ROMA (ITALPRESS) – “Sono per il diritto al dissenso, sempre. Credo però che garantire la libertà di parola sia un diritto non negoziabile”. A parlare, in un’intervista al Corriere della Sera, è la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, dopo la contestazione subita agli Stati generali della Natalità. “Io da femminista ho sempre difeso la legge 194 – aggiunge – Il punto è che noi femministe degli anni Settanta parlavamo della maternità come libera scelta”. “Secondo me – prosegue – ci sarebbe bisogno di qualche approfondimento da un punto di vista della sorellanza, della solidarietà tra donne. Non si deve dimenticare che la libertà delle donne parte dal riconoscimento di una solidarietà che trascende la diversità di partito, di opinione, di etnia”.
A proposito dell’utilizzo della parola “censura” in merito alla contestazione subita: “La discriminante è la parola. Se mi impedisci di parlare mi censuri. Se contesti e dialoghi è diverso, anche se usi toni alti. Ho fatto tante manifestazioni, ma mai ho impedito a qualcuno di parlare. Questi ragazzi non colgono nemmeno le opportunità”. E aggiunge: «Se a me durante una manifestazione avessero dato la possibilità di dialogare con un ministro ci sarei andata di corsa. Comunque a proposito di censura vorrei sentire la solidarietà dei vari Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio”.
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