Malfatti, Universität Innsbruck (Austria). Le tesi sono state redatte e discusse in inglese. Ne fa parte inoltre Carla Rinaldi, presidente di Fondazione Reggio Children, come membro esperto. Parte della commissione e dei relatori e correlatori erano connessi on line.

I nuovi dottori in Reggio Childhood Studies sono Marcella Colacino, Werther Giannini, Sofya Komarova, Massimiliano Massimelli, Cristiana Prestianni, Faustino Rizzo, Deborah Joy Steel.

Cristiana Prestianni ha discusso di “Creatività ed esperienza estetica. Attraversamenti dal Reggio Emilia Approach alla Scuola Diffusa per un nuovo apprendimento e insegnamento”. Relatrice Annamaria Contini, Unimore, correlatrice Luisa Zecca, Università degli Studi di Milano-Bicocca. Una ricerca sperimentale che si concentra sull’indagine delle relazioni tra le idee di John Dewey e l’approccio pedagogico di Reggio Emilia, in particolare riguardo all’esperienza estetica e alla creatività. L’obiettivo è comprendere come la creatività possa contribuire a interpretare e affrontare le sfide della società moderna, favorendo una scuola inclusiva e democratica.

Faustino Rizzo, Doctor Europaeus, ha affrontato il tema “Sfide e prospettive nella tutela dei diritti dell’infanzia in contesti mafiosi. Un’analisi delle misure di protezione avviate dal Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria negli anni 2012-2020”.  Relatrice Paola Milani, Università di Padova, correlatrice Marcelle Padovani, giornalista. La ricerca si concentra sulla tutela dei diritti dei minori nati in ambienti influenzati dalla cultura mafiosa. Esplora. La ricerca esplora le possibilità di proteggere tali minori attraverso misure di affidamento e accoglienza alternativa e affronta sfide relative al coinvolgimento dei genitori e al sostegno alla genitorialità. L’obiettivo è sviluppare approcci efficaci per garantire la protezione e il benessere dei minori coinvolti.

Marcella Colacino si è occupata di “La valutazione dell’inclusione museale come educazione alla complessità”, relatrice Antonia Liguori, Teesside University, correlatore James Bradburne, Accademia di Brera. L’obiettivo principale di questa ricerca è esplorare l’inclusione sociale nei musei come un processo dinamico, mettendo in relazione l’inclusione con l’educazione alla complessità. Tra le pratiche di coinvolgimento e partecipazione si propone di utilizzare la pratica della documentazione per rendere le iniziative museali più aperte.

Massimiliano Massimelli ha trattato il tema: “Il ruolo dell’esperienza educativa reggiana sul pensiero dei bambini riguardo apprendimento”, relatore Samuel Ronfard, University of Toronto e  correlatore Paul Lansley Harris, Harvard University.

L’obiettivo principale di questo progetto di ricerca è esplorare ciò che i bambini pensano dell’apprendimento, con particolare attenzione al ruolo della testimonianza. Esamina come i bambini di 4 e 5 anni sviluppino teorie sull’apprendimento in contesti educativi diversi, se queste differenze persistono nella scuola primaria e quali strategie ritengano necessarie per apprendere.

Deborah Joy Steel, Nuova Zelanda, ha proposto il tema: “In che modo il Reggio Emilia Approach è inclusivo del Bambino Super-Diverso”. Supervisor Carla Rinaldi, presidente di Fondazione Reggio Children, e co-supervisor Harold Valdemar Göthson, Reggio Emilia Institutet. La “super diversità” è un fenomeno risultante da migrazioni globali, pandemie, guerre e cambiamenti climatici. La ricerca esplora come gli insegnanti ispirati da Reggio Emilia possano plasmare in Nuova Zelanda relazioni di apprendimento inclusive e democratiche.

Sofya Komarova, Russia, ha indagato “Ambiente multisensoriale intelligente che promuove il benessere dei bambini diversi”.  Relatrici Franca Garzotto,  Politecnico di Milano e Roberta Mineo, Unimore. La tesi si concentra sulla promozione della creatività nei bambini con abilità diverse attraverso un Ambiente Multisensoriale Interattivo (iMSE), uno spazio digitale progettato per stimolare la percezione e coinvolgere gli utenti in attività interattive. La tesi fornisce contributi innovativi, tra cui linee guida per la progettazione di ambienti multisensoriali educativi e attività per sviluppare la creatività in bambini fragili.

Werther Giannini, con “Le avventure degli avventurieri come scintilla per riprendere le attività esperienziali in luoghi dove le attività umane sono sostenibili e in difesa della biodiversità” si concentra sulle conseguenze negative sulla salute mentale degli adolescenti, in particolare della Generazione Z, alla luce della pandemia di COVID-19, con un particolare focus sui dispositivi digitali e l’individuazione del mondo esterno come luogo privilegiato per attività ed esperienze, contribuendo a contrastare la tendenza all’indoorizzazione e all’uso eccessivo dei dispositivi digitali. Relatore Alessandro Bortolotti, Università di Bologna, correlatore Mike Brown, Auckland University of Technology.

 

















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