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Manutenzioni delle strade provinciali, dichiarazione di Paolo Crescimbeni, consigliere metropolitano delegato alla Manutenzione delle strade

“Abbiamo letto sui giornali di una petizione promossa dai Sindaci di San Benedetto Val di Sambro e di Monzuno per chiedere alla Città metropolitana di intervenire sulla manutenzione della strada provinciale 61.

Il coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini è sempre importante, e ogni forma di partecipazione è in sé positiva. Ma sarebbe bene non trasmettere ai cittadini l’idea che le scelte della Città metropolitana sull’ordine di priorità da dare alla manutenzione delle strade di sua competenza, siano legate al numero di firme raccolte dagli abitanti di un Comune, rispetto ad altri Comuni le cui strade sono considerate dai nostri tecnici più urgenti.

È bene fare chiarezza sulle risorse a disposizione. La Città metropolitana di Bologna gestisce 1200 km di strade provinciali. Considerato il costo di 100.000 euro per chilometro, per una manutenzione straordinaria con tempo di vita utile di sei anni, occorrerebbero risorse per 20 milioni di euro ogni anno.

Dal 2018 la Città metropolitana dispone di un finanziamento annuale dal Ministero per le infrastrutture di circa 5 milioni di euro, quindi largamente insufficiente. In questo mandato della nuova Amministrazione metropolitana, ci siamo quindi prontamente attivati per ridurre la problematica e abbiamo deliberato di utilizzare gran parte dell’avanzo di amministrazione a tale scopo, stanziando oltre 11 milioni di euro di risorse proprie, per cercare di recuperare un pregresso di ritardi dovuti alla scarsità dei trasferimenti statali.

In queste condizioni è responsabilità della Città metropolitana individuare la migliore distribuzione delle limitate risorse, sapendo che per ogni strada su cui si interviene ce ne sono altre, da quattro a otto, la cui pur necessaria manutenzione sarà rimandata all’anno successivo. Si tratta di una scelta difficile, che non può essere fatta sulla base di un’iniziativa politica di un Sindaco, ma sulla base di una seria e coscienziosa valutazione tecnica, e che richiede un’assunzione di responsabilità da parte di tutti e in particolare di chi amministra funzioni che incidono su 55 Comuni.

Negli ultimi sei anni nei Comuni di San Benedetto Val di Sambro e Monzuno si sono svolte lavorazioni di manutenzione straordinaria nelle seguenti strade: SP 61, SP 59, SP 38, SP 60, SP 79, Fondovalle Savena. Per il 2024 sono pianificati (nella seconda metà della stagione estiva) ulteriori interventi di manutenzione straordinaria sulle SP 60 (per un tratto di 1 km) e SP 61 (per i primi 8 km). Per la necessaria manutenzione delle SP 79 e SP 59 attendiamo riscontro dal Commissario alla ricostruzione alla nostra richiesta di farsene carico direttamente, in modo da poterci concentrare sulla ricostruzione della SP 325 e accelerare così i tempi. Al Commissario abbiamo chiesto di farsi carico anche degli interventi sulla SP 60 (tranne due frane al confine con Monghidoro che godono di un cofinanziamento della Fondazione Carisbo e la cui risoluzione sarà perciò più veloce) e sulla SP 61. In queste due strade i danni da alluvione sono circoscritti e pertanto tecnicamente compatibili con i lavori di manutenzione straordinaria delle pavimentazioni previsti già quest’anno. Anche la SP 38 è all’attenzione della struttura commissariale, ma in questo caso l’asfaltatura era stata fatta poche settimane prima dell’alluvione ed era stata danneggiata solo in alcuni punti.

Insomma, sulla SP 61 non c’è nessuna disattenzione, né la scelta di non intervenire, tanto che un primo intervento è già programmato entro l’estate del 2024, ma la necessità di farci carico delle esigenze di tutti i 55 Comuni del nostro territorio, e non solo di chi fa più rumore.

Ringrazio tutti colleghi sindaci e i consiglieri della Città metropolitana per il loro impegno per il bene di tutta la città metropolitana e in particolare ringrazio gli Uffici a cui viene chiesto uno sforzo ulteriore (oltre alle manutenzioni programmate e alle nuove realizzazioni, come il Nodo di Rastignano), nonostante le scarse risorse economiche e di personale, in un periodo difficile a cui hanno dovuto rispondere anche ai danni dell’alluvione”.

 

 
















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